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“Bisogna recuperare la capacità di stare a tavola come momento di convivialità”: i consigli dello chef, tra gli ospiti della 47esima edizione del festival di cinema per ragazzi.

Fonte foto Ufficio stampa

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Non solo cinema al Giffoni Experience 2017. Domenica 16 luglio è stato ospite della rassegna – all’interno del Convento di San Francesco – Alessandro Borghese, volto noto di alcuni dei format televisivi più in voga del momento. Figlio di Barbara Bouchet, il simpatico ed esplosivo chef ha incontrato giurati e appassionati di cucina di ogni età, nel corso di una Masterclass dedicata alle nocciole di Giffoni. Cornice dell’appuntamento il Convento di San Francesco, nel cuore della cittadina. “Cucinare non è altro che un atto d’amore – ha detto ai presenti – è darsi a qualcuno attraverso piatti pensati e preparati con sentimento”. Tanti i programmi di cui è stato protagonista, tra cui 4 ristoranti e Kitchen sound.
In questo periodo si parla molto di cucina gourmet, al punto che sembra essersi perso il valore della cucina tradizionale. Quali le ragioni di questo fenomeno?
Tra i motivi principali, c’è la presenza di tanti programmi televisivi che si concentrano soprattutto sull’impiattamento, sempre articolato e particolare. L’occhio vuole la sua parte, è vero, però senza tradizione non si può innovare. Bisogna conoscere bene le basi della cucina locale per poterla poi mettere su un piatto in maniera più artistica e quasi architettonica. Il problema è che le persone pensano che, se una pietanza è bella, di conseguenza è anche buona: non è così. Dei ravioli, messi nel piatto con il mestolo, possono essere più gustosi di alcune portate gourmet. Tant’è che noi cuochi dobbiamo sì sperimentare nuove forme e colori, ma mangiamo soprattutto cucina popolare.
La spettacolarizzazione del settore è stata apportata dalla tv. Anche nelle trattorie sembra accadere lo stesso…
È una deriva sbagliata. Le trattorie dovrebbero continuare a impiattare come tali, senza prendere una strada che non è la loro. Non dobbiamo dimenticare che in ogni contesto l’estetica fa la sua parte: la cucina resta comunque la quinta forma d’arte.
Cosa pensi dell’uso dei social rapportato alla cucina?
Ormai è cambiato il modo in cui il cliente si reca al ristorante: ci va meno per mangiare, più per fotografare i piatti. Ma è necessario non andare troppo oltre e recuperare lo stare in cucina come momento di convivialità. Tutto questo mi spaventa, specie quando in un locale vedo solo coppie che fotografano il cibo.

Noemi Giulia Sellitto

Giffoni Experience
contatti: http://www.giffonifilmfestival.it/ – info@giffoniff.it – 089 802 3001

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