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A due anni dall’alluvione che colpì Benevento e devastò il teatro, il direttore artistico, Peppe Fonzo, in occasione della presentazione del cartellone teatrale, racconta in un’intervista l’inizio di questa rinascita. 

Foto Vitox Manfrè

Foto Vitox Manfrè

Lo scorso 7 ottobre è stata inaugurata la nuova sede del Magnifico Visbaal Teatro, in via Fimbrio, a pochi passi dal Teatro Romano e dall’università, nel cuore del centro storico di Benevento. Costretto ad una forzata pausa, a causa dei danni procurati dall’alluvione che il 15 ottobre 2015 colpì la città e devastò i locali del teatro, Magnifico Visbaal #RitornaMagnifico, come evidenzia l’hashtag con cui si apre il comunicato di presentazione del cartellone. Il messaggio è chiaro ed è ribadito anche dalla perentoria “Ogni fine è una rinascita” e dalla più scherzosa “Dopo i fanghi siamo più belli”, assunti a mo’ di slogan dallo spazio culturale. La caparbietà e i tanti attestati di stima e solidarietà giunti, dopo l’accaduto, hanno dato forza nuova al direttore artistico del teatro, Peppe Fonzo, affinché il progetto, nato nel 2006 non finisse con quella catastrofe.
A distanza di due anni, il cartellone 2017-2018 rimarca l’orientamento e lo sguardo attento del Magnifico nei confronti del teatro contemporaneo e della sperimentazione. Dopo un’anteprima di stagione, in programma stasera 14 ottobre, che vede proprio Peppe Fonzo, autore, regista e interprete di Fosco (storia de nu matto), pièce ispirata a Lu Frasulino di Domenico Modugno, l’offerta teatrale prosegue con Fuje Filumena (3-4 novembre), riscrittura maschile di Filumena Marturano di cui è protagonista Luigi Credendino e autore e regista lo stesso Fonzo. Angelo Colosimo, porta in scena il suo Bestie rare (17-18 novembre), semi-dramma in lingua calabra, per la regia di Roberto Turchetta; Aspettando Medea di Teatro Segreto, per la regia di Nadia Baldi, scritto dalla stessa insieme a Franca Abategiovanni e Antonella Ippolito, sarà in scena il 1 e 2 dicembre; mentre il 15 e il 16 dicembre i testi di Enzo Moscato, Giuseppe Patroni Griffi, Annibale Ruccello e Francesco Silvestri comporranno la Chiromantica ode telefonica agli abbandonati amori di e con Roberto Solofria e Sergio del Prete. Il buco, monologo tragicomico di Roberta Calandra, con Nadia Perciabosco e per la regia di Laura De Marchi è previsto per il 12 e il 13 gennaio; e ancora Ichòs Zoe Teatro è presente con La sposa sola (26-27 gennaio), scritto e diretto da Salvatore Mattiello, a cui segue Ad un passo dal cielo (W LA MAFIA) lo spettacolo scritto ed interpretato da Aldo Rapè con la regia di Nicola Vero, in programma il 9 e il 10 febbraio; e inoltre a marzo Roberto Azzurro porta sul palco la scrittura di Cristian Izzo in Scarrafunera (9-10 marzo). Con la primavera si arricchisce l’offerta culturale di Magnifico Visbaal, infatti per il 23 e il 24 marzo è prevista una open-class con Davide Iodice, ideatore della Scuola Elementare del Teatro, conservatorio popolare delle arti della scena. A concludere il cartellone, il 13 e 14 aprile, il Nuovo Teatro Sanità porterà sul palcoscenico beneventano Le regole del giuoco del tennis, testo di Mario Gelardi diretto da Carlo Caracciolo ed interpretato da Carlo Geltrude e Riccardo Ciccarelli: storia di un’amicizia, o forse qualcosa di più, sui rimpalli di una partita a tennis.
Entusiasmo, impegno, pazienza e forza di volontà hanno fatto sì che il Magnifico Visbaal Teatro tornasse in piedi con le proprie forze, non deludendo le aspettative del pubblico e in linea con la sua storia. A raccontare questa storia, in parte scritta e in parte ancora da scrivere è il direttore artistico, Peppe Fonzo, a cui abbiamo rivolto alcune domande:
“Siamo condannati a morire”, queste le sue ultime parole nell’appello, pubblicato da QuartaParete nell’ aprile 2016, in seguito all’alluvione del 15 ottobre 2015. Ne è trascorso di tempo da allora e l’esperienza del Magnifico Visbaal non si è fermata, d’altronde “il teatro non si ferma, non può fermarsi”, come ha ricordato il critico Giulio Baffi in un messaggio di solidarietà dopo l’accaduto. Cosa è successo da allora fino ad oggi, a distanza di due anni. Qual è stato il silenzioso percorso del Magnifico Visbaal?
È vero il teatro non può fermarsi, e in effetti non ci siamo mai fermati nonostante gli attimi difficilissimi! Anche se, vedere distrutto un lavoro di anni, non è una cosa facile da mandare giù. Abbiamo alternato momenti di sconforto e frustrazione a slanci di fiducia verso il futuro. Devo dire soprattutto grazie ai tantissimi attestati di stima e solidarietà ci siamo sentiti meno soli e questi, uniti alla mia ostinazione ci hanno permesso di ricominciare. Grazie a questa caparbietà abbiamo anche vinto il Premio Landieri due anni fa, ma non è stato celebrato. Comunque dopo aver assorbito il colpo ci siamo dati una mossa e abbiamo ripreso a cercare luoghi capaci di ospitare il teatro, ma ovviamente non è stato facile. Intanto la nostra attività non si poteva fermare, tranne il laboratorio permanente che è stato sospeso, abbiamo continuato a produrre e a provare nei luoghi più disparati. “Fuje Filumena” ad esempio, che ha debuttato l’anno scorso al Nuovo Teatro Sanità, è stato creato interamente in una cucina. Così come “Meat” il progetto realizzato per Quartieri di Vita del Napoli Teatro Festival è stato pensato e provato nel mio salone. Insomma allestire uno spettacolo partendo da una stanzetta di quindici metri quadrati è stata una vera follia, ma ce l’abbiamo fatta. Queste sono situazioni che solo i teatranti che vengono dal niente come noi sanno sostenere, sappiamo trovare risorse anche negli sgabuzzini. In questo senso il nostro lavoro è stato silente, senza proclami, piagnistei, noi lavoriamo, produciamo e speriamo di arrivare al pubblico con il nostro fare.

