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Gli spettacoli in programma in Campania dal 24 al 30 aprile.

Di Irene Bonadies e Gabriella Galbiati

Il Sindaco pescatoreIl Sindaco Pescatore
Quando: 24 aprile
Luogo: Teatro San Carlo
Orario: 17:30
Interprete: Ettore Bassi
Regia: Enrico Maria Lamanna
Trama: Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris, la Sovrintendente del Teatro San Carlo Rosanna Purchia, la Fondazione Angelo Vassallo e l’ANCI hanno fortemente voluto che il Massimo Napoletano aprisse le porte, martedì 24 aprile alle ore 17.30, in particolare agli studenti ed ai giovani, attraverso i dirigenti scolastici, il servizio Politiche per l’infanzia e l’adolescenza e le associazioni giovanili, ad un evento di alto valore civile. Intorno alla figura di Angelo Vassallo, la cui vera storia sarà raccontata nello spettacolo teatrale “Il Sindaco Pescatore” interpretato dal noto attore Ettore Bassi con la regia di Enrico Maria Lamanna e tratto dall’omonimo libro di Dario Vassallo- ci si confronterà intorno alle tante esperienze di città che da Sud a Nord resistono alla criminalità per difendere le bellezze delle proprie terre dal malaffare e dal degrado ambientale. L’evento teatrale sarà preceduto da un dibattito cui prenderanno parte, tra gli altri, il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, il Procuratore Nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho, il Presidente ANCI Antonio Decaro ed il Presidente della “Fondazione Angelo Vassallo” Dario Vassallo. Sono storie di persone, di luoghi e di protagonismo civile che vanno ben oltre l’evento del 24 aprile perché rappresentano il terreno ideale per attivare una rigenerazione culturale e politica dei nostri territori.
Info: www.teatrosancarlo.it

 

Mimmo Borrelli in una scena di LA CUPA foto di Marco GhidelliLa Cupa – fabbula di un omo che divinne un albero
Di: Mimmo Borrelli
Quando: dal 24 Aprile al 6 Maggio
Luogo: Teatro San Ferdinando
Orario: Martedì 24/04 ore 21.00 PARTE 2, Mercoledì 25/04 ore 17.00 PARTE 1, Giovedì 26/04 ore 17.00 PARTE 1, Venerdì 27/04 ore 21.00 PARTE 1, Sabato 28/04 ore 19.00 PARTE 1, Domenica 29/04 ore 18.00 PARTE 1, Mercoledì 02/05 ore 17.00 PARTE 2, Giovedì 03/05 ore 17.00 PARTE 2, Venerdì 04/05 ore 21.00 PARTE 2, Sabato 05/05 ore 19.00 PARTE 2, Domenica 06/05 ore 18.00 PARTE 2
Interpreti: Mimmo Borrelli, Maurizio Azzurro, Dario Barbato, Gaetano Colella, Veronica D’Elia, Renato De Simone, Gennaro Di Colandrea, Paolo Fabozzo, Marianna Fontana, Enzo Gaito, Geremia Longobardo, Stefano Miglio, Autilia Ranieri
Regia: Mimmo Borrelli
Note: «La Cupa determina lo “svango”, ovvero lo svuotamento, il passaggio dalla Trinità dell’Acqua (composta da ’Nzularchia; ’A Sciaveca e La Madre, ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma) alla Trinità della Terra, suo primo capitolo. Mentre nella precedente trilogia il flusso dell’elemento materico ruotava attorno al cardine orizzontale della maternità: dall’umidità di un’infanzia violata, rinchiusa nell’utero materno di una pioggia incessante di memorie da raccogliere nella tinozza dei ricordi da ricostruire, di ’Nzularchia; per passare all’amore impossibile violentato, inzozzato, insufflato e travolto dai fiotti ondosi del mare de la ’A Sciaveca; fino ad arrivare ad un testo che affrontasse concretamente e non per richiami di allegoria la maternità stessa, ovvero La Madre, ’i figlie so’ piezze ’i sfaccimma; in questa invece affonderò le mie peregrinanti autoanalisi, nei versi del mio inconscio e il suo affiorare in getto e spruzzo furibondo alla pagina prima, alla scena poi, senza intralcio di naturale consequenzialità e senza dunque poter prescindere dalla mia stessa carne e messa in compromissione, negli atti al presente della mia stessa vita, sulla paternità e le sue e le mie paure, non così tanto nascoste».
Un altro sorprendente viaggio nella lingua-universo di Mimmo Borrelli, unanimemente riconosciuto come uno dei maggiori autori teatrali contemporanei italiani. Una magia di suoni e visioni capaci di scuotere e di raggiungere il lato intimo dell’esistenza, attraverso una lingua che con potenza si impone all’ascolto e al senso.
Info e prenotazioni: 081292030 | 081291878

 

