Chi ha creato il mondo? Chiedilo ad un Babalao…
Mito e contemporaneità nello spettacolo di Bottega Buffa CircoVacanti e I Burattini di Luciano Gottardi con cui si è aperto a Napoli il Festival internazionale di Commedia dell’Arte, “I viaggi di Capitan Matamoros”.
«AIYỂ! VITA!», urlò il Gran Dio Olundumaré mentre lanciava una zucca vuota nelle spazio, «AIYỂ! VITA!». Dalla zucca, che si divise, nacquero il cielo (Oxalà) e la terra (Ododuwà) e da una lacrima di Olundumaré, l’acqua (Olokùn). Il Gran Dio ordinò a Oxalà di creare il mondo, affidandogli il sacco della creazione con all’interno della terra e una gallina, e lo avvertì: non vi è nulla che si fa senza prima fare un’offerta a Exù. Oxalà non ascoltò. La collera del Dio della sfortuna e della buona sorte arrivò e, indispettito, provocò una gran sete a Oxalà: lì non c’era altro che una palma e allora dal tronco di questa lui bevve e si ubriacò, tanto da addormentarsi.
Un Babalao mi ha raccontato che… – spettacolo inaugurale del Festival “I viaggi di Capitan Matamoros“, andato in scena mercoledì 13 settembre 2017 – narra del mito della Creazione secondo la credenza Yorubà e lo fa tramite linguaggi formalmente distanti tra loro, ma che trovano un ottimo connubio nella drammaturgia di Veronica Risatti, che tiene insieme diverse tradizioni e le coniuga alla contemporaneità, richiamando un antico rituale per la presenza di segni e mitologie ancestrali, ma, allo stesso tempo, riportando alla mente principi e teorie avanguardistiche sviluppate dai più grandi pensatori del XX secolo, da Antonin Artaud, a Gordon Craig, fino a Peter Brook.
La storia, ispirata alla danza degli Orixà – oggi una divinità, un tempo uomini venerati per la loro saggezza, virtù e forza –, è messa in scena attraverso il teatro di figura: i burattini realizzati da Luciano Gottardi, alti 60 cm e abbigliati con vestiti tipici della tradizione afrobrasiliana, diventano la personificazione dei diversi Dei. Segni di un’ espressività visiva, i pupazzi sono stati scelti – come afferma la stessa Risatti a conclusione dello spettacolo – perché questi hanno la capacità di Essere tra un mondo visibile e un mondo non visibile. Ciò nonostante, poiché la parola d’ordine di questa rappresentazione sembra essere “incontro”, il teatro di figura si unisce al teatro d’attore e lascia la sola interpretazione del Dio Exù alla drammaturga/attrice Veronica Risatti, presente fin da subito tra il pubblico, ancor prima dell’inizio dello spettacolo.
La voce narrante, che si modula anche in canto, è quella di Laura Mirone la quale si interpone ai dialoghi tracciando, con la sua parola/suono, i tratti salienti della vicenda.
Inserita nella cornice monumentale della chiesa di San Gennaro all’Olmo, la scena è definita da pochi oggetti: un tavolo, uno sgabello, delle candele (ognuna di un colore differente legata ad un Dio) e, posti sui lati, un pianoforte e tre atabaques, i tamburi sacri utilizzati durante le cerimonie religiose del Candomblè. Al piano, Tullio Garbari esegue musiche del compositore francese Claude Debussy alternandosi, in un affascinante sincretismo musicale, al ritmo prodotto dagli atabaques.
Ma prima che tutto prendesse vita, permettendo di immergersi con gusto, olfatto e udito in una cultura lontana, ad accogliere lo spettatore è Ana Auxiliadora Estrela, danzatrice e insegnante della danza degli Orixà e fondatrice del progetto Origens, che permette la diffusione della cultura brasiliana tramite canto, danza, artigianato e gastronomia. Quest’ultima intona un canto Yorubà e consente al pubblico di vivere una piccola esperienza culinaria, offrendo un aperitivo di benvenuto con cibi e sapori tipici della cucina di Salvador de Bahia, sua città natale.
Peraltro, lo spettacolo è perfettamente il linea con l’idea di fondo della rassegna, che per questa edizione sceglie ‘Storie di migranza’ come parola d’ordine. Dunque, cosa più di un ‘cunto’ orale radicatosi in Brasile, in seguito alla trasmigrazione, seppur brutale e involontaria, degli schiavi africani in America Latina, nei secoli passati, può esprimere tutto ciò?
Daniela Campana
I viaggi di Capitan Matamoros
biglietti: 12,00 € intero, 10,00 € ridotto (studenti e over 65)
contatti: info@enkaipan.com – www.iviaggidicapitanmatamoros.com – 339 623 52 95 (anche whatsapp)