Ai supereroi per sempre giovani: il “Motore di vita” di Mario Venuti [MUSICA]
Il corpo, che danza, ama, incide sullo spirito del mondo, al centro del nuovo lavoro discografico del cantautore siciliano, la cui musica diventa un elogio alla positività e ai doni che la vita regala ogni giorno.
L’appuntamento con il Sant’Elmo Estate 2017 del 13 luglio è stato con Mario Venuti, e se dal Jazz al pop, sottotitola la rassegna, nella caratteristico castello medioevale sulla collina del Vomero, s’incontra un pop di qualità, di grande scrittura creativa e piena di sana energia musicale.
La serata si è aperta con la voce di Francesca Fariello, quindi sul palco un ritrovato gradito ritorno: Alessio Caraturo, cantautore napoletano che aveva raggiunto il successo qualche anno fa con una splendida versione del brano cult della fine degli anni ‘70, Goldrake. Con la sua chitarra e accompagnato al sax e ai sinth da Vito Ranucci, presenta Lontano, lontano, lontano in una versione acustica, ancora più interessante di quella radiofonica in rotazione in questi giorni, che alle sonorità attuali aggiunge la disco dance degli anni ‘80. Chiude la perfomance Si me vuo’ bene l’unico brano in dialetto dell’album 38° parallelo da pochi giorni in commercio.
Pochi minuti per sistemare il palco e il Motore di vita Tour prende forma dando a Venuti l’occasione per presentare live il suo ultimo disco di inediti, Motore di Vita appunto , composto da 12 tracce, prodotto artisticamente dallo stesso Venuti insieme a Seba , con la collaborazione artistica di Kaballà e del batterista jazz e arrangiatore ritmico Luca Scorziello. Il cantautore siciliano è accompagnato sul palco dai musicisti Donato Emma alla batteria, Luca Galeano alle chitarre, Pierpaolo Latina alle tastiere e Antonio Moscato al basso. Apre il concerto Conservare in luogo fresco: il brano, che fa da apripista anche al disco di inediti, raccoglie una lista di priorità da trasmettere e preservare, tra cui “l’innocenza che è in me” che renderebbe la vita più facile da sopportare, più leggera da affrontare, meno seria; lo stesso tema che ritroviamo anche in Motore di vita dove supereroi metropolitani, persone comuni, combattono nei giardini di cemento, “il ragazzo ci sa fare non ha nulla da invidiare ai supereroi per sempre giovani quando vuole sa volare”.
Il live alterna pezzi nuovi a singoli di successo tra i quali la splendida Microclima, Qualcosa brucia ancora, A ferro e fuoco e Ventre di città, brano del penultimo album sulle periferie delle grandi città.
Ma tra tutti è Spirito del mondo a catturarein particolar modo la nostra attenzione, incentrato come è sulla libertà di essere se stessi in cui Venuti canta “sono un foglio bianco da riempire a tuo piacimento”. Con trasporto si procede verso il finale con i brani di maggiore successo , ossia Un altro posto nel mondo, presentato a Sanremo nel 2006, Non è peccato, splendido testo sulla diversità scritto per Syria e inserito in “Motore di vita” e Amore di plastica scritto per Carmen Consoli, per poi lasciare che sia l’energia pura a contagiare gli spettatori presenti che , danzando e cantando in prossimità del palco, intonano in coro Veramente e Caduto dalle stelle scritto insieme a Kaballà, alias Giuseppe “Pippo” Rinaldi.
A impreziosire il momento dei bis, È stato un attimo, Quello che ci manca, Mai come ieri e Fortuna, cantati a squarciagola da un pubblico divertito e partecipe, che applaude la svolta di Venuti verso una scrittura che tende ad un’osservazione più intima del sociale, più vissuta, spesso più reale e concreta che in passato, attraverso la lente della positività e della gratitudine nei confronti dei doni della vita; cercando di restituire una consapevolezza sul ruolo e sul potere che l’uomo può avere, con la sua incidenza, di dare un carattere al mondo. Messaggi che in un clima di odio, di commiserazione e di egoismo come quello attuale non possono che fare bene.
Giuseppe Giannelli
Sant’Elmo Estate
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