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Gli spettacoli in programma in Campania da stasera a domenica 17 giugno.

Ntfi_07062018_Un_attimo_prima_ph_salvatorePastoreUn attimo prima – Un’esperienza poetica
Di: Gabriella Salvaterra – Teatro de los Sentidos con la collaborazione di Nelson Jara
Quando: 11 e 12 Giugno
Luogo: Palazzo Fondi, Via Medina 24 Napoli
Orario: ore 18:00, 19:30, 21:00
Note: C’è gente che dice che nella vita a tutto c’è rimedio; e tu cosa ne pensi?
«Il lavoro che presento – scrive nelle sue note Gabriella Salvaterra – si è sviluppato attorno ad un tema che ha ispirato la mia ricerca personale ed artistica da quattro anni: la rottura e la riparazione. Le rotture simboliche, materiali, pratiche, fisiche, emotive che ci segnano con cicatrici più o meno visibili, che raccontano la nostra storia. Le riparazioni possibili, quelle impossibili, quelle maldestre, quelle che “quasi non si vede più niente”; e i pezzi che ancora dobbiamo cercare di rimettere insieme.
Nel 2015 ho presentato dopo, un’installazione sensoriale abitata, dove ho lavorato prevalentemente sullo spazio, lasciando “parlare” gli ambienti, le cose, creando un percorso in cui la forza dell’esperienza fosse affidata quasi totalmente ai luoghi immaginari in cui i viaggiatori-spettatori potessero muoversi in totale libertà.
La seconda tappa di questa ricerca, Un attimo prima è stata la creazione di uno “spettacolo” che preferisco chiamare “formato abitato”, dove ho conservato elementi del mio lavoro sull’installazione ma ho dato maggiore importanza al lavoro con gli abitanti-attori, un’esperienza per un gruppo più numeroso di viaggiatori insieme. Si tratta di un percorso, in cui ogni viaggiatore costruisce la sua storia, un luogo in cui far scaturire la memoria, quella del corpo e quella personale, in cui la coincidenza può diventare significativa e creare le condizioni per un’esperienza profonda e poetica.
A chi mi chiede cosa sia Un attimo prima mi viene da rispondere che credo, e mi auguro, che sia una esperienza poetica.
Nel Teatro de los Sentidos, con cui lavoro da 18 anni, usiamo un lessico diverso per parlare degli elementi fondamentali della nostra produzione. L’attore è abitante dello spazio in cui lavora, non rappresenta ma agisce e vive (abita) in quello spazio, lo spettatore è viaggiatore, che crea il proprio percorso con l’abitante; lo spettacolo per noi è esperienza, che vive attraverso una drammaturgia sensoriale, non solo verbale ma fatta anche di silenzi, oscurità, evocazione di tutti i nostri sensi, che cerca di incontrare e far risuonare la memoria del corpo attraverso l’arte dell’ascolto».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

PÉRICLÈS, PRINCE DE TYR
Di: William Shakespeare e George Wilkins, Adattato dalla traduzione di François Guizot
Quando: 11 e 12 Giugno
Luogo: Teatro Politeama
Orario: ore 19:00
Interpreti: Xavier Boiffier, Christophe Grégoire, Valentine Catzéflis, Cécile Leterme, Camille Cayol, Michelangelo Marchese, Martin Nikonoff
Regia: Declan Donnellan
Note: Pericle è una delle tragedie più strane e strazianti di Shakespeare. Il protagonista naviga in un mare tempestoso di pirati, maghi, bordelli, rapitori, tornei, complotti contro la sua vita… fino a un intervento divino da parte della Dea Diana. Incesto, tradimento, omicidio, amore, gioia esplodono tutti in questo gigantesco fuoco d’artificio teatrale… Questa straordinaria tragedia ha una risonanza ben oltre il tempo in cui è stata scritta: il Mediterraneo di oggi non è estraneo ai viaggi spaventosi e disperati. È la favola di un uomo che si allontana da coloro che ama e poi, lentamente e miracolosamente, si riunisce a loro, più attraverso il fato che con i suoi sforzi. Un racconto che riguarda il mistero dell’amore, della perdita e dell’amore riscoperto dopo un’assenza dolorosa e confusa. Le braci si offuscano e brillano in una delle più grandi e commoventi opere che Shakespeare abbia mai scritto.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

isabelle-huppertL’ AMANT
Di: Marguerite Duras
Quando: 11 Giugno
Luogo: Teatro San Carlo
Orario: ore 21:30
Lettura di: Isabelle Huppert
Note: Indocina, 1930. Una quindicenne bianca, figlia di poveri coloni, e un ricco ereditiere cinese. Un incontro impossibile che tuttavia accade. La loro passione segreta è destinata a ossessionare l’opera di una delle più grandi scrittrici del secolo scorso. Nel 1984 Marguerite Duras pubblica L’Amante e oggi Isabelle Huppert ridà vita a questa storia.