Ultimo Decamerone_ph Mario Spada_1 (1)L’ultimo Decamerone
Di: Stefano Massini
Quando: dal 24 Aprile al 6 Maggio
Luogo: Teatro Bellini
Orario: feriali ore 21:15 – domenica ore 18:30
Interpreti: Angela De Matteo, Maria Laila Fernandez, Crescenza Guarnieri, Antonella Romano, Paola Sambo, Camilla Semino Favro, Chiara Stoppa
Regia: Gabriele Russo
Note: Intorno al Decamerone del Boccaccio sono state dette molte cose e altrettante ne sono state scritte. Molte di queste girano intorno a luoghi comuni, paccottiglia scollacciata e florilegi da antologia scolastica. A me premeva soprattutto indagare il suo formidabile valore di riflessione, antica e modernissima, sull’urgenza del narrare, sul ruolo del narrare e sui meccanismi del narrare. Oggi viviamo in una società che è continuamente bombardata di storie, pensiamo, per esempio, quanto il web e i social network entrino continuamente nella nostra vita, con un intrecciarsi di narrazioni multiple, narrazioni istantanee come le fotografie o narrazioni per immagini come i video. E noi, immersi in questo grande mare di storie superflue, molto spesso perdiamo il senso della narrazione. Il Decamerone, viceversa, parte proprio da questo punto: la salvezza, dentro una crisi, sta sempre nel racconto.
Infatti, proprio per questo, mi sono immaginato che i dieci personaggi raccontati dal Boccaccio non siano mai usciti dal famoso bunker dove la peste li ha reclusi, e stiano, ormai da anni, continuando a tentare nuove ulteriori traiettorie di racconti. Ad ognuno di loro ho affidato una storia che, pur non facendo parte del Decamerone originario, contiene in realtà, come un patchwork, il mosaico di tutte le novelle che Boccaccio fa raccontare a quel singolo personaggio. In questo modo le dieci storie che compongono la mia drammaturgia sono, in realtà, un grande omaggio al Decamerone sconosciuto, quello estraneo alle cosiddette Greatest Hits che sovente premiano le solite dieci novelle.
Non so quali linee privilegerà la regia all’interno di un’opera che, come sempre nel mio caso, ha più il carattere di un materiale che non quello di copione scenico. Ciò che so è che, nel concepire la mia personale indagine dentro il Decamerone, ho privilegiato più che mai le sue asimmetrie, le spigolosità, le contrapposizioni fra amori incongrui, visionari e anarchici, assortendo così, accanto alla riflessione sul narrare, un discorso spietato sull’imprevedibilità dei sentimenti umani.
Sono dunque grato a Rosanna Purchia per avermi chiesto di addentrarmi, per la prima volta, dentro la miniera oscura e aurea di un’opera monumentale, estremamente superiore all’immagine stereotipata che, talvolta, abbiamo di essa.
Info e prenotazioni: botteghino@teatrobellini.it | 081 5499688

 

2790 IVAN Fausto Russo Alesi (ph Serrani)Ivan
liberamente tratto da: I fratelli Karamazov di Fedor Dostoevskij
Quando: dal 24 al 29 Aprile
Luogo: Piccolo Bellini
Orario: feriali ore 21:15 – domenica ore 18:30
Interpreti: Fausto Russo Alesi
Regia: Serena Sinigaglia
Note: Il Grande Inquisitore è il capitolo de I fratelli Karamàzov che rappresenta il manifesto del pensiero religioso dello scrittore. Infatti, in questo passaggio quasi indipendente dal resto del romanzo, Ivan racconta al fratello Aleša di Cristo che, tornato sulla terra, e precisamente nella Siviglia del ‘500 infiammata dai roghi dell’Inquisizione, viene dichiarato eretico e messo in catene dal Grande Inquisitore. La splendida riscrittura di Letizia Russo non si limita all’episodio del Grande Inquisitore ma inquadra, mediante dei passaggi dall’essenziale esaustività, tutto il senso del romanzo. La regista affronta il testo costruendo nello spazio fisico lo spazio mentale di Ivan «il secondo dei figli Karamazov, il più tormentato, il più assolutamente umano: Ivan. L’uomo e l’intera umanità visti dagli occhi di Ivan Karamazov, questo il nostro viaggio. I fratelli Karamazov secondo Ivan, se volete». Un viaggio dalla valenza metaforica universale, con il quale si riannoda il sodalizio artistico tra Serena Sinigaglia e Fausto Russo Alesi, che ci regala un’interpretazione straordinaria e spiazzante in cui restituisce tutta la complessità del secondo dei fratelli Karamazov.
Info e prenotazioni: botteghino@teatrobellini.it | 081 5499688

 

Nessun dormaNessun Dorma
Quando: 25 aprile
Luogo: Basilica dello Spirito Santo
Orario: 20:30
Interpreti: Elena Kozina-Claps (soprano), Gabriella Iorio (pianoforte) e Flavia Sabia (flauto)
Trama: “Nessun dorma” è un recital tra lirica e di canzoni da film e dal repertorio classico napoletano, un viaggio svelato al pubblico tra le statue dell’esercito di terracotta. Ad accompagnare gli spettatori le molteplici suggestioni di tutte le arti, con la riproduzione delle millenarie statue cinesi, ospitate dalla Basilica dello Spirito Santo in via Toledo 402, e l’immortalità della musica.
Prenotazioni obbligatoria: 351 0394836

