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In prima assoluta al ntS’ il nuovo lavoro di Sarasole Notarbartolo che indaga con lievità intorno alle conseguenze del non detto.

Caipirinha Caipirinha!

Fonte foto Ufficio stampa

La Caipirinha «è un cocktail che picchia duro, dal grado alcolico alto. La sua dolcezza di fondo e il sapore aromatico del lime annullano la potenza alcolica del drink, che sembra semplice perché ha un gusto delizioso, ma va giù che è un piacere»; la Caipirinha ti inganna, ti inebria, ti prende, proprio come l’amore, fulcro della narrazione di questo spettacolo.
Scritto e diretto da Sarasole Notarbartolo, e andato in scena dal 20 al 22 ottobre al Nuovo Teatro Sanità che ne ha ospitato il debutto, Caipirinha, Caipirinha! ci pone di fronte ad un tempo non tempo – per mezzo dei costanti passaggi tra passato e presente – in cui si staglia la storia di tre amici di un paesino imprecisato della Puglia – Vincenzo (Giovanni Granatina), Walter (Fabio Rossi) e Bob (Andrea de Goyzueta), proprietario del Bar di cui vediamo in scena il solo bancone – tutti innamorati della stessa donna, Wilma, figura quasi onirica poiché non ha corpo, né volto o voce nella rappresentazione.
Vincenzo la ama e la sposa: il loro è un amore abituale, ordinario. Walter ne è innamorato da sempre – «Nascere e innamorarsi di lei!», chiosa -, la desidera, la brama, vuole i suoi baci rubati e le mezz’ore d’amore. E poi c’è Bob – apparentemente estrinseco a tale sentimento nei primi istanti della storia -, preso allo stesso modo dei suoi amici.

Caipirinha Caipirinha!

Fonte foto Ufficio stampa

Con una drammaturgia graduale, ma non cronologica, la Notarbartolo cuce e rappresenta un testo delicato, che – come affermato dalla stessa autrice – pone davanti ai nostri occhi «le conseguenze del non detto (…), una cosa indicibile, teneramente indicibile, assolutamente indicibile: il tradimento per amore di qualcuno che si ama».
E dalla leggerezza iniziale si arriva in maniera ascendente, come in un climax, all’affanno finale dell’agire di Bob: lui che non ammette mai esplicitamente di essere innamorato di Wilma; lui che, a differenza di Walter, non dà alcun segno di voler farla finita; e ancora lui che non ha alcuna intenzione di fare del male alla sua amata (al contrario di Vincenzo che vediamo meditare sui possibili anni di prigione per un eventuale omicidio), ma è proprio lui che impugnerà la pistola e ucciderà Wilma – si ode un colpo in scena – e poi porrà fine alla sua vita, con un cocktail unito a dei barbiturici. “Le conseguenze del non detto” sono fatali.
Tutta la vicenda si snoda attraverso diversi episodi della vita dei tre uomini protagonisti, alcuni dei quali particolarmente significanti, evidenziati da motivi sonori atti a comporre la colonna sonora della messinscena (prodotta da Taverna Est Teatro in collaborazione con Ex Asilo Filangieri e Nostos Teatro): la coinvolgente What a Feeling (del popolare ‘Flashdance’) accompagna Vincenzo, ancora ragazzino, nei suoi timidi tentativi di approccio a Wilma; la poesia di Dio come ti amo è utilizzata per esprimere questi tre profondi amori, tattili ed effimeri allo stesso tempo; mentre sulle note di Un’altra vita di Franco Battiato si chiude lo spettacolo: «Certe notti per dormire mi metto a leggere / e invece avrei bisogno di attimi di silenzio. / Certe volte anche con te, e sai che ti voglio bene, / mi arrabbio inutilmente senza una vera ragione. (…)  Non servono tranquillanti o terapie / ci vuole un’altra vita…».

Daniela Campana

Nuovo Teatro Sanità
piazzetta San Vincenzo 1, Napoli
contatti: 3396666426 – info@nuovoteatrosanita.it – www.nuovoteatrosanita.it

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