“The Good Place”, ovvero come conquistarsi un posto in paradiso [SERIE TV]
La serie NBC mescola abilmente filosofia e pop culture ed è tra le più intelligenti e meno pretenziose in circolazione.
di Stefania Sarrubba
Non importa quale sia la vostra opinione sulla vita dopo la morte: The Good Place, la serie NBC con protagonista l’azzeccatissima Kristen Bell, ve la smembrerà con l’accetta e vi lascerà ricomporre i pezzi nel modo più irriverente possibile.
Una volta morta, Eleanor Shellstrop (Bell), che non è stata esattamente una santa in vita, viene scambiata per un’altra e si ritrova nella parte dell’aldilà riservata ai buoni.
Viene accolta dall’architetto Michael, una sorta di San Pietro con squadra e compasso interpretato da un Ted Danson in ottima forma. È lui ad aver progettato il quartiere in cui si trova Eleanor, circondata da persone moralmente impeccabili.
Tra queste, la sua anima gemella Chidi (William Jackson Harper), professore di filosofia morale che, una volta scoperta la vera identità di Eleanor, la aiuterà a guadagnarsi un posto in paradiso a suon di lezioni di etica.
A completare il quadro, la socialite frustrata Tahani (Jameela Jamil) e Jason (Manny Jacinto), un DJ teppista finito nel vicinato dei buoni per sbaglio e fintosi da allora un monaco buddista votato al silenzio.
A fare da baby-sitter al quartetto, Janet (D’Arcy Carden), una intelligenza artificiale con fattezze e comportamenti umani dedita a rendere la vita nell’aldilà più facile per i nuovi arrivati.
Sebbene il formato – appena 22 minuti – e l’impianto da commedia facciano pensare a una sitcom “leggera” da consumare in fretta, The Good Place è una serie sorprendentemente intelligente e densa di contenuti.
Non prendendosi sul serio, le due stagioni mettono insieme Immanuel Kant e Kim Kardashian e applicano i dilemmi etici e morali alla difficile scelta tra gli innumerevoli gusti di frozen yogurt disponibili.
Apprezzabile che lo spettro della religione non aleggi mai su The Good Place. È sempre la filosofia etica e morale che padroneggia. Come a dire, un’entità divina può aver creato l’aldilà, certo, ma la scelta su come abitare questo spazio ultraterreno resta sempre dell’essere umano.
The Good Place rinforza la concezione che Dio, qualora esista, si limita a guardare gli umani danzare senza interferire, lasciandoli soli. In effetti, sebbene tranquillizzi fin dalla scena iniziale in cui Michael dà il benvenuto ad Eleanor e al pubblico con la scritta “Va tutto bene”, la serie con il suo paradiso costruito ad hoc si rivelerà tutt’altro che rassicurante nelle sue similitudini con The Truman Show.
Esattamente come Eleanor, che migliora all’allungarsi della sua permanenza nel vicinato, la serie dà il meglio di sé gradualmente, per poi esplodere alla fine della prima stagione con un colpo di scena tanto imprevedibile quanto brillante che viene sviluppato nella seconda stagione, nell’attesa della terza, in uscita il prossimo settembre.
Non c’è da stupirsi se l’architetto della serie è Michael Schur (coincidenza che abbia lo stesso nome della sua controparte divina?), già nella writing room di The Office e del Saturday Night Live.
Se si pensa che Schur è anche co-creatore, sceneggiatore e regista di Parks and Recreation e Brooklyn Nine-Nine appare chiaro il motivo per cui The Good Place piace e diverte con intelligenza.
Schur è, però, anche lo sceneggiatore di un episodio di Black Mirror, forse la serie distopica più amata dell’ultimo decennio. Il creatore di The Good Place ha, infatti, scritto Nosedive, capitolo dalle tinte pastello, ma non per questo meno inquietante, con Bryce Dallas Howard.
Al pari di quell’episodio, The Good Place ci presenta una realtà idilliaca che gioca con le nostre paure e angosce più profonde. Il fatto che riesca a farlo divertendo non significa che non faccia riflettere, anzi, è per questo forse ancor più subdola, sottile e interessante.
Se avete amato la filosofia al liceo come chi scrive, The Good Place vi piacerà, e molto. Se, al contrario, l’avete odiata, non trovandovi un appiglio pratico e concreto alla vita quotidiana, non solo vi piacerà: la adorerete.