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Si alza il sipario sulla edizione 2017 del Napoli Teatro Festival Italia. Ecco la programmazione della prima settimana.

Foto Monica Iacopini

Foto Monica Iacopini

I MALVAGI
da Fëdor Dostoevskij
ideazione e regia Alfonso Santagata
con Sandra Ceccarelli, Carla Colavolpe, Massimiliano Poli, Alfonso Santagata, Tommaso Taddei, Giancarlo Viaro
luogo: Palazzo Reale – Cortile d’onore
quando: 7 e 8 giugno
orario: 21.00
Sinossi: La giovanile infatuazione di Dostoevskij per il socialismo francese gli era costata la condanna capitale, commutata all’ultimo minuto in lavori forzati: viene quindi costretto in un piccolo villaggio della Siberia meridionale, un luogo abitato da «delinquenti del tutto privati di ogni diritto civile, brandelli recisi dalla società». Un mondo di sopravvissuti, di esiliati, di dannati della terra rinchiusi in un inferno bianco, condannati alle sofferenze di una galera spietata. Un universo che l’autore racconta in Memorie dalla casa dei morti e che rappresenterà uno dei livelli narrativi dello spettacolo ideato e diretto da Alfonso Santagata. Unitamente ai rivoluzionari invasati e folli, ammalati di nichilismo, che sfidano o negano Dio (quindi i valori della società russa), si incontreranno pazzi, instabili, organizzazioni segrete, cospiratori, traditori, rivoluzionari, fanatici… Dostoevskij vede nel nichilista però, non solo un folle, ma anche uno sventurato e sofferente, come accade per Raskol’nikov, con la sua malattia e la sua follia, nello straordinario confronto con il giudice istruttore. «Volti non di morti, ma di dannati, vivi esiliati all’inferno – afferma Santagata nelle note di regia -. E in questo luogo di sofferenza Dostoevskij trova ossigeno per la sua opera. Prendono vita le sue idee migliori che ritroveremo incarnate nei protagonisti dei suoi romanzi. I Malvagi è un lavoro sulle ombre dei personaggi di Dostoevskij, proiettando queste ombre anche sul mondo che ci circonda».

AMATI ENIGMI
da Clotilde Marghieri
con Licia Maglietta
mandolino Tiziano Palladino
regia, drammaturgia e scene Licia Maglietta
luogo: Teatro Sannazaro
quando: 7 giugno ore 21.00 – 8 e 9 giugno ore 19.00
Sinossi: È alla raggiante promessa di Simone de Beauvoir, alla sua pacificata contemplazione, che Clotilde Marghieri pensa. La de Beauvoir aveva capito che «oltre la soglia dove il corpo avvizzisce e il volto gioca tiri crudeli» c’è la possibilità di «interpretare il disegno e scoprire il significato del proprio destino. Che è il modo, il solo grande modo, di sublimare le proprie avventure e disavventure, dolori e sconfitte in conoscenza».
Durante la notte di un imprecisato Capodanno, una donna, Clotilde, parla a un misterioso interlocutore, Jacques. Incrocia tempo lontano e vicino e il ricordo non evoca nostalgia, piuttosto illumina con l’intelligenza «il significato» che quel tempo proietta sull’oggi. «Amati Enigmi sono quasi tutti gli esseri che abbiamo incontrato – afferma Clotilde Marghieri -, conosciuto, disconosciuto e tali restano finché, forse nel ripensarli e interrogarli, a passioni spente (ammesso che queste davvero si spengano mai del tutto) qualche cosa ci rivelano di loro, rivelando meglio anche noi stessi».

RACCOGLIERE & BRUCIARE
liberamente ispirato alla Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters
testo, ideazione scenica, costumi e regia  Enzo Moscato
assistente alla regia Angelo Laurino
con Giuseppe Affinito, Massimo Andrei, Benedetto Casillo, Salvatore Chiantone, Gino Curcione, Enza Di Blasio, Carlo Di Maio, Caterina Di Matteo, Cristina Donadio, Tina Femiano, Gino Grossi, Carlo Guitto, Amelia Longobardi, Ivana Maione, Vincenza Modica, Rita Montes, Anita Mosca, Enzo Moscato, Francesco Moscato, Imma Villa
e con la partecipazione di Oscar e Isabel Guitto, Isabella Mosca Lamounier, Lucia Celi, Rosa Davide
luogo: Galleria Toledo
quando: 9, 10, 11 giugno
orario: 21.00
Sinossi: Enzo Moscato dirige per questa edizione del Festival un testo a cui da anni lavora: «Portare sulla scena, dopo averla imbrattata qua e là di lingua e di suoni napoletani, l’incredibile Antologia di Spoon River, capolavoro di Edgar Lee Masters – tale da aver già rappresentato oggetto di studio e adattamento di autori italiani come Cesare Pavese, Fernanda Pivano e Fabrizio De André, ndr –, è sempre stato un mio obiettivo. Ho cominciato a provarci sulla carta all’inizio del biennio 1994/95, mentre scrivevo e progettavo il testo-spettacolo Co’stell’azioni, lavorando di traduzione su piccoli brani e procedendo con grandissima cautela. Perché, si sa, quella di dare in altra lingua le parole, le emozioni, i suoni, i sensi di una diversa civiltà o etnia, lasciandone inalterata la verità profonda è un’operazione delicata e di responsabilità. […] Di conseguenza, ci son voluti da parte mia un paio di decenni e molte prove di lavoro di scrittura traduttoria del testo poetico americano, per decidermi a darne finalmente una possibile versione scenica partenopea, in ottanta frammenti, scelti accuratamente all’interno dei 263 frames complessivi di cui si compone l’originale di Lee Masters».

