ARTEC, quale futuro? Intervista al neo presidente Serao
Succeduto all’uscente Gianni Pinto, l’attore e regista napoletano si appresta a guidare per i prossimi tre anni l’Associazione Regionale Teatrale della Campania. E le idee su cosa fare sono già molto chiare.
In qualità di nuovo presidente ARTEC – Associazione Regionale Teatrale della Campania, quali le eredità da gestire e quali gli obiettivi che si prefigge?
Premesso che all’atto di accettare la nomina ho sentito doveroso ringraziare chi mi ha preceduto in quanto ho riconosciuto da subito che il compito in questi anni è stato davvero complesso e che si sono spese energie in un quadro istituzionale che stava rapidamente mutando, è necessario ricordare che nell’ultimo triennio l’ARTEC ha dovuto affrontare situazioni interne ed esterne complesse, che vanno dalla prematura scomparsa del Presidente D’Onofrio e la conseguente assunzione di responsabilità di cui si è fatto carico il Presidente uscente Gianni Pinto, all’approvazione da parte del MIBACT di un decreto nel 2014, che ha profondamente cambiato il panorama teatrale nazionale e conseguentemente quello locale tanto che ci sono state strutture che non hanno retto all’improvvisa perdita del contributo Ministeriale per effetto del nuovo decreto e altre che hanno visto modificare profondamente la loro natura.
Questa situazione si è riverberata anche sul piano regionale: in una fase in cui era in atto un cambio di Amministrazione, abbiamo dovuto affrontare l’ultimo anno della Giunta dell’On. Caldoro per poi immediatamente approntare gli incontri necessari per relazionarsi con la nuova giunta retta dall’On. De Luca. Ci siamo trovati con una legge regionale che, nonostante mantenga intatto il suo valore di garanzia di quanto quotidianamente viene prodotto al servizio dei cittadini nell’ambito dello spettacolo dal vivo, ormai ha, come tutte le leggi, necessità di un restyling avendo da tempo mostrato elementi di criticità sul piano della sua applicazione. Detto questo, però, nel mio primo intervento ho anche stigmatizzato alcuni difetti che l’ARTEC ha mostrato in questi anni e sui quali è mia intenzione intervenire.
La prima condizione che ho posto è quella che il nuovo direttivo sia agile e produttivo. Questo organismo, che negli ultimi anni aveva assunto una configurazione allargata tanto da sostituirsi, salvo poche eccezioni, all’assemblea, deve a mio parere esercitare in pieno la sua funzione di sintesi delle proposte e deve produrre iniziative che abbiano una doppia funzione: da un lato conoscenza diffusa delle politiche dell’ARTEC, provando a raggiungere una moltitudine di soggetti che hanno più volte espresso diffidenza verso la nostra Associazione provando anche ad allargare la base degli associati e, in contemporanea, sviluppare tutte le politiche necessarie per un pieno riconoscimento della funzione che la nostra Associazione esercita verso tutte le Istituzioni che in Campania concorrono allo sviluppo della Cultura e dello Spettacolo. Questi due semplici obiettivi nascondono un lavoro complesso perché si tratta di modificare comportamenti dentro e fuori dell’Associazione, non a caso uno dei primi strumenti da far approvare dall’Assemblea a settembre sarà un Codice Etico con poche norme chiare che, in maniera trasparente, regolerà il ruolo dell’Associazione verso i suoi Associati e viceversa; per evitare qualsiasi confusione sui ruoli e per una diretta assunzione di responsabilità da parte di tutti. Settembre sarà un mese durante il quale chiariremo obiettivi a breve e medio termine e che una volta ricevuta l’approvazione dell’Assemblea diventeranno programma di lavoro per il direttivo.
Da attore e regista, quale la sua visione sullo spettacolo dal vivo che ora cercherà di coniugare con questo ruolo istituzionale?