Dalla sua pubblicazione nell’autunno del 1984, L’Amante ha venduto centinaia di migliaia di copie: la voce intima di Marguerite Duras ha conquistato il pubblico e il prestigioso Premio Goncourt ne ha decretato il grande successo anche da parte della critica. L’Amante è un libro magico, che concentra in forma semplice e straziante l’esperienza di un’esistenza intera. Nelle opere di Marguerite Duras, la vita e la scrittura si contaminano a vicenda. Ed entrambe sono profondamente influenzate dalla sua giovinezza indocinese. Ne L’Amante è come se la scrittrice, giunta al termine della propria vita, sfogliasse un vecchio album di fotografie. Sembra di sentire la sua voce commentare le immagini, lasciando affiorare alla memoria paesaggi lontani: le acque potenti del Mékong, la casa materna. Alcune figure riprendono vita, popolando in maniera naturale il paesaggio. Tra loro, l’amante, il cui nome non è mai pronunciato. La differenza di età, di origini, di paese rendono l’incontro tra la ragazza e l’ereditiere impossibile da viversi alla luce del sole. I due creano quindi un mondo di desiderio e passione racchiuso nelle pareti della camera da letto. Un mondo impossibile, che non può durare. Ma ciò che vivono, prima della separazione, attraversa gli anni come un segreto indimenticabile, destinato a nutrire l’opera di una delle grandi voce del secolo.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Laura AngiulliEDOARDO II
dall’opera di Christopher Marlowe
Quando: 11 e 12 Giugno
Luogo: Donna Regina Vecchia – Museo Diocesano
Orario: ore 21:30
Interpreti: Massimo Verdastro, Alessandra D’Elia, Stefano Jotti, Paolo Aguzzi, Michele Danubio, Luciano Dell’Aglio, Gennaro Maresca, Luca Saccoia
Drammaturgia e Regia: Laura Angiulli
Note: “Una commedia Teresa Sorrentino di Elvio Porta che è un “virtuosismo” per una sola attrice alle prese con una serie di personaggi che non ci sono. La protagonista vive la sua vigilia di Natale in un mondo visionario, che è la chiave per scoprire il reale percorso emotivo della sua vita.”
«La realizzazione di questo piccolo-grande lavoro teatrale – spiega il regista – non vuole essere per me un’esibizione registica ma, avvalendomi dell’interpretazione di una delle più brave e più folli interpreti della scena napoletana, Lalla Esposito, con cui spesso ho collaborato, delle musiche di Sergio Esposito e delle scene di Roberto Crea, vorrei rendere omaggio ad un amico ed ad un autore recentemente scomparso che, come tanti, ha dato a Napoli forse più di quanto ha ricevuto. La nostra collaborazione è di lunga data: dal Masaniello del 1974 fino all’ultimo lavoro, scritto ancora assieme, dal titolo Cani, poco prima che Elvio volasse a miglior vita (almeno spero) e che, prima o poi, riuscirò a realizzare.»
Info e prenotazioni:Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Trilogia dell'indignazioneTRILOGIA DELL’INDIGNAZIONE Contro il Progresso, Contro l’Amore, Contro la Democrazia
Di: Esteve Soler
Quando: 12 Giugno
Luogo: Cortile delle carrozze – Palazzo Reale
Orario: 17, 20 aprile ore 21:00; 18, 19 ore 17:00; 21 ore 19:00; 22 ore 18:00
Interpreti: Roberta Astuti, Sara Missaglia, Enrico Ottaviano, Chiara Vitiello
Regia: Giovanni Meola
Note: Il catalano Esteve Soler è uno dei drammaturghi più tradotti e rappresentati al mondo da un decennio a questa parte. La sua Trilogia dell’Indignazione è stata tradotta in diciotto lingue e rappresentata in mezzo mondo dal 2008 in poi (con quasi 100 diversi allestimenti realizzati finora.
Questa sua prima Trilogia (ne ha infatti scritto una seconda, la Trilogia della Rivoluzione) ha assorbito la lezione di Beckett, di Ionesco (e anche del miglior Bunuel), ma non solo. In questa drammaturgia surreale, nera, ironica, grottesca e disturbante, ma anche piena di pietas, c’è tutta la trasformazione antropologica, sociale, mediatica e geopolitica che noi stiamo vivendo in diretta e sulla nostra pelle in questo periodo storico, senza forse rendercene pienamente conto. La sua scrittura, invece, se ne rende perfettamente conto e ne dà conto in questi 21 atti unici di cui è composta la Trilogia.
