Andy Wharol: la creatività dell’artista prende forma al TRAM
L’arte e la vita dell’icona americana, tra contraddizioni e successi, denaro e fallimento rivivono, per la regia di Mirko Di Martino, nello spazio di Port’Alba trasformato per l’occasione in un locale underground della New York degli anni della Pop Art.
La nuova stagione del TRAM, il teatro di Port’Alba gestito dall’associazione Teatro Dell’Osso, apre con uno spettacolo incentrato sulla figura di Andy Wharol – Exploding Plastic Wharol, scritto e diretto da Mirko Di Martino con Orazio Cerino, Titti Nuzzolese, Angela Bertamino, Antonella Liguoro, Dario Tucci in collaborazione con Vissi d’arte Festival – trasformando, fino al 15 ottobre, lo spazio scenico in palcoscenico-passerella dove si alternano alcune delle figure simbolo della vita dell’artista della Pop Art.
Andy Wharol, una vera e propria icona più dei suoi stessi quadri passati ormai alla storia per il tripudio di colori e di immagini emblematiche di un periodo d’oro per la scena artistica americana, è il fondatore di un luogo cult in quel periodo, la Factory. Infatti è intorno a lui che ruota la maggior parte dell’ambiente culturale/artistico degli anni ’60, ed è accanto a lui che le persone vengono trasformate in superstar.
Musica, colori e droga non potevano mai mancare alla Factory dove ognuno portava non solo i propri talenti ma soprattutto le proprie stravaganze, i propri eccessi e le proprie debolezze. Sono collaboratori artistici, protagonisti dei suoi film o anche semplicemente invitati delle molteplici feste che si tengono nello studio più famoso e brulicante di vita di New York. Serigrafie, dischi, film: tra quelle quattro mura è nata la Pop Art, il disco simbolo dei Velvet Undergound, le canzoni di Lou Reed; tra quelle quattro mura piene di fumo e droga si è compiuta la storia di alcuni simboli degli anni sessanta americani.
Una Marlyn Monroe (Titti Nuzzolese) nella versione stilizzata dallo stesso Wharol, ci accoglie con una forte presenza scenica sulla pedana per interrogare l’artista (Orazio Cerino), caratterizzato finemente proprio come è l’immaginario più noto, costruendo così una specie di confessione memoriale della sua vita, agendo quasi come un grillo parlante che intende portarlo a riconoscere le origini e gli scopi delle proprie azioni. Alle domande e riposte – indagatrici e spesso infervorate le prime, laconiche e pacate le seconde – si alternano alcune delle persone che incrociando la vita di Wharol sono balzate alla ribalta.
Edie Sedgwick (Antonella Liguoro) è la primissima superstar di Andy, una povera piccola ricca ragazza – come lui stesso la etichetta in un film in cui è protagonista – che incontra a metà degli anni sessanta. È dannatamente bella e affascinante, incapace di volersi bene ma allo stesso tempo piena di vita. Andy quando la conosce ne rimane folgorato, la adora la porta ovunque e la fa diventare la sua musa, la sua superstar. Diventano una coppia artistica simbiotica, partecipano a tutte le feste che contano, la loro presenza fa la differenza in qualunque luogo si trovino eppure lei poi gli rinfaccerà di averla sfruttata e distrutta come donna.
“Freddie” Herko (Dario Tucci) è un altro dei personaggi che si potevano incontrare alla Factory, artista poliedrico, nato come pianista è divenuto famoso come ballerino e fondatore della Judson Dance Theater, il collettivo artistico che rompe gli schemi della danza classica e porta la quotidianità e il mondo reale nelle performances. Anche Freddie è una personalità eccessiva, debole e brillante allo stesso tempo e profondamente legato alle droghe. Anche lui orbita per un periodo intorno a Wharol, che attrae ma come un fuoco scotta, fino a chiudere la propria vita con un sublime assolo di danza culminante con un volo dalla finestra.
L’ultimo personaggio che si presenta sul palco pedana è Valerie Solanas (Angela Bertamino), femminista radicale nonché artista frequentatrice dello studio che nel 1968 sparò a Warhol proprio nell’atrio dello studio indignata perché lui non aveva mostrato interesse verso una sua sceneggiatura, perdendo, anzi, la copia che gli aveva consegnato.
Lui, l’anfitrione che adora circondarsi di personaggi incredibili sempre nascondendo la sua reale natura e tenendo il mondo a distanza tanto da identificarsi con la stessa maschera che si è creato, è qui pacato, calmo a tratti regale nel suo modo di essere, come un re circondato dalla sua corte dei miracoli, sopraffatto dalle parole e dai gesti che con molta enfasi i vari interlocutori attribuiscono alla sua persona e alla sua influenza.
Grazie alla struttura drammaturgica a intetrvista, alla scenografia vivace, alla bravura di ogni attore nel caratterizzare il proprio personaggio sottolineandone le sfumature e il lato più intimo, lo spettacolo – nato e realizzato appositamente per il TRAM con un allestimento suggestivo e non convenzionale che si avvale della collaborazione prestigiosa dell’Accademia di Belle Arti di Napoli – mette in scena il lato umano di Andy Wharol solitamente nascosto dal personaggio del grande ed eclettico artista in maniera dinamica e coinvolgente. E dopo questo viaggio nel tempo e nelle sfumature più eccessive dell’uomo, proprio come se fossimo seduti sull’iconico divano rosso, immersi nella musica nelle parole e nella bellezza della Factory, in compagnia delle superstar di quei favolosi anni, siamo finalmente anche noi pronti a partecipare con loro alla prossima festa guidati dall’unico e inimitabile Andy Wharol.
Irene Bonadies
TRAM
via Port’Alba 30 – Napoli
contatti: http://www.teatrotram.it/ – info@teatrotram.it