 

pianoAndrea Riccio per Concerti di Primavera
Quando: 25 aprile
Luogo: Chiesa Luterana
Orario: 20:30
Trama: Giovane talento del pianoforte, il napoletano Andrea Riccio è nato nel 2001 e si è esibito già al Teatro di San Carlo. Per i Concerti di primavera, mercoledì 25 aprile alle ore 20,30 alla Chiesa luterana di Napoli (via Carlo Poerio, 5 – ingresso libero), proporrà una programma da virtuoso con “Sonata n. 3 op. 28” di Sergej Prokof’ev, “Legend de St. François de Paule marchant sur les flots” di Franz Liszt, “Scherzo n. 3 op. 90” di Fryderyk Chopin, “Isle Joyeuse” di Claude Debussy ed “Etude op. 42 n. 5” di Alexandr Skrjabin.
Allievo di Dario Candela, Riccio suona dall’età di dieci anni. È studente al “Margherita di Savoia” di Napoli con Girolamo De Simone e al Conservatorio “San Pietro a Majella”. Ha vinto “Ischia International Piano Competition”, il 1º festival musicale “Isola di Capri”, il concorso pianistico europeo “Jacopo Napoli” (Cava de’ Tirreni), il concorso “Flegreo” (Bacoli), il concorso “G. Visconti” (Roma) e le preselezioni del concorso Steinway per giovani talenti. Ha suonato a Piano City Napoli, Villa Lysis di Capri, Sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli e Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo.
Il concerto è a ingresso libero
Info: 3384390960 – lucianarenzetti@gmail.com

 

copenaghenCopenaghen
Di: Michael Frayan
Quando: dal 25 Aprile al 6 Maggio
Luogo: Teatro Diana
Orario: 25, 26, 27, 28 Aprile e 1, 3, 4 e 5 Maggio ore 21:00; 28 Aprile e 5 Maggio ore 17:30; 2 Maggio ore 17:45
Interpreti: Umberto Orsini, Massimo Popolizio, Giuliana Lojodice
Regia: Mauro Avogadro
Note: In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose successe in un lontano passato, cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi. Sono Niels Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Werner Karl Heisenberg (Popolizio). Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti. Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr, il soggetto di quella conversazione ancora oggi resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi. L’asse portante attorno al quale ruota lo spettacolo è dunque il motivo per cui l’allievo andò a Copenaghen a trovare il suo maestro. Essendo Heisenberg a capo del programma nucleare militare tedesco voleva, in nome della vecchia amicizia, offrire a Bohr, che era mezzo ebreo, l’appoggio politico della Gestapo in cambio di qualche segreto? O al contrario essendo mosso da scrupoli morali, anche se tormentato dalle conseguenze che sarebbero potute ricadere sul destino della sua patria martoriata e che lui amava pur non essendo nazista, tentava di rallentare il programma tedesco fornendo a Bohr, che era schierato con gli alleati, informazioni sull’applicazione dei fondamenti teorici della fissione? Su questi presupposti l’autore dà vita ad un appassionante groviglio in cui i piani temporali si sovrappongono, dando un valore universale alle questioni poste dai protagonisti. Fatto sta che le diverse ipotesi fatte all’epoca vengono qui enunciate una dopo l’altra e quindi vengono messi in scena diversi incontri tra i due fisici, con diversi andamenti. Viene quindi a tradursi metaforicamente, come struttura portante dell’impianto drammaturgico, quel Principio di Indeterminazione e di Complementarietà pronunciati molte volte nella pièce e così determinanti per l’elaborazione della teoria della relatività ad opera di Einstein. Non è possibile una sola verità oppure una sintesi efficace delle diverse verità perché una verità è semplicemente un punto di vista, il punto di vista di chi l’ha enunciata. Tutto è umano, niente è assoluto. Si possono avere solamente risposte indeterminate e quindi la somma degli scenari possibili e ciò vale anche per quell’incontro tra i due fisici. Il Novecento, così come la vita umana sono fatti di tante zone grigie, di tanto silenzio, ma finché esisterà l’uomo si cercherà sempre, in mezzo al vuoto che ci circonda e alla polvere sollevata, la traccia rarefatta di una particella di chiarezza e di verità che, comunque, ci salverà.
Inutile dire che il grande valore del testo di Frayn, divenuto ormai un classico contemporaneo del teatro, non sarebbe emerso in modo così mirabile senza un trio di attori di grande spessore che sanno mettere in evidenza i diversi piani di lettura e interpretare i personaggi dando risalto alle loro infinite sfaccettature psicologiche.
Info e prenotazioni: 081 5560107| diana@teatrodiana.it

 

