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Gli spettacoli in scena in Campania dal 27 al 3 dicembre.

White Rabbit Red Rabbit White Rabbit Red Rabbit
Di: Nassim Soleimanpour
Quando: 27 Novembre
Luogo: Piccolo Bellini
Orario: feriali ore 21:00
Interprete: Enrico Ianniello
Sinossi: Il teatro Bellini accoglie White Rabbit, Red Rabbit, un esperimento sociale in forma di spettacolo. Per 6 lunedì il pubblico potrà vivere un momento unico, di forte empatia e condivisione: un attore porterà in scena un testo che non ha mai letto, senza regia e senza aver fatto prove. Infatti, solo dopo essere salito sul palco potrà aprire la busta sigillata contenente il copione che dovrà leggere al pubblico. Una sedia, un leggìo e due bicchieri sono gli unici elementi concessi all’interprete che, accettando di partecipare, ha accettato una sfida si ma armato di ironia e leggerezza e senza aver mai visto lo spettacolo (ai giornalisti si chiede di non svelarne il contenuto e di condividere solo le impressioni percepite) deve arrivare sul palco e iniziare a giocare con il testo, rispettando alcune regole. Il progetto White Rabbit, Red Rabbit è di Nassim Soleimanpour; l’autore iraniano, poiché impossibilitato a lasciare il suo paese per motivi politici, ha creato uno spettacolo che gira il mondo al suo posto, durante il quale gli spettatori si uniscono all’attore di turno per intraprendere, insieme, un viaggio verso l’ignoto, una vertiginosa caduta verso una destinazione sconosciuta dove soltanto il teatro è in grado di condurre.
Info e prenotazioni: 0815499688 | botteghino@teatrobellini.it

 

Le-Baccanti-regia-Andrea-De-Rosa-foto-Marco-Ghidelli-7Le Baccanti
Di: Euripide
Adattamento e regia: Andrea De Rosa
Quando: dal 28 novembre al 3 dicembre
Luogo: Teatro Mercadante
Orario: 28 nov. e 1 dic. ore 21:00; 29, 30 nov. ore 17:00; 2 dic. ore 19.00; 3 dic. Ore 18:00
Interpreti: Marco Cavicchioli, Cristina Donadio, Ruggero Dondi, Lino Musella, Matthieu Pastore, Irene Petris, Federica Rosellini, Emilio Vacca, Carlotta Viscovo e con Marialuisa Bosso, Francesca Fedeli, Serena Mazzei
Sinossi: «Le baccanti di Euripide è un testo che pone numerose sfide a chi lo voglia mettere in scena – spiega il regista Andrea De Rosa – la prima e la più importante delle quali consiste nell’essere l’unica tragedia il cui protagonista è un dio (Dioniso). Come rappresentarlo? Come mettere in scena un dio? “Dio è morto”, scrisse Nietzsche più di un secolo fa e, a dispetto delle assurde guerre di religione che ancora si affacciano all’orizzonte della nostra storia recente, quella sentenza di morte sembra irreparabile e definitiva. Ma il sacro? Il misterioso? Sono anch’essi spariti per sempre dalle nostre vite? Che senso dare oggi alla presenza di un dio sulla scena, in un mondo in cui l’orizzonte del sacro sembra perduto per sempre? Il teatro è ancora il luogo dove un dio può prendere vita? dove possiamo ancora ascoltare la sua voce e, soprattutto, ancora interrogarlo? Mosso da tutte queste domande, ho deciso di mettermi sulle tracce di Dioniso, il dio che da sempre ci affascina per il suo stretto legame con il senso di perdita di sé stessi e con la vertigine che ad esso si accompagna. È un dio difficile da afferrare, fragile e contraddittorio, insieme uomo e donna, debole e potente, creativo e distruttivo ma la posta in gioco è altissima perché egli promette agli uomini – attraverso il vino, la droga, la danza, la musica, il sesso e la morte – la liberazione dal dolore”.
Info e prenotazioni: www. teatrostabilenapoli.it; tel. 081.5524214 | Biglietteria tel. 081.5513396

 