Foto Alessandro Serra

Foto Alessandro Serra

FRAME
uno spettacolo di Koreja
progetto e ideazione
 Alessandro Serra
con Francesco Cortese, Riccardo Lanzarone, Maria Rosaria Ponzetta,
Emanuela Pisicchio, Giuseppe Semeraro
luogo: Teatro Nuovo
quando: 10, 11 giugno
orario: 19.00
Sinossi: FRAME si ispira all’universo pittorico di Edward Hopper, il pittore statunitense che ha immortalato nella prima metà del 900 la solitudine dell’America contemporanea. Ogni sua opera è trattata come un piccolo frammento di racconto, dal quale distillare figure, situazioni e parole. Una novella visiva, senza trama e senza finale, direbbe Čechov, una porta semiaperta per un istante su una casa sconosciuta e subito richiusa. «Di Hopper non mi interessano le indubbie qualità pittoriche – spiega l’autore Alessandro Serra –, quanto piuttosto la capacità di imprimere sulla tela l’esperienza interiore. Ricrearla in scena. Nei suoi quadri non vi è alcuna intenzione morale o psicologica: egli semplicemente coglie il quotidiano dei giorni. Quanto più consuete sono le ambientazioni, abitate da figure semplici, tanto più si rivela la magia del reale. Non c’è tempo per descrivere: in un soffio si rappresenta la verità interiore. C’è un dentro e c’è un fuori che osserva, ma non vi è alcun intento voyeuristico. Nessun evento sensazionale. Semplicemente un attimo in cui tutto cambia, senza clamore». Figure sempre ai margini di una soglia: una finestra, una vetrina di un bar, l’uscita di sicurezza di un teatro, un sipario socchiuso, una porta, il finestrino di un treno. In cerca di luce. Mentre fuori la vita, ferma, incombe. Deserte le strade, quieti gli oceani. E gli alberi, accesi dal sole, fanno schiera e creano sentieri bui.

TEMPI NUOVI
scritto e diretto da Cristina Comencini
con Ennio Fantastichini e Iaia Forte, Marina Occhionero e Nicola Ravaioli
scene Paola Comencini
costumi Antonella Berardi
luogo: Palazzo Reale – Cortile d’onore
quando: 11, 12 giugno
orario: 21.00
Sinossi: Tempi nuovi mette in scena un nucleo familiare investito dai cambiamenti veloci e sorprendenti della nostra epoca: elettronica, mutamento dei mestieri e dei saperi, nuove relazioni. Un terremoto che sconvolge comicamente la vita dei quattro personaggi (un padre, una madre e i due figli) e che li pone di fronte alle contraddizioni, alle difficoltà di un tempo in cui tutto ci appare troppo veloce per essere capito, ma in cui siamo costretti a immergerci e a navigare a vista. Giuseppe è uno storico che vive circondato da migliaia di libri, carico di tutto ciò che ha studiato e scritto. Il figlio Antonio vola invece leggero nella sua epoca fatta di collegamenti rapidi e senza legami col passato, tranne quando deve scrivere il compito sulla Resistenza e ha bisogno del sapere del padre. Sabina è la moglie di Giuseppe, una giornalista che ha seguito un corso di aggiornamento sull’elettronica, per imparare a dare una notizia in tre righe e non essere sbattuta fuori dal giornale; di conseguenza si sente, come ripete spesso al marito, moderna. Clementina è la figlia maggiore della coppia, che vive fuori casa: i genitori la credono felicemente fidanzata con Davide, ma lei ha in serbo per loro una notizia che metterà a dura prova la (presunta) modernità della madre. Emblematiche le parole di Giuseppe che, insospettabile all’interno della saga familiare, prepara nel finale un colpo di scena per i “suoi”, non volendo essere l’unico a portare tutto il peso del passato e della Storia. «Volevate fare faticare solo me, portare tutto il peso di quegli oggetti con le pagine? Mentre voi tranquilli, leggeri, veloci, giovani… No, non ci sto!».

