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“Ammore e malavita” sbarca in laguna nella Selezione Ufficiale del concorso e a firmare le 15 canzoni della sceneggiatura è il cantautore napoletano, già vincitore del David di Donatello con ‘A verità scritta con Franco Ricciardi per il pluripremiato “Song’ ‘e Napule”.

Ammore e malavita dei Manetti Bros

Giampaolo Morelli e Serena Rossi, tra i protagonisti del film

Sarà domani 6 settembre il giorno della proiezione del nuovo film dei Manetti Bros alla 74° Mostra del Cinema di Venezia a cui partecipa nella Selezione ufficiale del concorso.
Film action che in cui il musical si mescola con il noir, e il romanticismo si confonde con la commedia, Ammore e malavita ancora una volta è un omaggio a Napoli così come nelle proiezioni visionarie del duo registico formato dai fratelli Marco e Antonio Manetti, ma se nel precedente e fortunato lavoro – Song’ ‘e Napule – si parlava di musica, qui la musica cambia veste e diventa lo strumento attraverso cui prendono voce gli stati d’animo e i pensieri dei protagonisti, che molto spesso cantano (e danzano) anziché parlare.
Chiamato a interpretare la storia di un boss della camorra intenzionato a cambiare vita, un cast in parte confermato dal lungometraggio precedente formato da Carlo Buccirosso, Claudia Gerini, Giampaolo Morelli, Serena Rossi e Raiz, mentre a firmare l’intera colonna sonora il cantautore napoletano Nelson, già vincitore nel 2014 del David di Donatello per la canzone A verità, scritta a quattro mani con Franco Ricciardi, e divenuta presto il manifesto dello scorso film della premiata ditta Manetti.

Nelson_Ammore e malavita

Nelson, autore della colonna sonora

Proprio ‘A verità, del resto, ha rappresentato l’occasione per la rinnovata collaborazione di Alessandro Nelson Garofalo, questo il suo nome completo, con i due registi romani con cui si è instaurato nel tempo un rapporto fatto di sempre minor soggezione rispetto all’inizio: «Siamo talmente amici che potremmo mandarci a quel paese e un’ora dopo correre al pub a bere (più io che loro in verità) come compagni di classe irlandesi. Sono persone di una spiccata sensibilità e intelligenza. Lavorare con loro è impegnativo ma stimolante. Mi ritengo fortunato ad averci a che fare, sul set come al pub».
Ed è effettivamente questa stima reciproca che ha consentito a Nelson di approcciarsi con il giusto spirito al  lavoro di composizione dei 15 brani che costituiscono la sceneggiatura, superando presto la difficolta di dover abbandonare quell’impulso creativo legato all’esigenza di raccontare di sé propria dell’essere cantautore: «In questo caso, infatti, è come cucinare nella casa di un altro. Nella cucina di un altro. Devi essere attento e rispettoso, e chiedere in continuazione dove sono le cose». Da qui l’esigenza «di iniziare a lavorare al film molto prima di tutti gli altri. Di giorno, di notte, a Napoli, a Roma, a casa, in albergo, in treno, in studio, al locale che gestisco a Napoli (il Burning), dietro ad una cassa», ma anche a volte di fermarsi nel lavoro di scrittura «perché alcune scene non erano ancora state completate in sceneggiatura ed essendo le canzoni le battute degli attori dovevo aspettare per comprendere cosa succedeva per scegliere le parole da inserire nelle strofe».

Raiz e Nelson_ Ammore e malavita

Raiz e Nelson_ Ammore e malavita

Ulteriore importante occasione di crescita per «uscire da sé e parlare finalmente delle emozioni di qualcun altro», spiega il musicista, ecco dunque il motivo del suo essere molto legato a ciascun brano, di cui tracce potrebbero trovarsi anche nel suo nuovo disco in preparazione, in particolare «Chiagne Femmena che nel film è cantata da Pino Mauro. L’abbiamo scritta io e Raiz, impeccabilmente arrangiata da Pivio e De Scalzi. Riascoltando il tutto, insieme a ‘O sicondo, che Franco canta come nessuno potrebbe mai, è la cosa che mi rassomiglia di più, nonostante io sia un napoletano biondo…»
Intanto, se la fortuna del 2014 si ripetesse anche stavolta regalando un nuovo premio, Nelson ne sarebbe indubbiamente felice sebbene ciò su cui maggiormente confida sia il fatto che il suo lavoro «possa agire sulle persone che andranno al cinema a vedere il film. Affascinandoli». Al di là di un’altra eventuale nuova statuina che comunque gli darebbe la «possibilità di incontrare più spettatori-ascoltatori possibile».
E allora, che il red carpet si srotoli ai sui piedi e di quelli dell’intero cast in quel di Venezia, noi intanto intrepidi attendiamo il 5 ottobre quando il film sarà finalmente presente in tutte le sale italiane.

Ileana Bonadies

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