Sì, perché la frammentazione e l’iper-voracità dell’informazione visiva, e orale, dei nostri tempi, viene tradotta in ciascuno dei tre lavori (con titoli fortemente icastici: Contro il Progresso, Contro l’Amore e Contro la Democrazia), in 7 brevi atti unici apparentemente lontani, sconnessi, variegati, ma in realtà intimamente legati, proprio come sono legate istanze ed accadimenti, apparentemente lontani, sconnessi e variegati, delle nostre vite di tutti i giorni. Soler crea una serie di micro-mondi nei quali si passa, repentinamente a volte ma mai superficialmente, dalla risata alla tragedia, dal paradosso al melodramma. Sbugiardando costantemente il luogo comune e senza avere mai alcuna verità da propinare.
«Perché, da drammaturgo, si decide di rappresentare un altro drammaturgo? – si chiede Giovanni Meola –. In primo luogo, per una consonanza di temi, umori, scarti di scrittura. Da diversi anni vedo e leggo teatro straniero, qui o all’estero, per poter verificare lo stato delle cose a seconda delle diverse latitudini. La scrittura di Soler l’ho sentita immediatamente vicina e anche lontana. Vicina, appunto, per temi, incastri, umori e spiazzamenti. Lontana per una frammentazione drammaturgica che non siamo molto abituati a frequentare nel nostro paese ma ancor più affascinante come sfida per una messinscena. In secondo luogo perché ho sentito forte l’esigenza di confronto con un artista della mia stessa generazione e di un altro paese, ma di questa stessa Europa, cuore fibrillante di una deriva di cui noi siamo allo stesso tempo vittime e carnefici.
La sfida di mettere in scena poi, con la complicità di un cast di notevoli attori, sette (e poi quattordici e poi ventuno) micro-atti unici, regala a questo progetto un valore aggiunto, in quanto a difficoltà ma anche e soprattutto in quanto a potenziale soddisfazione. Aggiungiamoci, per finire, il piacere di portare per la prima volta in Italia (grazie alla concessione dei diritti da parte dell’autore stesso) questi lavori, rappresentati in non so quanti paesi al mondo finora ma mai dalle nostre parti».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

TOMORROWLAND_Pierre_PLANCHENAULT-0329TOMORROWLAND
Creazione e interpretazione: Annabelle Chambon, Cédric Charron, Jean-Emmanuel Belot
Quando: 13, 14 e 15 Giugno
Luogo: Sala Assoli
Orario: ore 19:00, 14 anche ore 22:00
Regia: Jean-Yves Pillone
Note: Un’energia vitale esplosiva, un rock elettronico suonato dal vivo su sintetizzatori vintage. Corpi che vibrano a un’intensità dirompente, una visione grezza della creazione.
Animati da un’energia punk-rock, Chambon-Charron-Belot danno vita a uno spettacolo che è un campo di battaglia. Attingendo dal retro-futurismo, il low-cost e l’attivismo politico, Tomorrowland non è una promessa di domani, ma una realtà di oggi. Il trio ha creato questa performance come un album rock. La loro ricerca ruota attorno alla questione di Jean Baudrillard: «What are you doing after the orgy?».
«Prima di tutto si mette il corpo sulla scena: organi, cervello, sesso, sistema nervoso. Lo si getta nello spazio aspettando le prime associazioni di idee; si cerca la frizione, l’attrito, la scomodità. Non proiettiamo il corpo nella forma, sperimentiamo degli stati di corpo; carichiamo l’immaginario e il corpo agisce e reagisce… la sensazione è vibrazione, il corpo si veste di interiorità per generare lui stesso un contenuto».