DL134_LAVITAFERMA_1047La vita ferma: dramma sul dolore del ricordo
Scritto e diretto da: Lucia Calamaro
Quando: dal 28 Novembre al 3 Dicembre
Luogo: Piccolo Bellini
Orario: feriali ore 21:15; domenica ore 18:30
Uno spettacolo di: Vincenzo Incenzo
Interpreti: Riccardo Goretti, Alice Redini, Simona Senzacqua
Sinossi: La Vita Ferma è uno spazio mentale dove si inscena uno squarcio di vita di tre vivi qualunque – padre, madre, figlia – attraverso l’incidente e la perdita. Una riflessione sul problema del dolore-ricordo, sullo strappo irriducibile tra i vivi e i morti e su questo dolore è comunque il solo a colmare, mentre resiste. Un dramma di pensiero in tre atti che accoglie, sviluppa e inquadra il problema della complessa, sporadica e sempre piuttosto colpevolizzante, gestione interiore dei defunti.
Info e prenotazioni: 0815499688 | botteghino@teatrobellini.it

 

immagineA porte chiuse – Dentro l’anima che cuoce
Drammaturgia di: Andrea Adriatico e Stefano Casi
Quando: dal 28 al 30 Novembre
Luogo: Galleria Toledo
Orario: feriali ore 20:30; domenica ore 18:00
Interpreti: Gianluca Enria, Teresa Ludovico, Francesca Mazza, Leonardo Bianconi e con l’amichevole partecipazione di Angela Malfitano e Leonardo Ventura
Regia: Andrea Adriatico
Sinossi: In pochi hanno ritratto le contraddizioni del modello borghese della società occidentale, tanto lucidamente quanto ferocemente, come Jean-Paul Sartre: la compagnia Teatri di Vita di Andrea Adriatico, seguendo il filo rosso che lega alla filosofia del Novecento, porta in scena un testo “dannato” nel quale i protagonisti, tre persone morte e il loro anfitrione, sono calati in un oltretomba laico e materico non dissimile dalla realtà, dove la convivenza forzosa è l’eterna condanna. Andato per la prima volta in scena nel maggio del 1944, poco prima della liberazione di Parigi dall’occupazione nazista, la pièce è una durissima riflessione etica in cui l’essere umano, “condannato a essere libero”, è influenzato dalle proprie stesse azioni e nel far questo si rivela al contempo vittima e carnefice per sé stesso e per gli altri individui, libero nella prigionia della scelta soggettiva che discrimina tra bene e male. Una via da percorrere, per spiegare e comprendere gli aspetti decadenti e disumani della nostra società in divenire, in cui è sempre e solo l’essere umano ad assumere una posizione centrale, a partire da una visione antropica che vede riflesse nelle azioni dei singoli la condizione dell’intera società: Nessuno è innocente.
Info e prenotazioni: 081425037 – 08142582 – segreteria.galleriatoledo@gmail.com

 

Teresa Saponangelo e Andrea Renzi ne il IL SACRIFICIO DI EVA IZSÀK regia Alessandra Felli credit marco ghidelliIl sacrificio di Éva Izsák
Dal romanzo omonimo di: Januaria Piromallo
Adattamento e Regia: Alessandra Felli
Quando: dal 28 novembre al 3 dicembre
Luogo: Ridotto del Mercadante
Orario: 29, 30 nov e 3 dic. ore 21:00; 28 nov. e 1 dic. ore 18:00; 2 dic. Ore 17:00
Interpreti: Teresa Saponangelo e Andrea Renzi
Sinossi: Quella della giovane ebrea ungherese Éva Izsák, fatta suicidare nell’estate del 1944 a diciannove anni e mezzo, è una storia vera e atroce. Atroce perché a decretare la morte della ragazza fu colui che l’avrebbe dovuta proteggere: l’amico Imre Lipstiz, ventiduenne, che qualche anno dopo cambiò nome per diventare Imre Lakatos, il famoso filosofo erede di Popper. Éva si fidava di lui e degli altri resistenti perché era come loro. Erano tutti giovani, molti di famiglia ebrea, in fuga dai nazisti, comunisti, si chiamavano “compagni” e si preparavano a costruire la nuova Ungheria. «Il sacrificio di Éva Izsák – annota la regista Alessandra Felli – racconta innanzitutto una storia che ha tutto il sapore del disincanto… una vicenda dove deflagrano i principi di moralità e giustizia, quei presupposti che sono fondamento e garanzia di ogni patto sociale che si stabilisce tra gli individui appartenenti a una stessa comunità. Il racconto delle peripezie di Eva, che segue passo dopo passo le tracce di una storia esemplare, tipica di una dottrina che ha reinterpretato il marxismo, è ricolmo di personaggi che hanno completamente perso il proprio senso etico. Questo è il testamento che il pubblico è chiamato a custodire, diventando l’ultimo depositario di una staffetta di testimonianze che hanno attraversato la Storia».
Info e prenotazioni: www. teatrostabilenapoli.it; tel. 081.5524214 | Biglietteria tel. 081.5513396