Franco Branciaroli ne i Miserabili foto simone de luca (4)I Miserabili
Adattamento teatrale: Luca Doninelli
Quando: dal 25 Aprile al 6 Maggio
Luogo: Teatro Mercadante
Orario: 25, 27 Aprile e 1 e 4 Maggio ore 21:00; 26 Aprile, 2 e 3 Maggio ore 17:00; 28 Aprile e 5 Maggio ore 19:00; 29 Aprile e 6 Maggio ore 18:00
Interpreti: Franco Branciaroli, Alessandro Albertin, Silvia Altrui, Filippo Borghi, Federica De Benedittis, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Andrea Germani, Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Jacopo Morra, Maria Grazia Plos, Valentina Violo
Regia: Franco Però
Note: L’idea nasce da Franco Però: «Un’importante induzione verso questa scelta – spiega – viene dal momento che stiamo vivendo nelle società occidentali, dove si assiste all’inesorabile ampliarsi della forbice fra i “molto ricchi” e i “molto poveri”, fra chi è inserito nella società e chi invece ne è ai margini. Dopo anni in cui, allo Stabile, attraverso la drammaturgia, abbiamo indagato il microcosmo della famiglia (“Scandalo” di Schnitzler, “Play Strindberg” di Dürrenmatt), apriamo ora lo sguardo al macrocosmo della società. C’è un’altra considerazione: il pubblico, a teatro, sembra sempre più attratto da operazioni legate alla narrativa. La narrativa sulla scena è un medium che permette anche di attrarre fasce non abituate a frequentare le platee, trattando argomenti dal valore universale… Naturale dunque guardare ai grandi romanzi. Poi subentrano le passioni, le vicinanze culturali che ognuno possiede. Io ho sempre frequentato soprattutto la letteratura francese (ho diretto più edizioni de “Lo Straniero” di Camus, tratto da uno dei più grandi romanzi del secondo Novecento), accanto a quella mitteleuropea: da qui “I Miserabili”, che – concordo con il recente parere di un critico francese – è forse il romanzo più famoso che esista in occidente, ma che pochissimi hanno letto per intero, tanto è imponente».
È però anche un’opera capace come rare di parlare al nostro tempo: «Non c’è stata una giornata delle prove – evidenzia il regista – in cui per sistemare una battuta, per cercare una parola non ci si sia imbattuti in concetti universali, pensieri che toccano il mondo di oggi, la nostra società, il pensiero francese di questi momenti. Un giorno mi suonava strana la battuta di uno dei giovani rivoluzionari e ho riguardato il romanzo, certo che ci fosse stato qualche aggiustamento drammaturgico: sembrava scritta nel ’68. Invece Luca Doninelli aveva preso esattamente la frase di Hugo, che continua a stupirci e impressionarci per queste sue assonanze con l’attualità, per la capacità di affrontare temi diversissimi, di mettere assieme momenti alti e momenti bassi (questa è un’altra sua grandezza)».
«I Miserabili – prosegue il regista – è veramente un fiume in piena di cui noi restituiremo un’onda o poco più, concordando con Doninelli che fin dall’inizio ha sottolineato come ogni capitolo, ogni parte, ogni quadro, ogni scena dell’immenso romanzo meriterebbe uno spettacolo a sé. Non potendo fare questo, in ogni caso si dovrà costruire uno spettacolo che, nel proprio ventre, possa contenere in qualche modo anche ciò che non si riuscirà a raccontare. Ma la storia di Jean Valjean, di Fantine, Cosette, Javert, dei Thénardier, di Gavroche, Eponine, di Marius e di tutti gli altri studenti rivoltosi, deve essere ripercorsa e, possibilmente, per intero, individuando la metonimia giusta per restituire il significato, il colore e l’emozione di questa sterminata “sinfonia”.
Info e prenotazioni: 081 5513396 | biglietteria@teatrostabilenapoli.it

 

doniDoni
Quando: 26 aprile
Luogo: Centro di Prima Accoglienza (ex dormitorio pubblico) via G. de Blasiis, 10 – Napoli
Orario: 19
Trama: I progetti sono frutto di un percorso pedagogico sviluppato all’interno della Scuola Elementare del Teatro, il laboratorio permanente di arti sceniche diretto da Davide Iodice presso l’ex Asilo Filangieri di Napoli con l’intento di costituire un Conservatorio Popolare delle Arti Sceniche, accessibile alle fasce più disagiate.
Quest’anno una sessione del “laboratorio” si svolge con il “ciclo AZIONI” presso il
Centro di Prima Accoglienza – ex Dormitorio Pubblico – dove si mira al coinvolgimento degli utenti stessi al fine di raccontare con loro “nuove storie”.
A sostegno del ciclo AZIONI ci sarà la messa in scena degli spettacoli:
“INTRECCI”
di Lanà Lemberg e Lia Gusein Zadè
Vincitore del bando M.U.D.
Un ricamo di storie. Di felicità e amarezza. Rosso e nero. Destini strappati dalla propria terra e piantati in un paese straniero. Un viaggio verso i sogni. Dov’è casa mia adesso? Chi sono io? Un intreccio di vite raccontare da donne Ucraine che vivono in Italia.
“E facile vivere proprio inferno, ma bisogna lottare per costruire il paradiso”.
“LA GEISHA CHE DANZA PER AMORE”
di e con Chiara Alborino
Si tratta di un assolo di teatro e danza contemporaneo ispirato al teatro giapponese.
In un’atmosfera sospesa tra la realtà ed il sogno, una geisha si reca sulla tomba dell’amato defunto per rievocarne la presenza attraverso un rito d’amore. Dai sentimenti generati dal ricordo nascono delle danze. “È un sottile panteismo a fare da collante, tramutando le cose, conciliando gli elementi, stimolando i sensi e l’intelletto di chi guarda e può lasciarsi scivolare tra metamorfosi grazie alle quali un battito d’ali può farsi vento e il vento può farsi carezza tra i capelli di una giovane geisha”. [Chiara Mattei per Culturalmente.it]
Ingresso libero.
Info: https://www.facebook.com/events/613815275632329/