SEZIONE OSSERVATORIO

Fonte foto Ufficio stampa

Fonte foto Ufficio stampa

LOVE/HATE – OPEN 2017
di e con Anna Dego e Alessandro Mor
luogo: Palazzo Reale – Cortile delle carrozze
quando: 6 giugno
orario: 22.00
Sinossi: Un uomo che ha la passione per le grandi battaglie del passato, ordina, allinea, passa in rassegna la sua collezione di bossoli. Una donna che ha un passato di battaglie d’azienda, indugia al tavolo per illustrare a conferenzieri immaginati i segreti del successo. I due sono in procinto di uscire: in silenzio si mettono il cappotto, si allacciano le scarpe, flussi di pensieri li attraversano. LOVE / HATE trova ispirazione nel saggio di David Foster Wallace Il tennis come esperienza religiosa e nel lavoro dell’antropologa salernitana Annabella Rossi. Dall’autore americano, riprende la visionaria celebrazione del tennis che diventa metafora dell’incontro con l’altro e della lotta contro sé stessi. L’antropologa dà vita invece al ritratto di un’umanità in cui il corpo è espressione dell’anima e si abbandona alla mente, pescando nei ricordi ancestrali le proprie pulsioni, che rappresenta un interessante contrappunto all’opera di Wallace. «Lo spazio si trasforma – spiegano Dego e Mor – e il tempo si dilata: il mondo reale sfuma in quello immaginario. Di colpo sono in gioco. I due si fronteggiano, si spalleggiano, si accaniscono, più simili a partner di danza che ad avversari. Colpo su colpo rimbalzano le loro fragilità, i sogni, le loro paure. Non ci si può tirare indietro, nessun bordo campo. Si può solo giocare fino in fondo».

R.A.P. Requiem a Pulcinella
MOVIMENTO #2
di Damiano Rossi
con Damiano Rossi, Ivan Alfio Sgroi (turntablist, b-boy), Tommaso Renzuto Iodice (coro, figure)
luogo: Palazzo Reale – Cortile delle carrozze
quando: 9 giugno
orario: 22.00
Sinossi: Nato all’interno della Scuola elementare del teatro – progetto di arte e inclusione sociale ideato e diretto da Davide Iodice -, R.A.P. è il testo d’esordio di Damiano Rossi, rapper e attore proveniente dalla scena hip hop dell’entroterra campano. Lo spettacolo è un flusso ritmico che fonde il parlato moderno delle liriche rap con i motivi e le variazioni linguistiche della nostra tradizione orale. Accompagnato dallo scratching (tecnica di manipolazione del suono usata dai disc-jockey) di Ivan Alfio Sgroi e dalle incursioni polifoniche e fisiche di Tommaso Renzuto Iodice, con i modi di un griot contemporaneo e di una maschera antica, Rossi intona il suo requiem rabbioso e vitale per una terra martoriata da mancanze istituzionali e avvelenata dall’immondizia. Una terra che non finisce mai di morire. La Scuola elementare del teatro, accolta dall’Asilo Comunità di Lavoratori e delle Lavoratrici dell’Arte, della Cultura e dello Spettacolo, prende il via nel 2013 finanziata da aForgat Onlus. È un luogo di ricerca e formazione permanente, un laboratorio produttivo e una rete di cooperazione, dove la platea privilegiata è quella segnata dal disagio economico e sociale, dalla disabilità fisica e intellettiva. Organizzata in cicli, gli allievi sono chiamati progressivamente a diventare formatori.

RUSINA
interpretazioneregiascene e costumi Rossella Pugliese
luogo: Palazzo Reale – Cortile delle carrozze
quando: 10 giugno
orario: 22.00
Sinossi: Rusina è una drammaturgia originale di Rossella Pugliese, che rielabora per la scena una vicenda autobiografica. Una voce monologante introduce la vicenda: nel 2013, a 83 anni, moriva Rusina. Lo spettacolo è l’occasione per una nonna e sua nipote di scambiarsi di ruolo: tutto passa attraverso lo sguardo di una donna che improvvisamente torna giovane, riprende vigore. Rossella è una nipote vivace che darà filo da torcere a sua nonna. La donna lotta contro le idee di una modernità incombente, a cui, nonostante tutto, si adatta, crescendo la nipote per dare a sua figlia la possibilità di curarsi lontano da quel piccolo paesino vissuto come una punizione divina. Lei, che ha superato la morte di una figlia 30enne, il dolore di un figlio nato morto, la fame, un matrimonio forse infelice e il morso di una vipera… «Rintocchi di campane e lettura di un testamento: è Rusina a parlare. Affida le ultime parole all’amata nipote. La storia si svolge a ritroso, dalla morte di Rusina fino al 9 marzo 1986, giorno in cui nasce Rossella. Si accavallano preghiere, canti di paese, sospiri accorati. Tutto si trasforma poi in rumori d’ospedale, vociare di medici e numeri: uno, due, tre, libera! Rusina è in rianimazione». Rusina è la voce roca e sgrammaticata di tutti quelli che si sono sentiti inadeguati ma si sono comunque fatti capire.