 

_DSC9071Quel gran pezzo della Desdemona – Tragedia sexi all’italiana
Di: Luciano Saltarelli
Quando: dal 28 Novembre al 3 Dicembre
Luogo: Teatro Bellini
Orario: feriali ore 21:00; mercoledì ore 17:30; sabato ore 17:30 e 21:00; domenica ore 18:00
Regia: Luciano Saltarelli
Interpreti: Rebecca Furfaro, Giovanna Giuliani, Luca Sangiovanni, Luciano Saltarelli, Giampiero Schiano
Sinossi: Desdemona è la classica giovane ragazza di buona famiglia, appena diplomata in un collegio svizzero. È bella e sensuale, un po’ ingenua ed è l’amatissima figlia unica del Commendator Brambilla, uomo gaudente, proprietario di una fabbrica di inquietanti manichini dove lavora Moro, emigrato napoletano, valentissimo operaio, muto per le conseguenze traumatiche di un atto d’eroismo. Desdemona si innamora di Moro per questa sua unicità e attorno ai due amanti si muovono gli altri artefici degli eventi: Jago, l’infido compaesano di Moro, prima collega e poi sottoposto, artefice per bramosia di potere della subdola macchinazione; Emilia, lugubre moglie di Jago e inconsapevole complice degli inganni del marito; Cassiolo, sciocco operaio di infimo ordine e pedina essenziale nelle mani di Jago. La trama shakespeariana si adagia sui personaggi, deformata dal filtro parossistico della commedia sexy anni ’70. Tali alterazioni tipiche del contesto storico e sociale di oltre quarant’anni fa, evidenziate anche nell’originale commento musicale di Federico Odling, costituiscono le linee essenziali di questa riscrittura scenica.
Info e prenotazioni: 0815499688 | botteghino@teatrobellini.it

 

salemmeUna Festa Esagerata
Di: Vincenzo Salemme
Quando: dal 29 novembre al 3 dicembre
Luogo: Teatro Diana
Orario: mercoledì – sabato ore 21:00, domenica ore 18:00
Regia: Vincenzo Salemme
Interpreti: Nicola Acunzo, Vincenzo Borrino, Antonella Cioli, Sergio D’auria, Teresa del Vecchio, Antonio Guerriero, Giovanni Ribò Mirea, Flavia Stellato
Sinossi: “Una festa esagerata!” nasce da un’idea che avevo in mente da tempo, uno spunto che mi permettesse di raccontare in chiave realistica e divertente il lato oscuro e grottesco dell’animo umano. Non dell’umanità intera ovviamente, ma di quella grande melassa/massa dalla quale provengo, quel blocco sociale che in Italia viene definito “piccola borghesia”. Volevo parlare delle cosiddette persone normali, di coloro che vivono nascondendosi dietro lo scudo delle convenzioni, coloro che vivono le relazioni sociali usando il codice dell’ipocrisia come unica strada per la sopravvivenza. Sopravvivenza alle “chiacchiere”, alle “voci”, ai sussurri pettegoli e sospettosi dei vicini. E sì, perché io vedo la nostra enorme piccola borghesia come un grande condominio, fatto di vicini che si prestano lo zucchero, il termometro e si scambiano i saluti ma che, al contempo, sono pronti a tradirsi, abbandonarsi e, in qualche caso estremo, anche a condannarsi a vicenda. Non è la prima volta che questo ventre antico del nostro paese viene messo in commedia ma l’idea dalla quale parto mi sembra molto efficace in questo momento storico fatto di conflitti internazionali, guerre di religione e odi razziali. La barbarie, temo, nasconda sempre dietro un alibi. Ognuno trova sempre una buona ragione per odiare l’altro. Ma quel che temo ancora di più é l’odio che si nasconde dietro il velo sorridente della nostra educazione. Temo il buio del nostro animo spaventato. Temo la viltà dettata dalla paura. Temo il sonno della ragione. Spero che questa commedia strappi risate e sproni al dialogo. Un dialogo tra persone. Che si rispettano e, seppure con qualche sforzo, provino a volersi bene.
Info e prenotazioni: 0815567527 | 0815784978 | teatrodiana.it