Da diciotto anni Annabelle Chambon e Cédric Charron lavorano insieme e hanno principalmente collaborato con Jan fabre su molti progetti come Je suis Sang o Mount Olympus fanno parte di quei rari performers a cui ha dedicato un solo, Preparatio Mortis et Attends Attends Attends (pour mon père), e sono tra i membri del Jan Fabre Teaching Group.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Rabih MrouéSAND IN THE EYES
Una lettura non accademica di: Rabih Mroué
Scritto e presentato da: Rabih Mroué
Regia: Rabih Mroué
Quando: 13 Giugno
Luogo: Teatro Trianon Viviani
Orario: ore 20:00
Note: Rabih Mroué esplora la politica delle immagini nei video di arruolamento degli Islamisti. Questi filmati vengono girati in modo da catturare l’attenzione dei giovani cresciuti in Europa. Nello stesso tempo, però, Mroué ci pone di fronte ai limiti di ciò che è sopportabile guardare. Basandosi su materiali di ricerca come i video di arruolamento controllati dagli agenti dell’Intelligence tedesca, Mroué non si interroga solamente su cosa queste clip rivelino dei loro produttori e della loro capacità di attrazione, ma ne esamina politiche e dinamiche sociali. Rabih Mroué, attore teatrale e cinematografico libanese, è soprattutto un drammaturgo e visual artist. Il suo lavoro sul palcoscenico include video e installazioni artistiche; queste ultime, talvolta, si compongono di fotografia, testo e scultura. Lo spettacolo del 2007 sulla guerra civile libanese, How Nancy Wished That Everything Was an April Fool’s Joke, fu bandito dal Ministero degli Interni libanese e presentato in anteprima a Tokyo. Il divieto fu infine revocato. Nel 2012, alcuni suoi scatti realizzati col telefono cellulare a Homs, in Siria, hanno mostrato persone uccise durante i combattimenti del 2011/2012.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Sogno di una notte di mezza estateSOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE
Quando: 13 e 14 Giugno
Luogo: Teatro Bellini
Orario: ore 21:00
Interpreti: Luigi Bignone, Giuseppe Brunetti, Clio Cipolletta, Adriano Falivene, Rocco Giordano, Irene Grasso, Pako Ioffredo, Nuvoletta Lucarelli, Cecilia Lupoli, Davide Mazzella e musiche a cura di Flo
Regia: Michele Schiano Di Cola
Note: C’è un legame profondissimo tra il multiforme e ambiguo mondo raccontato da Shakespeare e la caleidoscopica realtà napoletana, in cui il confine tra vita e morte è così labile: Napoli parla con i propri morti, anche solo per chiedere i numeri del lotto! Nel Sogno di una notte di mezza estate Shakespeare racconta un mondo imbastito su tre piani, ognuno con un linguaggio diverso: il bosco, ovvero l’onirico, il dionisiaco, il luogo della lingua madre, che nella nostra ricerca, abbiamo indagato in napoletano; la corte, ovvero l’apollineo, la razionalità, che abbiamo attraversato con l’italiano; il mondo degli artigiani, dell’arte, del teatro continuamente in bilico tra i due mondi, tra cadenze, colori ed espressioni frutto dell’imbastardimento dell’uno o dell’altro. Una ricerca sui linguaggi che, durante le prove, ci ha consentito di guardare con altri occhi questo capolavoro.
L’allestimento è calato in un contemporaneo non naturalistico, perché il Sogno è una storia di fate e folletti. Ma chi sono oggi queste fate e questi folletti? Cos’è veramente il bosco? Cosa ci muove dalla corte di noi stessi? Cosa ci fa trascendere? Qual è il risultato dell’eterno conflitto tra il dionisiaco e l’apollineo e come lo esprime la nostra civiltà? Mi interessa indagare il disagio che lo sbilanciamento di questo conflitto provoca; le fragilità e le contraddizioni dell’uomo contemporaneo in disequilibrio costante rispetto a se stesso e alla propria natura. Tutto questo, nel rispetto della direzione indicataci da Shakespeare: la commedia!
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

thierry-colletDANS LA PEAU D’UN MAGICIEN
Ideazione e interpretazione: Thierry Collet
Quando: 14 e 15 Giugno
Luogo: Galleria Toledo
Orario: ore 20:00
Regia: Éric Didry
Note: «Ho cominciato a fare magie a 7 anni, l’età della ragione, come si dice. Ed ho subito capito che lo avrei fatto per tutta la vita. Oggi ne ho 50 e sono un mago di professione. Nel corso di questo spettacolo vorrei evocare i momenti importanti in cui la pratica dell’illusionismo si lega alla mia storia intima, indagare ciò che mi qualifica come mago e ciò che mi definisce come essere umano».
Attraverso questa nuova creazione, Thierry Collet mescola racconti di vita e trucchi di magia per evocare il mondo interiore del prestigiatore. Invita gli spettatori a un incontro molto personale, svelando loro la sua passione per la magia, esponendo il percorso iniziatico che lo ha portato a farne un mestiere. Thierry ritorna sulle esperienze fondatrici e le “grandi illusioni” che hanno costellato il suo percorso, l’ossessione di una pratica gestuale e corporale esigente basata sulla sfida, il desiderio di confrontarsi costantemente con l’impossibile, il gusto per il segreto e la menzogna, il bisogno di costruire un mistero per il proprio pubblico. Essere prestigiatori è un mestiere, ma è prima di tutto uno stato dell’essere, una percezione particolare delle cose, un interesse per i difetti, le anomalie…
Negli spettacoli precedenti, Thierry aveva un atteggiamento volontariamente pedagogico. La magia era allora al servizio di una tematica, di uno scopo. Conduceva gli spettatori ad interrogarsi sulle manipolazioni in atto nella nostra società attivando il loro senso critico.