 

L'IMMORALISTAL’immoralista
Di: Luisa Guarro e Antonio Mocciola
Quando: dal 26 al 29 Aprile
Luogo: Teatro TRAM
Orario: feriali ore 21:00, domenica ore 18:00
Interpreti: Giovanni Esposito e Marilia Marciello
Regia: Luisa Guarro
Note: André Gide non credeva ne “L’immoralista” . Lo scrisse, ma non ci credeva. Impose all’editore di stamparne non più di 300 copie, perché non ne servivano altre. Aveva ragione. Il libro restò lì, tra l’imbarazzo della critica e il silenzio-dissenso del pubblico. Ben altre glorie avrebbero atteso lo scrittore francese, omosessuale tormentato, penna sbarazzina in anticipo su tutti i tempi. Nessuno aveva osato, finora, portare sulla scena Michel e Marceline, i protagonisti di una vicenda che può raccapricciare, oggi come allora (si era nel 1901), per la totale assenza di consolazione moralistica. Giovani sposi, appartenenti all’alta borghesia della Francia colonialista, la loro è la storia di una coppia infelice, intrappolata in un perpetuo viaggio di nozze. L’infelicità di cui soffrono non è dovuta tanto alla mancanza d’amore, che entrambi sinceramente cercano di imparare, ma ad una più profonda condizione di costrizione. L’ educazione morale del tempo è rigida, impone modelli di vita assoluti e angusti, il sistema sociale ipocrita, inquadra a danno dell’autenticità. La repressione dell’autenticità debilita e fa ammalare. Per guarire Michel fa appello alle sue forze vitali e istintive, entra in contatto con le sue intime e inesplorate pulsioni, per “imitazione della salute dei bambini selvaggi, conosciuti in Africa”, per la prima volta, sperimenta viscerali sussulti di vita. Di quei bambini s’innamora, in tutti i sensi, si ribella alla morale corrente e con entusiasmo scopre la vita, i colori e gli umori. Ma i suoi impeti istintivi sono inadeguati, totalmente inconsapevoli e incontrollati, non accordati alla realtà e alle relazioni nel corso di una libera crescita. Marceline, dal canto suo, è assorbita dal progetto di vita cattolico, borghese e ben pensante e combatte la sconsiderata ribellione di Michel: diventa per lui riferimento materno, amorevole e severo; disposta ad accettare le sue “stravaganze”, rispetto alle quali evita indagini approfondite, ha come unico obiettivo trattenerlo entro i limiti del suo disegno. Marceline non aiuta Michel ad indirizzare le nuove energie, lascia che egli compia gli errori, che ne soffra e torni continuamente sui suoi passi, disperato e domito, fino a quando quelle energie esplodono e diventano inarginabili …
Info e prenotazioni: 0811875 2126 | whatsapp 342 1785 930 | info@teatrotram.it

 

Il posto di un altroIl posto di un altro – DEBUTTO ASSOLUTO
Di: Michele Danubio
Quando: ven 27 a Portici; sab 28 a Eboli
Luogo: appartamento privato per la rassegna Il Teatro cerca casa
Orario: ven ore 20:30 – sab ore 20
Interpreti: Michele Danubio, Laura Borrelli, Stefano Jotti
Regia: Michele Danubio
Note: Il dramma è alle porte, più vicino di quanto immaginiamo, di quanto vorremmo credere e in un momento ci spalanca le porte di casa e ci invade gli spazi, ci mina le certezze e ci costringe in un labirinto, in un dedalo di possibilità a cui non eravamo preparati. Il dramma è quasi mai annunciato e ci trova stupiti, lenti, passivi disposti a non credere, a non vedere in un insano tentativo di rimozione che ci espone più di quanto ci preservi. Il posto di un alto è un esperienza fisica, una provocazione sensoriale, il tentativo di dimostrare quanto sia evidente la fatale inerzia di cui siamo responsabili e che legittima talvolta i più efferati crimini. Il dramma non è affatto lontano ma preferiamo convincerci che ne siamo immuni e che le piccole negligenze siano peccati veniali a cui nessuno bada mai e non infinite crepe in un mosaico già fragile in quanto tale.  Il dramma entrerà nella vostra casa dalla porta d’ingresso : Lui, Lei, L’Altro, una facile equazione eppure una sciarada a tre voci in cui sarà difficile distinguere ciò che vediamo da ciò che in realtà è senza strumenti adeguati, senza la lucidità che non è mai comoda, senza cadere nel facile, inquietante paradosso di trovarsi al posto di un altro.
Info e prenotazioni: 334 3347090 |347 0963808 | info@ilteatrocercacasa.it

 

