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Prodotto da Il Teatro cerca casa e l’associazione BLab, lo spettacolo ideato, scritto e diretto da Stefano Valanzuolo, ripercorre la carriera dell’artista tra cronaca e poesia, affidando a Masiello il ruolo dell’interprete e al maestro Bellopede la cura della colonna sonora.

La nota stonata_Ph Cesare Abbate

Foto Cesare Abbate

Che uno spettacolo abbia un paio di repliche consecutive in cartellone può essere consuetudine per i teatri “ordinari”; meno lo è per “Il Teatro cerca casa”: ecco, allora, che si comprende l’importanza de La nota stonata. Vita breve e coerente di Luigi Tenco, cantautore nel palinsesto messo insieme anche quest’anno dagli organizzatori della rassegna diretta da Manlio Santanelli; spettacolo che è, d’altronde, la “prima volta” dei cercatori in qualità di produttori insieme con l’associazione BLab. Ottima la risposta del pubblico alla replica (del 22 dicembre) a cui abbiamo avuto modo di assistere – nonostante, come detto, fosse la seconda in due giorni.
Non che la cosa sorprenda più di tanto, in verità: la squadra è affiatata ed era probabilmente il momento opportuno per il grande “salto”, riuscito anche grazie alla consapevolezza di poter contare su professionisti di notevole spessore come Stefano Valanzuolo, autore e regista del testo, e artisti di riconosciuto talento, come Massimo Masiello e il maestro Mariano Bellopede al pianoforte, di nuovo insieme dopo l’apprezzato Io, tra di voi che li aveva visti protagonisti sulle orme di Charles Aznavour.
I panni indossati da Masiello, stavolta, sono quelli del non meno controverso Luigi Tenco; i cinquant’anni passati dalla morte non hanno scalfito il vivido ricordo di uno degli artisti maggiormente capaci di incidere sull’immaginario collettivo italico: merito, probabilmente, di una coerenza ferrea (non a caso, qualità richiamata anche nel sottotitolo della messinscena), oltre che della riconosciuta capacità artistica. La somiglianza tra Masiello e il cantautore ligure è una piacevole suggestione; ma è la voce del bravo attore napoletano a dare le migliori sensazioni, riuscendo nell’impresa di non far rimpiangere l’originale. Merito anche di Bellopede – che della pièce ha curato gli arrangiamenti -, che impreziosisce ogni passaggio canoro cingendolo di virtuosismi mai fini a se stessi.

La nota stonata_Ph Cesare Abbate

Foto Cesare Abbate

Vedrai vedrai, Lontano lontano, Se stasera sono qui, fino a Ciao, amore ciao: le canzoni di Tenco prendono la scena e conquistano il palco di casa Bonadies, rapendo la platea per un’ora o poco più. Ad accompagnare i due artisti c’è lo stesso Valanzuolo che si auto-affida il compito di recitare interviste e articoli dell’epoca, offrendo un importante contributo nel comprendere il contesto in cui si consumava la breve parabola della vita di Tenco.
In apparente controtendenza con il resto del lavoro, la conclusione è affidata a De André e alla sua Preghiera in gennaio, scritta di getto alla morte dell’amico: come spiegherà lo stesso Valanzuolo al termine della rappresentazione, trattasi di scelta non casuale, volta ad affidare alla poesia dell’autore genovese il delicato racconto di una morte che segnò un’epoca intrisa di ipocrisia e bacchettoneria.
Merita Tenco, dunque, e merita il racconto che ne fanno i tre protagonisti; pur ognuno per il tramite delle proprie qualità (artistiche e professionali). Il dibattito post-rappresentazione accompagna piacevolmente verso il brindisi finale che saluta un altro anno di successi per il Teatro cerca casa: una nota piacevole (e non stonata) nel panorama talvolta asfittico del teatro napoletano.

Antonio Indolfi

Il Teatro cerca casa
contatti: http://www.ilteatrocercacasa.it/ – info@ilteatrocercacasa.it – 334 3347090 – 347 0963808

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