SEZIONE MOSTRE

Foto Philippe Antonello

Foto Philippe Antonello

COSTUMI DA STAR: I GRANDI COSTUMISTI TRA CINEMA E TEATRO – SARTORIA TIRELLI
Quando: inaugurazione 6 giugno, ore 17.00
fino al 10 luglio dalle 8.30 alle 17.00
dal 14 al 24 giugno dalle 8.30 alle 17.00 e dalle 18.00 alle 21.00
Luogo: Villa Pignatelli
Sinossi: Il costume è un elemento fortemente indicativo nello spettacolo: aiuta a caratterizzare i personaggi, a creare ambienti e a visualizzare atmosfere. Per quanti si rifanno al metodo Stanislavskij, è addirittura fondamentale.
Il Napoli Teatro Festival Italia accende i riflettori sugli abiti ideati appositamente per le star della scena teatrale e cinematografica. Villa Pignatelli sarà il palcoscenico d’eccezione di una mostra dedicata ai grandi costumi di cinema e teatro realizzati dalla famosa “Bottega” Tirelli. La mostra è stata curata da Gabriella Pescucci, Carlo Poggioli, Flora Brancatella e Dino Trappetti, che insieme hanno elaborato un percorso espositivo che racconta i 52 anni della Tirelli, attraverso il lavoro di grandi costumisti che si sono avvalsi della collaborazione della Sartoria per vestire “star” italiane ed internazionali di cinema e teatro. In esposizione sarà possibile vedere le originali creazioni di Suzy Besinger, Milena Canonero, Carlo Poggioli, Massimo Cantini Parrini, Zaira De Vincentiis, Danilo Donati, Nicoletta Ercole, Alessandro Lai, Maurizio Millenotti, Gabriella Pescucci, Pier Luigi Pizzi, Ann Roth, Piero Tosi, Mariano Tufan.
Per favorire l’immaginario collettivo si sono privilegiate le creazioni dei costumisti che hanno ricevuto premi prestigiosi nazionali ed internazionali: Oscar, Emmy, David di Donatello, Nastri D’Argento.

LABORATORIO IRREGOLARE
Mostra a cura di Antonio Biasiucci
Luogo: Chiesa Santa Maria della Misericordia ai Vergini
Quando: inaugurazione 7 giugno, ore 19.00
dal 9 giugno al 30 luglio
Lunedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 16.00 alle 20.00
sabato dalle ore 16.00 alle 20.00
domenica dalle ore 10.00 alle 13.00
Sinossi: Epifanie è il titolo della mostra-installazione, risultato della seconda edizione del Laboratorio irregolare di Antonio Biasiucci, che si inaugurerà il 7 giugno.
Nel dicembre 2014, a seguito di una selezione tenuta da Biasiucci, ha preso forma il gruppo della seconda edizione del suo laboratorio. Ogni allievo-fotografo è stato guidato per due anni e mezzo a realizzare la ricerca di una visione fotografica personale. L’artista ha condiviso con i partecipanti la sua esperienza, creando le basi per un loro sviluppo professionale nel mondo della fotografia: «Metto a disposizione le mie conoscenze, affinché sia dato spazio e possibilità ad altri di fare buona fotografia attraverso un Laboratorio ispirato ad Antonio Neiwiller, protagonista negli anni Ottanta della scena teatrale italiana e scomparso prematuramente venti anni fa. Ho migliorato il mio modo di lavorare assistendo per anni ai laboratori di Neiwiller e applicando i suoi metodi teatrali alla fotografia». Il risultato del percorso di ricerca viene presentato, alla fine di ogni ciclo, in un luogo emblematico della città; nel 2014 la mostra è stata allestita presso la sala delle prigioni del Castel dell’Ovo, quest’anno è realizzata, nell’ambito delle attività del Napoli Teatro Festival Italia, presso la chiesa di Santa Maria della Misericordia ai Vergini, sede dell’Associazione Culturale SMMAVE-Centro per l’Arte Contemporanea, aperta al pubblico per la prima volta. Accoglierà il pubblico, un tavolo di 15 metri illuminato da un’unica striscia di luce, disegnato da Giovanni Francesco Frascino, con gli 8 portfoli-libro degli artisti partecipanti al laboratorio, Pasquale Autiero, Ciro Battiloro, Valentina De Rosa, Maurizio Esposito, Ivana Fabbricino, Vincenzo Pagliuca, Valerio Polici, Vincenzo Russo.
La mostra ha ricevuto il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee.

Maria Anna Foglia

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