Questo nuovo spettacolo propone invece un’altra prospettiva, più sensibile e intima: trasmettere e condividere il particolare sguardo del prestigiatore sul mondo e su se stesso. Lo spettacolo racconta il periodo di apprendimento negli anni ’80 e ’90. Thierry racconta i primi congressi di magia, la scoperta di questo ambiente molto maschilista e machista – le rare donne presenti sono le mogli che vengono tagliate a pezzi – evoca la trasmissione dei segreti – che si vendono o si rubano – e la necessità di esercizi costanti. Dopo molti spettacoli di mentalismo, Thierry approda a una magia incentrata sull’abilità, l’impegno del corpo e del gesto, la gestione di una situazione di pericolo.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Full' e foolsFULL ‘E FOOLS
Di: Paolo Romano
Quando: 14 Giugno
Luogo: Cortile delle Carrozze – Palazzo Reale
Orario: ore 21:30
Interpreti: Rossella Amato, Gianluca d’Agostino, Marcella Granito, Paolo Romano e il piccolo Gabriele Carlo D’aquino
Regia: Crown Theater
Note: «In un fazzoletto di terra, sotto un ponte stradale tra oggetti, rifiuti, letti e lenzuola di cartone, una Regina clochard, una Regina vagabonda, un Re barbone, un Re homeless e infine un piccolo Re folle, si combinano per formare un’accoppiata vincente: il “full dei fools”. Questi cinque emarginati nella loro diversità caratteriale, fisica, nella singolare esperienza di vita vissuta, incarnano in qualche modo quella tragedia che riverbera dai personaggi del mondo immaginativo shakespeariano, senza però palesarlo in modo evidente, per far si che il carico drammatico rappresenti l’uomo e la sua storia in modo archetipale. I pensieri, che logorano l’animo, che lo lacerano, che hanno occupato con tutto il loro peso lo spazio della mente, prendono ora forma, suono, vita, dando voce come in una possessione, a reminiscenze dello spirito di Lady Macbeth, di Lavinia, di Re Lear, di Riccardo III, per una confessione catartico drammatica.
Una partita a carte paventata ma mai giocata, diviene l’effetto scatenante di questa purificazione liberatoria, il pretesto per attivare nei personaggi dinamiche di psicologia introspettiva in una terapia di gruppo, dove a turno i quattro reietti confessano un vissuto carico di piccoli o grandi tragedie, drammi esistenziali e stati d’animo mai dichiarati, un flusso di coscienza che emerge in modo improvviso ed eruttivo. Quattro personaggi, come quattro carte francesi che palesano sul campo da gioco il loro valore, si alternano ignari di essere manovrati dal mazziere, da chi attacca bottone sul panno verde della scena, contaminati da una pazzia rivelatrice per mano di un piccolo fool, quel Discolo, o disco, o puck, che fa da jolly nel gruppo».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

martinelli-montanariFEDELI D’AMORE polittico in sette quadri per Dante Alighieri
Di: Marco Martinelli
Quando: 15, 16 e 17 Giugno
Luogo: Teatro Sannazaro
Orario: 15 e 16 ore 21:00 , 17 ore 19:00
Interpreti: Ermanna Montanari
Ideazione e Regia: Marco Martinelli e Ermanna Montanari
Note: Fedeli d’Amore è un “polittico in sette quadri” scritto da Marco Martinelli. A parlarci, nei singoli quadri, sono voci diverse: la nebbia di una notte ravennate del 1321, il demone della fossa, un asino in croce, il diavolo del rabbuffo, l’Italia che scalcia se stessa, Antonia figlia di Dante Alighieri, e una fine che non è una fine.
Queste voci ci parlano del profugo, del poeta fuggito dalla sua città che lo ha condannato al rogo, e ora è sul letto di morte in esilio, a Ravenna, in preda a febbre malarica. La nebbia per prima si infila nelle fessure delle finestre e entra in quella cameretta, e ce lo descrive così, con la mente annebbiata e delirante, sulla soglia del passaggio estremo.
Quella povera carne si spegne, e nel suo estinguersi è aggredita da visioni e lampi dal passato, fino a ritrovare l’antica amicizia con i fedeli d’Amore, fino alla visione del Dante bambino. Voce e scrittura disegnano l’opposizione allo stato delle cose che governa il mondo ancora oggi, così come lo governava nel tardo Medioevo. Amore è ciò che ci fa ribelli, è la forza che libera l’umanità dalla violenza, che salva “l’aiuola che ci fa tanto feroci”.
Le voci di questo “polittico” sono un’unica voce che ne sa contenere innumerevoli, quella di Ermanna Montanari: aria, fuoco, suono, materia. La drammaturgia porta il segno della scrittura “corsara” di Marco Martinelli, capace di intrecciare l’intimo e il politico, psiche e mondo.
