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Il tema medievale dell’amor cortese al centro del nuovo lavoro letterario della studiosa e docente romana col cui saggio indaga la “scienza dell’amore” fiorita nel XII secolo in Francia.

di Ciro Ranisi*

La copertina

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Un bellissimo libro che coinvolge e accompagna il lettore in un universo che è ancora poco noto per tanti: il Medioevo, la donna e l’antico mistero dell’amore descritto durante quei secoli in cui si sceglieva fin dal mattino la persona da amare e desiderare.
Nel Medioevo l’amore assumeva un tale valore da poter rappresentare una minaccia, un INFINITO che come un fiume in piena travolgeva pianure, valli e intere città, ma  che, ancor più drammaticamente, era capace di stravolgere equilibri e accordi faticosamente pianificati. Significativo Dante Alighieri che volge il suo sguardo verso un suo grandioso e incomparabile infinito: l’amor che move il sole e l’altre stelle. Così come Chrétien de Troyes che stravolge la fin’amor tradizionale, proponendoci amori assolutamente coniugali. O, ancora, il clero che intravede il rischio che incombe sulla famiglia dei tanti mariages arrangés. Dunque, l’amore a quei tempi costituisce un’insidia, un gioco pericoloso ed è proprio da questa considerazione che Annarosa Mattei propone nel suo libro “L’Enigma d’Amore nell’Occidente Medievale” (La Lepre Edizioni) esempi di amori esclusivi, bramati, talvolta drammatici, spesso offuscati da rigide regole e consuetudini: immagini di attese, pianti, rammarichi per ciò che il caso, le hasard, irrispettoso e ribelle produce nell’animo ignaro  degli amanti.
Fra i tanti personaggi che incontriamo in questo libro, indimenticabile quello di Aliénor d’Aquitaine con la sua progressiva affermazione in una società che coniuga ancora tutto al maschile e dove solo gli uomini sono palesemente visibili. Le donne protagoniste di questo periodo scrivevano poemi e racconti – talvolta meglio dei loro mariti o dei loro amanti- meglio di tutto quell’universo maschile che le soggiogava. Di queste opere al femminile rimane ben poco, praticamente nulla, ma il loro valore riecheggia nella scoperta letteraria moderna e Annarosa Mattei, con la precisione dello storico, ci spiega che in quel mondo in cui solo gli uomini apparivano   protagonisti, la voce delle donne esisteva – magari riportata da un giullare – e ancor oggi si fa sentire, talvolta, forte e potente (“non è un caso che, nel canto dei trovatori, la parola AMOR sia di genere femminile, visto il nuovo rilievo assunto dalla donna” pag. 64). L’autrice ci svela l’idéal de la courtoisie, ideale nato nelle raffinate corti del sud della Francia a partire dal XII secolo, in un clima morale che stava cambiando e dove si scoprivano nuovi valori quali la raffinatezza, il garbo e, naturalmente, l’amore. Eccellente la presentazione della fin’amor, cioè di quell’ amour parfait che rappresenta l’ideale della courtoisie. Con chiarezza ed eleganza espositiva, Annarosa Mattei sottolinea che la fin’amor altro non è che un codice di relazioni amorose notevolmente influenzato dalla struttura sociale del sistema feudale, una struttura che, contrariamente agli stereotipi che la vogliono da sempre “verticale”, viene stravolta dalle osservazioni dell’autrice. L’amore ci viene presentato in “orizzontale”: viene creato, ricreato, si fa e si rifà e rinasce, in ogni momento, ancora più forte, come in una magica metempsicosi.
Questo saggio è interessante poiché, oltre a parlarci della Francia che è unanimemente considerata come le théâtre le plus important per la rappresentazione della fin’amor, ci accompagna dalla Provence all’area germanica, dalla Penisola Iberica fino ad arrivare all’Italia di Guido Cavalcanti, Guido Guinizzelli e di Dante Alighieri.
In definitiva, il saggio della Mattei segue l’itinerario di una scrittrice e di una grande intellettuale lungo gli anni della civiltà medioevale. Eleganti pagine forse concepite in momenti in cui l’autrice ha sentito il bisogno di confrontarsi con mondi lontani, con la passione o, semplicemente, con i  molteplici e variegati sentimenti che esprimono la sua arte.

 

*Ciro Ranisi è docente di Lingua Francese [Università degli Studi ‘Suor Orsola Benincasa’ | Napoli]

 

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