 

79912_oscarNu bambeniello e tre san Giuseppe
Di: Gaetano Di Maio e Nino Masiello
Quando: dal 30 Novembre al 4 Dicembre
Luogo: Teatro Trianon
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Oscar di Maio, Alessandra Borrelli, Giuseppe Migliaccio, Ciro Scherma e Stefano Sannino, dai giovani Fabio Reale, Mary Esposito, Valeria Ariota e da Luca Giacometti e Rosario Barra.
Regia: Stefano Sannino
Sinossi: La commedia è ambientata agli inizi degli anni sessanta in un piccolo paesino alle porte di Napoli, dove Carmelina, spinta dalla madre Lionora ma non dal padre Pasquale per sfuggire ad una realtà claustrofobica e provinciale, accetta di recarsi a Roma, a Cinecittà, dove, contrariamente ai sogni e alle speranze che aveva riposto nel mondo incantato della celluloide, ai facili guadagni e alla grossolana popolarità, si ritroverà a girare un volgare filmetto hard, destinato ad un pubblico dalle semplici e becere emozioni. Pasquale racconta la terribile vicenda all’amico Filiberto il quale sembra molto interessato a vedere Carmelina nuda come l’ha fatta la madre. La ragazza verrà così bollata dai suoi compaesani come “svergognata, donna dai facili costumi”. In seguito la ragazza scoprirà di essere incinta, tesi confermata anche da Petrosina, l’ostetrica del paese. Il padre del nascituro sarà per tutti incerto: potrebbero essere lo scemo del villaggio Luigino, Nicolino venditore di uccelli, l’avv Pianese o il vero fidanzato della ragazza, Giovannino, emigrato in Germania per guadagnarsi da vivere.
Info e prenotazioni: 081 2258285 | boxoffice@teatrotrianon.org

 

SCARRAFUNERA_Roberto_Azzurro_03Scarrafunera
Di: Cristian Izzo
Quando: dal 30 Novembre al 3 Dicembre
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: feriali ore 21:00, domenica ore 18:00
Interprete: Roberto Azzurro
Sinossi: Scarrafunera prova a elevare, inizialmente, la concezione del coleottero a essere antropomorfo, dotato di intelletto, che inizia a lamentarsi del luogo di residenza, per manifestare, poi, la volontà di volerlo abbandonare. Attraverso argomentazioni e osservazioni di un mondo ipertrofico, si concretizza un continuo movimento spasmodico, convulso, ma, fondamentalmente, immobile.
“Finalmente – spiega Roberto Azzurro – senza ricorrere al favoloso Gregor Samsa di Kafka, eccone un altro, senza nome, ma fatto di versi. E, nell’intento di diventare altro sulla scena, un “altro” apparentemente così lontano da noi. Quando ho incontrato Scarrafunera di Cristian Izzo, mi sono reso conto che, poi, non ero così tanto lontano”.
La scarrafunera è un nido di scarafaggi. Proprio da qui prende vita la riflessione sulla somiglianza naturale tra l’uomo e lo “scarrafone”, che non ha nulla a che vedere con i ben noti cliché riguardanti lo schifo e il ribrezzo provocati da questo antipatico essere vivente, e più vicina a quanto detto da Joyce in “Dubliners”, o da Dickens in “Hard Times”. L’essere umano, come lo scarrafone, non si percepisce come membro di una collettività, ma si come principio e fine di un Universo a sé stante. In questo continuo affermarsi e prevaricarsi di “ego” ipertrofici, crea un movimento spastico, violento, convulso e continuo, pur restando sempre immobile, nello stesso punto. Una pesante immobilità, un’irrisolutezza nevrotica, che sembra entrata nella quotidianità, di chi s’illude di conquistare il Mondo, rubando la mela del vicino, mentre lui non è in casa, perché occupato a rubare un’altra mela, a un altro vicino, magari, proprio a lui. Gli “abitanti” cercano di sopravvivere, gli uni alle spalle degli altri, dove anche l’atto intimo non è un fine procreativo, ma solo un movimento convulso nel sopraffare l’altro. Scarrafunera, sotto un’apparente effervescenza, affronta i temi della convivenza, della famiglia, della morte, dell’inesistente rapporto con una madre generatrice e non mamma, dove l’unico incontro resterà indelebile per quel che sarà, poi, l’esito finale.
Info e prenotazioni: 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)