Questo “polittico” per il palcoscenico arricchisce l’itinerario che, insieme a Ravenna Festival, Martinelli e Montanari e il Teatro delle Albe hanno iniziato nel 2017 con Inferno, e che proseguirà nel 2019 e 2021 con le altre due cantiche della Divina Commedia.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Fabrizio Sinisi ©LucaFioreRITRATTO DI DORA M.
Progetto a cura di: Ferdinando Bruni e Francesco Frongia
Quando: 15, 16 e 17 Giugno
Luogo: Teatro Nuovo
Orario: 15 e 17 ore 21:30, 16 ore 19:00
Interpreti: Ginestra Paladino
parole di Fabrizio Sinisi
Regia: Francesco Frongia
Note: «Dora Maar ha attraversato tutto il ‘900 e nella prima metà della sua vita è stata sempre vicina al cuore della Parigi artistica e culturale dell’epoca, in quel momento magico e irripetibile in cui la città era il centro del mondo. La sua carriera fotografica fu breve, ma intensa: si colloca fra il 1931 e il 1937, anno in cui, spinta da Picasso, abbandonò la fotografia per la pittura, dopo aver testimoniato con una serie di storici scatti, la creazione di Guernica. Al momento dell’incontro con Pablo, Dora è una donna realizzata, dalla bellezza fiammeggiante. Picasso la vede per la prima volta in un ristorante mentre gioca con un affilato coltello e conserverà per tutta la vita il suo guanto di pizzo nero sporco di sangue, reliquia del loro colpo di fulmine. Dora era stata l’amante di Bataille, amica di Eluard, di Prévert, di Bunuel.
Cinque anni dopo, alla fine della sua relazione con Picasso, che la lascia per la più giovane Francoise Gilot, Dora è una donna spezzata, che si aggira nuda nell’androne di casa sua, in preda a una crisi psicotica. Fu soccorsa, curata e accudita da Jacques Lacan e da sua moglie Sylvia Bataille e trovò due strade per superare l’abbandono: la pittura e la religione. Dopo un breve periodo “mondano”, Dora Maar poco a poco si chiuse in un’esistenza fatta di meditazione, di preghiera e di solitudine, una clausura misteriosa che durò quasi cinquant’anni e in cui nessuno fu mai ammesso. Sono queste tre immagini di donna così lontane fra loro che ci hanno affascinato, incuriosito e appassionato. Dora Maar raggiante musa dei surrealisti, la donna che gioca coi coltelli, Dora Maar, la donna che piange nei ritratti di Picasso, annientata da un amore assoluto, Dora Maar la reclusa, la mistica piegata nel corpo dall’artrosi, ma sempre più raffinata nello spirito. Ginestra Paladino ha lanciato una provocazione che abbiamo raccolto con gioia, coinvolgendo per la scrittura del testo Fabrizio Sinisi, che ci è sembrato avere il tocco e il linguaggio perfetti per costruire questo trittico: tre facce, tre maschere, tre stazioni di un percorso esistenziale unico, lontani da qualsiasi tentazione di biopic, più vicini all’idea di una sorta di melologo in cui la musica di Carlo Boccadoro – un musicista che ha l’esperienza teatrale e la versatilità per “dipingere” questi ritratti musicali – accompagna la voce di Dora, immersa nel flusso di immagini che creeremo per lei, attraverso le tre tappe della sua lunga vita».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Enzo SalomoneLA FILOSOFIA DI BERTRANDO SPAVENTA
tre letture di Enzo Salomone e Renato Carpentieri
contrabbasso acustico Ilaria Capalbo
Quando: 16, 30 Giugno e 7 Luglio
Luogo: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici
Orario: ore 10:30
Note: Eugenio Garin, nel ribadire l’importanza del pensiero di Bertrando Spaventa, avvertiva i giovani accorsi numerosi ad ascoltarlo a Palazzo Serra di Cassano, che «in Italia il vero grande pericolo è la rinunzia allo spirito libero, critico – alla filosofia che riconosce solo l’autorità della ragione». E che «in ogni tempo, sotto ogni regime, l’avversione alla filosofia, la lotta contro la filosofia, è sinonimo di lotta contro la libertà, di tirannide dei singoli o delle moltitudini». Senza filosofia, infatti, non ci può essere autocoscienza e quindi libertà; illuminante il passo di Bertrando Spaventa: «Il detto socratico: conosci te stesso, che generò tanto rivolgimento negli ordini ideali della scienza, vale non solo nella formazione morale degli individui, ma specialmente in quella delle nazioni. Un popolo che ha confuso o smarrito la coscienza di sé medesimo, è in peggiore stato dello schiavo di cui parla Omero; egli ha perduto non solo la metà dello spirito, ma tutto lo spirito; egli è un corpo senz’anima».