HÒIOS EÍ - una scenaOltre la linea 2018
Quando: dal 27 al 29 aprile
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: ore 21.00 (venerdì e sabato), ore 18.00 (domenica)
Trama: Oltre la linea è un progetto a carattere regionale, ideato nel 2010 dall’Associazione Culturale ItinerArte, finalizzato alla promozione della danza contemporanea e del teatrodanza, attraverso un percorso itinerante, in vari borghi storici, e metropolitano, come il Teatro Elicantropo di Napoli, struttura ideale per una completa simbiosi tra corpo, spazio e musica.
A firmare le coreografie degli allestimenti, nei primi due giorni di programmazione, saranno Marco de Alteriis ed Elena D’Aguanno, che proporranno, alternativamente, le loro performance ogni sera, nell’ambito di un confronto/incontro tra coreografi del Mediterraneo. L’ultimo giorno di programmazione sarà affidato esclusivamente a Massimo Finelli, che porterà in scena il suo originale allestimento teatrale.
A inaugurare la rassegna Oltre la linea 2018, venerdì 27 alle ore 21.00 (in scena anche sabato 28), sarà Hòios eí, nuovo allestimento della coreografa Sabrina D’Aguanno, che vedrà interpreti, oltre alla stessa coreografa, Sonia Di Gennaro e la Junior company, composta da Camilla Capolino, Federica Palmieri, Beatrice Pecorella, Ainhoa Viana. Presentato da Akerusia Danza, Hòios eí (ciò che sei) è un invito a lavorare e sviluppare l’individualità, ma, al contempo, un grido di ribellione contro l’appiattimento culturale, l’omologazione, la standardizzazione. È un appello rivolto agli artisti coinvolti a lavorare sulle proprie emozioni, sul proprio sentire attraverso il corpo, e a trasmettere ciò attraverso il movimento, ognuno secondo la propria modalità ed espressione individuale. Ma è, anche, un appello rivolto agli spettatori, per riflettere sulle proprie emozioni individuali, uniche e primarie, e accogliere nuove proposte, stimolare la creatività attraverso diverse interpretazioni di uno stesso pensiero. Hòios eí è questo, uno strumento espressivo per chi ne è interprete e per chi ne sarà fruitore.
A seguire, sempre venerdì 27 (in scena anche sabato 28), Art Garage presenta Who-Man con le coreografie di Marco de Alteriis e le danzatrici di HumanBodies Program.
Who-Man è un viaggio nella personalità femminile, che esalta le mille sfaccettature della donna intesa come creatura perfetta e sensibile, ma, allo stesso tempo, diabolica e provocante. Who come chi, man come uomo, un gioco di parole, di lettura e di pronuncia che coinvolge l’attenzione dell’uomo illuso della sua “superiorità” rispetto all’essere femminile, per una riflessione sulla complessità del rapporto. Questo lavoro è nato per solo donne, ma è rivolto soprattutto a un pubblico maschile, per denunciare le innumerevoli involuzioni rispetto alla figura femminile nella società.
A chiudere la rassegna, domenica 29 aprile alle ore 18.00, Itinerarte presenterà Pecore elettriche su testi di Claudio Badii, che si avvale dell’adattamento e la regia di Massimo Finelli, interpretato da Patrizia Eger. Le musiche originali sono a cura di Canio Fidanza, i costumi di Nunzia Russo, i video di Exstudio, con l’inserto video “Come corpo” di Luigi Pagano. Lo spettacolo nasce dalla collaborazione con Claudio Badii, medico psichiatra, autore de “Lo psichiata innamorato” (1989), che vive e opera a Grosseto e gestisce il blog OperaPrima. Con le parole dell’autore: “Tentavo l’espressione di un’idea di donna che, distraendomi dal desiderio di lei, mi costringesse al desiderio del tempo necessario a comprenderne le differenze della mia natura di uomo”, il riferimento letterario è a Philip K. Dick e al suo romanzo “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?”.
Il nesso è tra la ricerca attuale su una intelligenza artificiale che simuli il pensiero umano e il sogno, mai tentato, di comprendere l’antico e ancora ignoto pensiero femminile.”
Occorre molto tempo per farsi un’immagine di sé, un autoritratto fedele nell’affresco delle proprie convinzioni, ma basta un istante perché la mia mano sinistra sfiori il braccio di uno sconosciuto e la storia intera cambi.
L’impegno dell’Associazione ItineraArte nel progetto Oltre la linea, ma non solo, si basa sull’amore verso la danza contemporanea, dove la propensione alla massima libertà da qualsiasi schema pre-concetto determina, così, l’esprimersi “alto” di un modo di intendere la vita, sia nei suoi aspetti quotidiani sia astratti. La danza rappresenta la massima espressività del sentimento, specie se libera di contaminarsi, sporcarsi e ricrearsi, in contatto con altre arti vicine come la pittura, la poesia, il teatro, la musica.
Info e prenotazioni: 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)

 