 

strafaust-3Strafaust
Scritto e diretto da: Massimo Maraviglia
Quando: dal 30 Novembre al 3 Dicembre
Luogo: Teatro TRAM
Orario: feriali ore 21:00, domenica ore 18:00
Interpreti: Giulia De Pascale, Massimo Finelli, Daniele Sannino, Giovanni Scotti
Sinossi: Strafàust è una scrittura originale che trova le sue radici ideative in quello che Jan Watt definisce in un suo noto saggio, uno dei miti dell’individualismo moderno: Faust. Più specificamente, il testo assorbe la sostanza narrativa dall’omonima opera di Goethe e, in piccole parti, anche da quella omonima di Marlowe, dal Doctor Faustus di Mann e da Il Maestro e Margherita di Bulgakov. Strafàust, insomma, è l’erede degenere dei Faust che l’hanno preceduto. A differenza dei suoi predecessori, però, Strafàust ha già ottenuto e posseduto tutto, nulla più ha da rivendicare o da desiderare, nessun patto, nessun limite di tempo, nessuna condizione argina la sua infinita possibilità. Cosa accade allora quando nessun desiderio, nessun vincolo o necessità supporta una scelta? Questo è il principio tragicomico di Strafàust (che è un Faust strafatto, stracco, straniato, stramazzato, strabuzzante, stramorto, straniero persino a se stesso), che vaga anestetizzato nell’assenza di orizzonti, condannato a marcire in un’eternità venuta male, immobile e indifferenziata, conseguenza di un abuso di elisir di lunga vita tracannata a garganella. Inerte e immune rispetto a ogni forma di antinomia, privo d’ogni limite, possessore di una libertà incondizionata dunque ineffettuale, Strafàust si è trasformato in un asino di Buridano che – per giunta – non ha neanche fame. Dovrebbe soltanto morire, ma il tepore umidiccio dell’essere nel mondo e l’assenza di attrito con esso, lo hanno precipitato in una sorta di immoto perpetuo dal quale il pietoso e ridicolo Mefisto – con la sua complice Margherita – proverà a salvarlo, per liberare entrambi dal copione già scritto di cui sono prigionieri.
Info e prenotazioni: 0811875 2126 | whatsapp 342 1785 930 | info@teatrotram.it

 

si salòvi chi puòSi salvi chi può!
Quando: dal 1 al 3 dicembre
Luogo: Nuovo Teatro Sanità
Orario: venerdì e sabato ore 21; domenica ore 18
Interpreti: Laura Borrelli, Agostino Chiummariello, Luigi Credendino, Michele Danubio, Pio Del Prete, Ciro D’Errico, Vittorio Passaro, Rosaria Russo, Roberta Serrano, Ferdinando Smaldone
Trama: «Si salvi chi può! È davvero questa l’unica cosa da fare? Si chiede l’autore e regista dello spettacolo Michele Danubio. In un tempo senza maestri né nobili ideali abbiamo le tristi motivazioni per crederlo necessario. Nessuno ha la ricetta ma è certo che senza amore non si riuscirebbe a fare due passi insieme. Questa commedia è un tributo a questo sentimento, l’unica vera polizza contro gli infortuni che si moltiplicano e anche quando va tutto in rovina, anche quando abbiamo perso ogni cosa e le prospettive sembrano davvero catastrofiche ci piace pensare che in fondo alle tasche qualche spicciolo di amore fa sempre la differenza». In un mondo dallo spazio confuso, governato da tecnologie infide e poteri cialtroni, avvolti in una condizione transitoria perennee in un continuo trasloco, si muovono i protagonisti della commedia, Salvatore Imbuto e Roberto Iodice, tormentati da mille dubbi, inquinati dalla disillusione di genitori-figli e dai fantasmi del passato, avviliti da una società sorda e maniacale, predatori sanguinari e pensatori randagi, zavorrati da un carattere sessuale diverso, ma a cui tocca difendere i traguardi della condivisione, del matrimonio che nel consumismo delirante in quella ormai abusata definizione di “società liquida” sembrano difesi veramente soltanto da nuove formulazioni di famiglia. Come se la caveranno i nostri amici? A chi chiederanno aiuto?
Info e prenotazioni: 339.666.64.26 – info@nuovoteatrosanita.it

