“Excepto”, nessuno escluso [NTF17]
In forma di cantata scenica Enzo Avitabile rende omaggio a Donnaregina Nuova, per il Napoli Teatro Festival Italia, agli emarginati, nel solco della poetica che ha sempre contraddistinto la sua musica.
Il concetto è chiaro, forte: la cantata scenica di e con Enzo Avitabile, Excepto – fortemente voluta dal Napoli Teatro Festival e con cui si è chiusa giovedì 6 giugno, a Donnaregina Nuova, la X edizione della rassegna – raggiunge le corde dell’anima. Sin dalle prime note della splendida overture MariaStella, eseguita dall’Orchestra Sinfonica Nova Amadeus diretta dal M° Gabriele Di Iorio, con Marco Pescosolido al violoncello e Gianluigi Di Fenza alla chitarra napoletana, si percepiscono i suoni della sofferenza che nell’estrema bellezza della musica orchestrale stabilisce immediato contatto con il pubblico astante.
«Un inno ai diseredati del mondo che da sempre sono ai margini della storia. Un requiem alla nostra anima che in ogni epoca vive la sua via dolorosa. I diseredati cadono e si rialzano fino alla luce finale, esattamente come fa il Cristo nel suo percorso» così racconta la sua opera il compositore e polistrumentista napoletano, vincitore solo nel 2017 di due David di Donatello e due Nastri d’Argento. E un’emozione tangibile traspare dalla sua stessa voce, che definisce, illustra e sottolinea quanto sia importante ciò che è sta per essere narrato, perché è la vita, la vita di ognuno, per vivere la quale dimentichiamo ciò che intorno a noi “è ancora vita”.
Accolto dagli applausi del numerosissimo pubblico (che aveva decretato il sold out della data già da un mese) Avitabile affida il canto d’ingresso alla preghiera laica Don Salvatò, specchio della sua anima mistica, vera, sincera, che affonda le radici nella periferia, nei ghetti, priva di qualsiasi divismo, e lo fa con garbo ed eleganza, mentre con forza – quella propria della denuncia – racconta la morte bianca di un giovane operaio in Gerardo nuvola ‘e povere; a seguire, un omaggio all’antica lingua greca del sud con Ttàlassa cardia, segno della sua perpetua ricerca di un linguaggio che unisca lessici e culture differenti, sacro e folk, tradizione e suoni contemporanei.
Nel solco di questa poetica, che contempla sguardi rivolti al mondo ma piedi piantati nelle radici, è tempo per l’invocazione alla Vergine Maria affinché liberi la terra di Scampia, lì dove è nato, dalla camorra: A peste, forza contagiosa , potente morte, sterminatrice, è “vita e morte che giocano a rimpiattino”.
L’atmosfera umida e soffocante che si respira nella splendida chiesa monumentale nel cuore di Napoli, viene intrisa dalla sofferenza dell’infanzia di Tutte eguale song’’e criature , quindi dai brani che lo hanno premiato per la colonna sonora del film di Edoardo De Angelis, Indivisibili, mentre i senzatetto, gli emigranti, gli emarginati sono i protagonisti degli estratti dal disco “Napoletana”; conclude il quadro Eli Eli parole di un Cristo in croce.
La “vita è gioia e dulore” scandisce il canto finale Liberazzione (volutamente con due “zeta” precisa) ed è un’ovazione. L’apprezzato musicista , l’“Artista maturo” a tutto tondo – suoi gli arrangiamenti orchestrali, di sua ideazione gli strumenti che chiama “Arpina” (una piccolissima chitarra arpa) e la “Saxella”, un misto di Sax e Ciaramella -, chiude lo spettacolo con Terra mia omaggio a Pino Daniele, e le parole universali di Mane e mane nei cui versi – “chi nun cunusce ‘o scuro/ nun po’ capì ‘a luce/ nisciuno sape ‘a nato/ ognuno è sulo/ ‘na stella guard’o munno/e dint’o munno se move” – ecco racchiudersi il “nessuno escluso” pregno di speranza del titolo.
Giuseppe Giannelli
Napoli Teatro Festival
Info e contatti: www.napoliteatrofestival.it