Con la loro straordinaria capacità interpretativa, Enzo Salomone e Renato Carpentieri ci condurranno nella lettura di questa vetta fondamentale del pensiero filosofico e politico moderno; le tre Prolusioni (Modena, Bologna e Napoli) di Bertrando Spaventa costituiscono le tappe di un unico percorso filosofico e rappresentano il punto più alto – Gerardo Marotta ne era profondamente convinto – dell’autocoscienza della cultura occidentale; esse esprimono la consapevolezza che la storia è sempre storia della libertà, che «il pensiero è l’anima dell’universo, è la parte più intima della vita delle nazioni».
Bertrando Spaventa con le Prolusioni ci mette nelle condizioni di comprendere che cosa fummo, che cosa siamo e che cosa dovremmo essere nel movimento della filosofia moderna, ovvero non membri isolati e scissi dalla vita universale dei popoli, ma nazione libera ed eguale nella comunità delle nazioni. E una tale altezza di autocoscienza impone con forza l’esigenza di elaborare una nuova forma giuridica liberatrice al posto della vecchia, la necessità di edificare un nuovo Stato, come successivamente ha ribadito Benedetto Croce, che di Bertrando Spaventa era il nipote, nella Storia d’Europa nel secolo decimonono: la nascita di una nuova coscienza afferma una nuova nazionalità. Infatti, ribadisce Croce, le nazioni non sono qualcosa di naturale, ma stati di coscienza e prodotti storici. E come durante il Risorgimento un napoletano o un piemontese «si fecero italiani non rinnegando l’esser loro anteriore ma innalzandolo e risolvendolo in quel nuovo essere», così i popoli delle singole nazionalità «si innalzeranno a europei e i loro pensieri indirizzeranno all’Europa e i loro cuori batteranno per lei come prima per le patrie più piccole, non dimenticate già, ma meglio amate». Il processo che conduce agli Stati Uniti d’Europa elimina la competizione dei nazionalismi e «sta contro di essi e un giorno potrà liberarne affatto l’Europa, tende a liberarla in pari tempo da tutta la psicologia che ai nazionalismi si congiunge e li sostiene e ingenera modi, abiti e azioni affini».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Alessio-Boni-CANTO DEGLI ESCLUSI, CONCERTATO A DUE
di e con Alessio Boni e Marcello Prayer
Quando: 16 Giugno
Luogo: Teatro Naturale di Pietrelcina (BN)
Orario: ore 21:30
Note: «Se un poeta dona le proprie carte con l’intenzione di regalare i propri patimenti, le ansie, le sue mille anime, gli altri dovrebbero ringraziarlo perché, con gli occhi rarefatti dalla follia, sta guardando il destino anche per loro. Le foglie del destino sono vagabonde, scorrevoli e piene di baci nascosti».
(Alda Merini, reato di vita – autobiografia e poesia)
«Dopo Pavese e Pasolini, – scrivono Alessio Boni e Marcello Prayer – abbiamo scelto di continuare il gioco della Poesia nella nudità scenica con Alda Merini, dove le nostre voci si alternano e s’intrecciano (come sempre) per diventarne Una, a cadenzare la ritmicità del Suo verso di forte intensità emotiva nel grumo di contraddizioni che l’hanno abitata. Abbiamo immaginato d’ascoltare la Sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata la necessità di questo altro viaggio che ora proponiamo».
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Ben DukePARADISE LOST (LIES UNOPENED BESIDE ME)
Di: Lost Dog
Ideazione, regia e interpretazione Ben Duke
Quando: 16 e 17 Giugno
Luogo: Teatro Trianon Viviani
Orario: 16 ore 21:30, 17 ore 20:30
Note: Paradise Lost (lies unopened beside me) è una rilettura del poema epico di Milton Paradiso perduto, ideata, diretta e interpretata da Ben Duke per Lost Dog attraverso un racconto fatto di parole, musica e danza.
Il lavoro ha debuttato nel maggio 2015 al Battersea Arts Centre di Londra e nel mese di agosto è stato rappresentato all’Edinburgh Fringe Festival dove è stato candidato al Total Theatre Award in the Innovation, Experimentation and Playing with Form category. È stato anche candidato allo Sky Academy Arts Award per la danza nel 2016 ed è stato vincitore del Rural Touring Award come miglior spettacolo innovativo.
Questo one man show usa il teatro, la commedia e il movimento per farci vivere un viaggio attraverso la storia della creazione del mondo condensato in 75 minuti. Uno spettacolo che mostra al pubblico i momenti salienti della ben nota, ma spesso dimenticata, storia dell’origine, iniziata con la ribellione di Lucifero e terminata con la cacciata di Adamo ed Eva dal giardino dell’Eden. Uno spettacolo per chiunque, nella vita, abbia creato qualcosa (un figlio, un giardino, un aeroplanino di carta) salvo poi vederla andare fuori controllo.