Cattivo CostumeLa leggendaria storia di Giovanni Senzaterra
Scritto da: Marco Milone
Quando: 2 dicembre
Luogo: casa privata a Pietramelara (Ce) per “Il Teatro Cerca Casa”
Orario: ore 19 :30
Interpreti: Marco Milone, Roberta Izzo
Sinossi: In un tempo e luogo lontani, un uomo di nome Giovanni Senzaterra conduce una lotta per la dignità della condizione umana.
I regnanti, sfruttatori di uomini e usurpatori di terre, tengono soggiogate le popolazioni grazie a un virus che ne invalida volontà e cognizione. Giovanni, uno dei pochi uomini non colpiti dalla malattia, con la sua esistenza mette a rischio il progetto dei regnanti che gli danno una caccia senza tregua costringendolo a scappare continuamente.
Durante il suo viaggio Giovanni, tradito dalle persone e disilluso, decide di abbandonare la lotta e rifugiarsi in mare, ma l’incontro con un gigante e una sirena cambieranno per sempre le sorti della sua vita.
Info e prenotazioni: 3343347090 – 3470963808 – 081 578 24 60 – www.ilteatrocercacasa.it

 

RZECZY COSERZECZY COSE
Quando: 2 dicembre
Luogo: Museo Nitsch
Orario: 19 e 21
Interpreti: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Trama: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini portano a Napoli per la prima volta una delle loro performance più note, ispirate all’opera colossale di una vita: i quaderni di Janina Turek, casalinga di Cracovia, che aveva scelto come oggetto delle sue osservazioni proprio ciò che è quotidiano, quelle piccole azioni che accompagnano il nostro fare. Nessun commento. Nessuna emozione. Solo l’osservazione e una minuziosa elencazione annotata in centinaia di pagine. Gli oggetti, il cibo, gli indumenti, le piccole cose di tutti i giorni sono il centro della riflessione per questa installazione/performance ispirata a quei minuziosi, maniacali quaderni. Le tante cose che in maniera più o meno disordinata affollano le nostre case – che siano utilizzate ogni giorno o dimenticate – sono sempre e comunque gli dei e gli spiriti del nostro quotidiano. Raccolte in scatoloni, recuperate e sparpagliate come reperti di vita e ossessivamente catalogate e numerate, a una a una, in un enorme pannello.
Informazioni: info@casadelcontemporaneo.it – 3454679142

 

io so e ho le proveIo so e ho le prove
Scritto e diretto da: Giovanni Meola
Quando: 2 dicembre
Luogo: Teatro Civico 14 (Caserta)
Orario: 21:00
Interpreti: Giovanni Meola e Daniela Esposito
Sinossi: Il libro di Vincenzo Imperatore IO SO E HO LE PROVE, con quasi 50.000 copie all’attivo, è uno dei casi letterari degli ultimi anni dove si racconta la conversione di Enzo, un ex-manager bancario che, dopo un quarto di secolo al servizio della più importante banca italiana, ne è uscito denunciandone tutte le nefandezze, comuni all’intero settore. Enzo, di estrazione popolare ma ambizioso, si trova al posto giusto nel momento giusto: la “deregulation” del sistema bancario. In questo modo, fa carriera e soldi per più di vent’anni. Poi arriva la conversione. Tutte le conversioni sono piene di ostacoli e contraddizioni, ma Enzo è ostinato e vuole diventare un uomo diverso e così si trova a vivere la sua nuova vita.
Info e prenotazioni: +39 0823.441399 +39 0823.1601742| info@teatrocivico14.it

 

Omm un napoletano in Tibetòmm, un napoletano in Tibet
Quando: 2 e 3 dicembre
Luogo: Teatro Summarte
Orario: sabato ore 21; domenica ore 18
Scritto cantato e interpretato: Ettore Massa
Trama: Il fascino dell’Oriente ha sempre più presa su noi occidentali che, a causa di uno stress ormai insostenibile, sentiamo sempre di più il bisogno di pace e tranquillità. Frequentare ristoranti giapponesi o centri di yoga è diventata oramai una vera e propria mania. Lo spettacolo è un viaggio divertente e ironico prendendo spunto dalla filosofia buddista tibetana. Parlando dei rapporti di coppia, amore, gelosia, rabbia, si alternano racconti e personaggi: l’uomo maniaco della precisione e del controllo; l’uomo iperfobico che per superare una paura ne genera altre e per superare queste ne crea altre ancora; lo scienziato che studia i comportamenti dei singles che frequentano le discoteche.
Info e prenotazioni: 081 362 9579 – 393 566 7597 – http://www.summarte.it/