03 Daphne _Piomponi_Merlino_Bruni 5Daphne. La danza del mito
Quando: dal 27 al 29 aprile
Luogo: Sala del Capitolo nel Complesso di San Domenico Maggiore
Orario: venerdì e sabato h 21,00 e domenica h 17,00
Interpreti: Carlotta Bruni, Rosa Merlino, Luca Piomponi
Drammaturgia e coreografia: Aurelio Gatti
Trama: Il mito di Apollo e Dafne è la storia di un amore mai realizzato, ma anche di un paradosso: proprio il dio protettore delle arti mediche non riesce a trovare un farmaco per la ferita infertagli da Eros; proprio il nume che conosce presente, passato e futuro, lascia che la sua mente onniveggente sia offuscata dalla tenace passione per la bellissima Dafne, figlia del fiume Peneo e di Gea.
Apollo, nel vederla, se ne innamora, ma la fanciulla, nel vedere il dio, fugge ed egli la invoca… «Ninfa penea, férmati, ti prego: non t’insegue un nemico; férmati! Così davanti al lupo l’agnella, al leone la cerva, all’aquila le colombe fuggono in un turbinio d’ali, così tutte davanti al nemico; ma io t’inseguo per amore! Ahimè, che tu non cada distesa, che i rovi non ti graffino le gambe indifese, ch’io non sia causa del tuo male!». Quando ormai sta per essere ghermita, Dafne, esausta, rivolge una preghiera al padre (o alla madre), affinché la sua forma, causa di tanto tormento, sia tramutata in qualcos’altro. In pochi istanti la giovinetta si irrigidisce, i piedi divengono radici, le braccia rami, il corpo si ricopre di una ruvida scorza: si sta trasformando in un albero di alloro. Apollo la raggiunge, ma è troppo tardi; riesce appena a rubarle un bacio, prima che anche la sua bocca sia ricoperta dalla corteccia. Questo il mito, narrato da Ovidio nelle Metamorfosi. Viene naturale prendere le parti di Dafne, che fugge da un accanito e possessivo spasimante, forse intento a soddisfare la sua passione senza tener conto della volontà dell’amata, eppure merita una attenzione la sofferenza di Apollo, il dolore di chi ama senza essere ricambiato. Il dio potrebbe avere tutte le fanciulle che vuole, ma desidera Dafne, non per un capriccio, ma perché è stato ferito dalla freccia d’amore di Eros. Non si sceglie di amare e chi amare.
Perché innamorarsi di una creatura che susciterà di certo dolore e rifiuto?  Apollo, che può conoscere il futuro, avrebbe potuto prevedere le tragiche conseguenze della sua passione eppure, insegue Dafne. Egli è il dio dell’ordine e del raziocinio, eppure compie atti irrazionali per amore. La ragione viene sconvolta per colui o colei che si desidera ardentemente. L’amore, suscita un sentimento di totalità e interezza, trasfonde nell’idea di armonia, idealizza la vita futura accanto alla persona amata a tal punto da idealizzare l’altro: il rifiuto è quasi un omicidio; è come se la persona amata, respingendo, uccidesse l’immagine ideale che di lei ci si è costruiti, …
Il rifiuto è ingiusto.  Saffo, nella celebre ode ad Afrodite, invoca la dea perché ristabilisca gli equilibri e faccia rispettare la legge cosmica dell’amore, secondo la quale chi è amato ha il dovere di ricambiare con altrettanto amore. Il rifiuto costituisce un atto di ingiustizia (adikia).
Nella realtà, però, non c’è alcuna legge che obblighi ad amare.
Se Dafne è una vittima, Apollo non va certo giustificato, ma compatito.
Il grande sgomento è che una corsa straordinaria, rocambolesca, meravigliosa viene interrotta – per sempre. Se non importano le ragioni e i disegni di Apollo, ugualmente vale per quelle del rifiuto di Dafne. La corsa di Dafne si è fermata nella preghiera di metamorfosi, di sottrazione della forma, ma anche di sviluppo e dinamica …. e la ninfa che correva ora è solo tronco immobile.
Una danza per un mito che, malgrado gli usi e gli abusi funzionali alle diverse mode o epoche, ripropone – integro e autentico il mistero dell’eros: due interpreti per Dafne – Carlotta Bruni e Rosa Merlino, un Apollo – il giovane Luca Piomponi … eppoi una corsa infinita. (Aurelio Gatti)
Info e prenotazioni: 333 7097449

 

image005Tfr – trattamento di fine rapporto
Di: Lello Marangio e Lucio Pierri
Quando: 27 e 28 Aprile
Luogo: Teatro Trianon Viviani
Orario: ore 21:00
Interpreti: Lucio Perri, Davide Marotta, Yuliya Mayarchuk, Rosaria De Cicco ed Ernesto Lama
Regia: Lucio Pierri
Note: Tre operai disposti a tutto pur di salvaguardare il proprio posto di lavoro; un imprenditore cinese a capo di una cordata pronto a rilevare l’azienda per trasformarla in un enorme centro massaggi; un europarlamentare colluso con la malavita; e al centro, una fabbrica per la produzione di pannelli fotovoltaici. Potrebbe sembrare la storia di un thriller americano, il racconto di di un’avventura di spionaggio industriale in stile Mission Impossible, la denuncia della connivenza tra politica e malaffare, in realtà, è la trama della nuova commedia comica-social di Lello Marangio e Lucio Pierri, che raccontano come oggi sia sempre più arduo mantenere il posto di lavoro e vedere riconosciuti i propri diritti di fronte a chi, spesso, dimentica i propri doveri; in fondo, in anni come questi che viviamo, anche ottenere il TFR (trattamento di fine rapporto) e’ o non e’ una mission impossible? Agli spettatori, l’ardua sentenza!
Info e prenotazioni: 081 2258285 | trianon@teatrotrianon.org