Magnifico Visbaal

La nuova sede

Il cartellone 2017-2018 mette in evidenza una solida rete di collaborazione con le realtà teatrali campane circostanti. Su cosa si basa e come si costruisce questo rapporto di condivisione culturale?
Si basa soprattutto sulla fiducia reciproca che solo il tempo può far maturare, poi ovviamente ci sono le affinità artistiche, umane ed emotive.  Sono diversi anni che siamo in contatto con il Teatro Civico 14 di Caserta (ora Spazio X), con loro c’è un rapporto di vera amicizia, e poi condividiamo lo stesso sapore di provincia, noi in fin dei conti siamo la seconda periferia della grande metropoli che è Napoli. A questa rete di conoscenze si sono aggiunte altre realtà, tra cui il Nuovo Teatro Sanità. Con il tempo siamo diventate un bel numero e ora stiamo creando una rete di piccoli spazi teatrali per avere voce in capitolo per il riconoscimento istituzionale del nostro lavoro e della nostra presenza. Ma la strada è ancora lunga.
Un bilancio di questi anni: la “città dei teatri”, che rapporto ha col teatro?
Il bilancio è sicuramente positivo, abbiamo creato tanto, ci siamo radicati nel territorio e ora siamo riconosciuti anche fuori grazie ad un lavoro costante e certosino, ma siamo al 40% delle nostre potenzialità. Crescere è un imperativo che non mi stanco mai di ripetere, è un mantra. In fondo basta un attimo per cadere nel dimenticatoio: con il teatro, poi, non resta nessuna traccia…  La città dei teatri purtroppo vive un momento di stasi abulica, non c’è molta attenzione per il nostro lavoro. Purtroppo il teatro è visto come una nicchia per intellettuali, si punta solo sull’intrattenimento.  Ahimè…
Quali i progetti e i sogni di Peppe Fonzo e di Magnifico Visbaal?
Progetti tanti, troppi per il tempo a disposizione. Sogni: vincere l’Ubu! Ma mi accontento anche dell’Oscar.

Antonella D’Arco

 

Info e contatti: http://www.magnificovisbaal.it/

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