Il mio ruolo sarà innanzitutto un ruolo di garanzia verso tutti gli associati, quindi nessun giudizio personale sul lavoro degli altri, ma piena responsabilità verso qualunque membro dell’Associazione ponga problematiche risolvibili nell’ambito delle funzioni da assolvere. Chiarito questo è evidente che uno sguardo strategico bisogna averlo e quindi lavoreremo per migliorare il quadro complessivo dello spettacolo in Campania cercando di tenere la barra diritta su alcune questioni: la prima è che se si vuole modificare la legge essa va concertata attraverso l’istituzione di tavoli di confronto, la seconda è che forse in un nuovo ordinamento legislativo bisognerà fare chiarezza sulle funzioni tra pubblico e privato con livelli di garanzia per tutti, condizione questa che oggi appare troppo a favore delle strutture a forte partecipazione pubblica.
Coadiuvato nel lavoro dal direttivo composto da Roberta Russo (Teatro Bellini), Costanza Boccardi (Teatri Uniti), Luigi Marsano (I Teatrini), Lina Salvatore (Icra Project) Mario Gelardi (Nuovo Teatro Sanità) Gaetano Liguori (Teatro Totò), cosa auspica di ricevere da ognuno di loro sulla base delle loro specifiche storie e competenze?
Il direttivo è stato votato su una mia proposta che teneva conto: della omogenea rappresentanza di tutte le anime che compongono l’ARTEC e della possibilità, chiesta in forma diretta, di essere pienamente consapevoli ad assolvere compiti che avrebbero portato via tempo ad ognuno dei soggetti che si rendesse disponibile. Colgo l’occasione per ringraziare il direttivo per aver accettato l’incarico senza riserve. Questa condizione ha fatto si che il direttivo fosse votato all’unanimità e che gli amici che lo compongono hanno voglia di dare il massimo per il raggiungimento degli obiettivi. Non entro nel merito dei singoli, ma ognuno sa cosa l’Assemblea si aspetta dal loro lavoro e cosa io personalmente chiederò loro di fare. Sono tutte persone che hanno una grande esperienza e che potranno esprimere a pieno il loro valore, consapevoli che si dovrà più lavorare per gli altri che per se stessi.
Si parla spesso – quasi si trattasse di una moda, ormai – di “fare rete”, in campo teatrale così come in quello culturale in generale: ma quanto il proposito si traduce in reale pratica e quali gli ostacoli che si incontrano?
Questo è uno dei temi a me più caro e che segnerà in modo specifico la mia presidenza. Il tema delle reti non è una moda o una modalità, esso coniuga una visione e una strategia.
Faccio un esempio immediato, dal giorno dopo il mio insediamento ho preso contatti con altri organismi che svolgono un lavoro similare al nostro, le ragioni si riscontrano nella necessità di confronto su temi che necessitano di visioni multiple, come le norme che tra poco regoleranno gli assetti nazionali. A breve ci sarà l’approvazione del Codice dello Spettacolo da parte del Parlamento, in esso ci sono le condizioni di sviluppo del nostro settore per i prossimi decenni e che avranno ripercussioni sulla legislazione regionale e delle città Metropolitane. Ecco questo è un tema che a Settembre affronteremo in un sistema di rete con altri soggetti. Per essere più chiari sul tema, altrimenti la distorsione è dietro l’angolo, dentro L’UNIONE AGIS regionale (che è di per se una rete) non è mai esistito un organismo di confronto con le altre anime che la compongono, per iniziare ho chiesto al Maestro Ottieri, presidente di SISTEMA MED (organismo che racchiude le imprese della musica e della danza) di fissare degli incontri periodici di presidenza per poterci scambiare informazioni e lavorare su obiettivi comuni.
Uno dei pregi delle reti è che si annulla il particolare per il generale e che tendono a scomparire fenomeni di accentramento e di personalizzazione. Le reti possono essere economia di scala con la messa in comune di servizi, ma anche progettualità economica e di sviluppo, proposte al servizio degli associati come un progetto sui sistemi di ammodernamento delle strutture. Penso al grande tema dell’ammodernamento dell’impiantistica dei teatri fino ad un piano di finanziamento per le ristrutturazioni e la messa in sicurezza. Tutti temi che non possono essere svolti in solitaria.
In conclusione, un ARTEC al passo con i tempi e con le sfide che il nuovo millennio ci chiede di affrontare per migliorare il sistema dello spettacolo in Campania, ma anche per essere punto di riferimento nazionale.
Ileana Bonadies