 

mammaMamma – piccole tragedie minimali
Quando: 2 e 3 dicembre
Luogo: Teatro Area Nord
Orario: sabato ore 20:30 e domenica ore 18
di Annibale Ruccello
Interpreti: Antonella Morea, Vittorio Cataldi (fisarmonica e violino), Ginetto Ferrara (tromba)
Allestimento e regia: Gerardo D’Andrea
Trama: Nel maggio del 1986, pochi mesi prima di lasciarci, Annibale Ruccello iscrive al premio di drammaturgia dedicato alla memoria di Gennaro Vitiello (il padre della sperimentazione teatrale a Napoli) due copioni, uno è “Anna Cappelli” l’altro è “Mamma: piccole tragedie minimali”. Mi è sembrato naturale che, volendo ricordare la figura di questo grande autore nel trentennale della sua morte che, seppure prematura ed improvvisa, ci ha lasciati con un patrimonio drammaturgia denso e di grande incisività scegliere, uno di questi due testi, che io considero una sorta di involontario testamento, per linguaggio e temi, che lui, sicuramente, avrebbe poi sviluppato in maniera articolata ed approfondita. La scelta mi è venuta facile quando ho voluto come interprete una delle voci più belle nel panorama teatrale napoletano ed italiano, un’attrice che, nella sua storia personale, è riuscita a coniugare modernità e tradizione. Parlo, naturalmente, di Antonella Morea, la quale, da circa venti anni, porta sul palco il personaggio di Anna Cappelli con grande costante successo. Restava, pertanto, una sorta di completamento dovuto, ad Antonella ed ad Annibale, che lo spettacolo fosse, per l’appunto, “Mamme”, declinato al plurale, così come forse avrebbe apprezzato anche il suo autore, essendo il testo una sorta di paradigma degli orrori che tre figure materne perpetrano nei confronti di figli reali o immaginari. In scena ognuno di questi monologhi, completati da un prologo favolistico opera dello stesso autore, viene sottolineato dalle atmosfere cupe o stridenti di altrettanti diversi strumenti musicali, mentre il personaggio vive all’unisono il suo delirio di lucida e “minimale” follia. Gerardo D’Andrea
Info e prenotazioni: 081 5851096 – 081 5514981 – info@teatriassociatinapoli.it

 

Studio-in-RossoUno studio in rosso
Quando: dal 2 al 4 dicembre
Luogo: Il pozzo e il pendolo
Orario: sabato e lunedì ore 21,00; domenica ore 18,30
Adattamento e scrittura scenica: Annamaria Russo
Interpreti: Marco Palumbo, Peppe Papa, Fabio Rossi
Trama: L’atto di nascita di Sherlock Holmes. Con la prima avventura dell’investigatore più famoso di tutti i tempi la letteratura diventa ancora una volta teatro. Tre attori per un grande giallo d’autore, e una messa in scena che punta tutto sulla voglia di trasformare una serata in un’esperienza. L’idea di partenza è quella di regalare suggestioni d’altri tempi. Provate a immaginare: una radio e un gruppo di persone raccolte dinanzi al “moderno” focolare che racconta storie. Voci calde ,effetti sonori stupefacenti, e la possibilità di vedere uno spettacolo con gli occhi della mente. Ecco noi questo spettacolo ce lo siamo immaginati così. Con la mascherina, per provare a vedere con gli occhi dell’immaginazione. Gli attori saranno lì, potrete vederli all’opera se vi piace, ma sarebbe bello se riusciste a vincere la tentazione di sbirciare e ascoltaste il nostro consiglio. Mettete su la mascherina e, senza la affidarvi alla vista, scoprirete che è possibile vedere quello che nemmeno gli effetti speciali della più avveniristica delle scenografia riuscirebbe a regalarvi! Noi proveremo intanto a coccolarvi più di sempre, affinché la vostra serata possa trasformarsi davvero in caleidoscopio di sensazioni da godersi ad “occhi chiusi”.
Prenotazioni: 081 5422088 | info@ilpozzoeilpendolo.it

Irene Bonadies e Gabriella Galbiati

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