«Quando ho pensato di creare un one man show di Paradiso perduto, l’idea iniziale era ridicola. È difficile capire, quando si ha per le mani un’idea ridicola, se è il caso di ignorarla o di permettere di diventare un’ossessione. Questa si è trasformata in un’ossessione perché ogni volta che la raccontavo, chi mi ascoltava pensava che stessi scherzando.
Ad essere onesto, quando lessi per la prima volta Paradiso perduto all’età di diciannove anni, immaginavo che quando ne avessi avuti quaranta, ne avrei realizzato una milionaria versione cinematografica. Oggi le mie ambizioni sono più modeste ma altrettanto irrealistiche. Ciò che sto cercando di fare è impossibile. Per questo lo spettacolo verte inevitabilmente sul fallimento, ma anche sull’atto di creazione: di Dio, di Milton, mia.
Penso che Paradiso perduto continuerà a trasmettermi significati diversi nei diversi periodi della mia vita e credo che stia in questo la sua grandezza. In questo momento della mia vita mi sta parlando di genitori e figli. Sono sempre stato figlio, ora sono anche genitore, e quindi i piani di lettura si sono moltiplicati, e io voglio portarli in scena».
La compagnia Lost Dog è stata fondata nel 2004 da Ben Duke e Raquel Meseguer con l’obiettivo di creare spettacoli di teatro e danza. Il gruppo lavora con testi, musica dal vivo, movimenti fondendo questi elementi per creare lavori in cui la danza si sviluppa attraverso storie e personaggi.
Info e prenotazioni: Casa del Festival – Palazzo Reale, Piazza del Plebiscito 1 – Tutti i giorni 10.00 | 19.00 – biglietteria@napoliteatrofestival.it

 

Giancarlo-GianniniLE PAROLE NOTE
Quando: 16 Giugno
Luogo: Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon – Grotta di Seiano discesa Coroglio (Napoli)
Orario: ore 18:00
Di e con: Giancarlo Giannini e Marco Zurzolo quartet
Note: Il recital di Giancarlo Giannini è un singolare incontro di letteratura e musica. L’attore particolarmente esperto nell’analisi della parola, recita una serie di brani e poesie al grande pubblico da Pablo Neruda, Garcia Lorca, Marquez, ai più classici come Shakespeare, Angiolieri, Salinas. Vari autori e un unico tema : L’amore, la donna, la passione…La vita! Giancarlo Giannini sarà accompagnato da una serie di brani inediti del sassofonista partenopeo: Marco Zurzolo, suonati dal suo quartetto.
Giancarlo Giannini e la sua recitazione, la sua voce calda e penetrante condurrà gli spettatori in “atmosfere”, mistiche, malinconiche, amorose, ed ironiche in un viaggio dal 200’ fino ad arrivare ai giorni nostri.
Info e prenotazioni: 0812403235 | 3285947790 | info@gaiola.org

 

Fausta Vetere e Corrado Sfogli - Foto Cesare Abbate-1E te dico core core…
Quando: 17 Giugno
Luogo: Teatro cerca Casa – Castello di Marigliano
Orario: ore 18:30
Di e con: Fausta Vetere (voce e chitarre) e Corrado Sfogli (chitarre)
Note: L’interprete della prima Gatta Cenerentola di Roberto De Simone, nel recital, ripercorre la sua carriera artistica che va dall’incontro con il maestro De Simone fino al periodo più recente caratterizzato da brani scritti per lei da vari autori. L’incontro con Roberto De Simone apre all’artista la visione di una storia musicale napoletana diversa da quella che si conosceva: dalle antiche villanelle alle tammurriate, dalle moresche alle tarantelle, di un mondo pieno di fascino e di poesia. Un mondo che riporta alla luce una storia segreta della nostra città. La storia di una Napoli che narra se stessa al di fuori degli stereotipi, attingendo alle foti di quella musica che nei secoli l’ha resa famosa e conosciuta. Imparando anche che la vera storia è stata sempre fatta non da capipopolo, da viceré, generali o imperatori, ma da quelli che sono passati senza nome. A questo repertorio si aggiungono poi anche brani, mai cantati prima, della canzone classica napoletana. La caratterizzazione per quest’ultima è che tutte le canzoni sono state riportate alla semplicità ed alla leggerezza di un tempo: non orchestrazioni ridondanti ma semplici melodie che ridanno vigore e valore sia al testo che alla musica. Elemento unificatore di questi due mondi comunque distanti tra di loro è la voce, che diventa unificatrice del pensiero e della storia di una città, sicuramente madre della cultura del nostro mediterraneo.
Info e prenotazioni: 3343347090 – 3470963808 – 081 5782460, oppure compilando il form sul sito www.ilteatrocercacasa.it.

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