 

BolivarUna coppia che scoppia
Quando: 28 Aprile
Luogo: Teatro Bolivar
Orario: ore 21:00
Interpreti: Corrado Taranto, Oscar Di Maio, Claudio Iodice, Vincenzo Scafuto, Andreina Raucci, Emanuela Giordano, Dario De Gregorio, Valeria Ciardiello
Regia: Corrado Taranto
Note: Una scalcagnata compagnia di teatro “drammatico” si trova costretta ad improvvisare uno spettacolo di varietà, pena la non soddisfacente riuscita la chiusura del teatro e la trasformazione in garage da parte del figlio del proprietario della struttura. Questo gioco si ripercorrerà attraverso sketch, macchiette, aneddoti, numeri di improvvisata magia e momenti storici dell’Avanspettacolo.
Uno spettacolo tutto da ridere e chi non riderà vuol dire che ha qualche problema.
Info e prenotazioni: 0815442616 |info@teatrobolivar.com

 

BABABaba Sissoko, con il concerto “Solo”
Quando: 28 Aprile
Luogo: Sala Ichòs
Orario: ore 21:00
Interpreti: Baba Sissoko
Note: Baba Sissoko ha suonato con Enzo Avitabile & i Bottari, Chris Joris & Bob Stewart, la grandissima Dee Dee Bridgewater, Omar Sosa Music, Rokia Traorè e annovera fra le sue recenti collaborazioni quella con il grande grande musicista di blues elettrico Mighty Mo Rodgers, che ha avuto luogo al Sziget Festival di Budapest.
Info e prenotazioni: 335 765 2524 – 335 7675 152 – 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)

la miteLa Mite
Liberamente tratto dal racconto di Fëdor Michajlovič Dostoevskijj
Quando: 28 e 29 Aprile
Luogo: Teatro NEST
Orario: ore 21:00
Interpreti: Clelia Cicero e Daniele Cavone Felicioni
Adattamento e regia: Cesar Brie
Note: Un racconto che Dostoevskij ha scritto ispirandosi a un fatto di cronaca vero: il suicidio di una ragazza, definito dai titoli dei giornali, un “suicidio mite”. L’originale ci presenta un uomo che vuole comprendere perché sua moglie si è uccisa e fa un lungo soliloquio nel quale ricerca le ragioni di questo atto disperato. Nello spettacolo Teatro Presente sceglie invece di far parlare entrambi…
Info e prenotazioni: 320 8681011 – info.teatronest@gmail.com

In utero, inno alla vitaIn utero, inno alla vita
Quando: 30 aprile
Luogo: Piccolo Bellini
Orario: 20
Ideato e diretto: Pasqualina Caiazzo, in collaborazione con Alessandra Rimonti e Salvatore Dello Iacolo
Trama: Nell’ambito della settimana dedicata alla Giornata Internazionale della Danza, il Piccolo Bellini ospiterà In Utero, inno alla vita, performance di danza e arte contemporanea ideata e diretta da Pasqualina Caiazzo, in collaborazione con Alessandra Rimonti e Salvatore Dello Iacolo. Lo spettacolo trae origine da Illustra, frammenti rinati 2018, un progetto espositivo che dal 2015 presenta le diverse tappe della poetica dell’artista. Come per Il Dono – La Via della Bellezza e Illustra Frammenti aldilà dell’embarrass, In Utero, Inno alla vita trova il suo punto di partenza nelle vicende biografiche di Pasqualina Caiazzo, che questa volta non affronta solo un suo cambiamento intimo e personale, come sono stati la maternità o il superamento della vergogna nell’espressione del sé, ma la caducità della vita ed il difficile processo di guarigione dalla malattia, che mina il corpo e la mente. Origine e fine di questo nuovo percorso è il rapporto con la Madre, figura simbolica ed alter ego con cui le è impossibile rifiutare il confronto, origine della sua pulsione verso l’espressione artistica e la creatività. Una Madre che ella riscopre come individuo con il proprio carico di desideri, speranze, fragilità, imperfezioni e dolore, ma soprattutto come protagonista di un tempo limitato e incerto, minacciato dall’infermità. Queste tematiche sono affrontate, per la prima volta nella carriera dell’artista, attraverso una performance che coinvolgerà anche il pubblico. Sul palco del Piccolo Bellini l’azione prenderà vita simbolicamente in una Stanza del tè, costruita come un diorama a grandezza naturale, e seguirà due piani temporali sincronici, sviluppati dai movimenti dell’artista e da quelli dei ballerini. La Stanza simboleggia l’utero, che accoglie la vita prima di lasciarla libera nel mondo, faccia a faccia con la consapevolezza della propria imperfezione, ma anche della propria perfettibilità. Le azioni che si svolgono sul palco scandiscono, attraverso dodici diorama ed altrettante parole simboliche, i passi di un cammino sospeso tra passato e presente, tra le andate ed i ritorni infiniti, con un’unica guida: una valigia, piena della Bellezza che ciascuno incontra nella propria esistenza.
Info e prenotazioni: botteghino@teatrobellini.it | 081 5499688

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