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Ambientata in un’università americana, la serie tv targata Netflix fa a pezzi il white privilege convincendo la critica da cui è stata lodata, ma non il pubblico. 

di Stefania Sarrubba

Samantha White mentre conduce "Dear White People".

Samantha White mentre conduce “Dear White People”.

Dear White People, la serie ispirata all’omonimo film del 2014, è disponibile in due stagioni su Netflix.
I venti capitoli da mezz’ora ciascuno sono ambientati in un’università fittizia della Ivy League americana, Winchester.
Frequentata da una maggioranza di bianchi, Winchester ospita gran parte dei suoi studenti neri nel dormitorio Armstrong-Parker, dove si svolgono le vicende dei protagonisti.
Ogni episodio si concentra su un personaggio, a partire da Samantha White (Logan Browning) che analizza e scardina ogni presunta convinzione dei bianchi nei confronti dei neri nel suo programma radiofonico, che dà il titolo alla serie.
Peccato che Sam abbia un quasi-fidanzato bianco, Gabe (John Patrick Amedori), che vuole tenere nascosto ai suoi amici.
A fare da corollario, una serie di personaggi sfaccettati facenti parti di più unioni studentesche. Gli studenti neri di Winchester saranno pur diversi tra loro, ma sono uniti dalla motivazione personale: dare prova di essersi guadagnati il posto nella prestigiosa università.
A differenza di alcuni degli studenti bianchi e ricchi, infatti, molti altri hanno faticato per il loro ingresso nell’Ivy League e dovranno continuare a faticare per non lasciar vincere i pregiudizi.
Le due stagioni, create, così come il film, da Justin Simien, vedono un nutrito cast di attori neri. Toccano tematiche legate all’identità, all’odio razziale e all’appropriazione culturale, non sempre vista come negativa da chi non fa parte delle minoranze. Un indizio: se siete bianchi e per un costume di Halloween avete intenzione di dipingervi la faccia di nero, forse fareste bene a ripensarci.
Chi sono gli Hotep? Cos’è il grits? Cosa si cela sotto i capelli liscissimi delle afroamericane? Che significa essere neri e LGBT? Dear White People ci spiega tutto questo e di più.
In particolar modo, la serie attacca ferocemente il white privilege, ossia il privilegio intrinseco di cui chi nasce bianco non sa neppure di godere tanto è radicato.
Va ribadito che tale privilegio non è naturale né spetta di diritto ai bianchi, anzi. Il white privilege è il risultato di secoli di supremazia arbitraria dei bianchi a scapito di chi non lo è ed è ora di mettervi un punto.
Da bianchi, riconoscerlo, invece che barricarsi dietro al “Non sono razzista, ma…” o al “Ho tanti amici neri!”, sarebbe un buon primo passo verso l’abbattimento della disuguaglianza sistemica.
Sarà forse per questa verità cruda sbattuta in faccia allo spettatore che Dear White People ha turbato il pubblico bianco? Pare l’unica spiegazione plausibile per una serie fresca, divertente e profondamente calata nell’attualità.
In effetti, la serie ha dovuto districarsi tra una serie di ridicole critiche che la accusavano di razzismo contro i bianchi.
Dear White People è, al contrario, una serie satirica, dalle tinte grottesche ed estremamente intelligente nel mostrare come il pregiudizio vada in entrambe le direzioni. Quindi, si parla di pregiudizio sì da parte dei bianchi, ma anche da parte dei neri, per nulla esenti da preconcetti a loro volta.
La serie Netflix è provocatoria per chiunque la guardi. Il pregiudizio dei neri, tuttavia, non è sistemico né punta una pistola a un ragazzo bianco a una festa perché questi si rifiuta di mostrare un documento. E questo dovrebbe farci riflettere.

Il confronto tra Sam e Gabe nel capitolo VIII della seconda stagione.

Il confronto tra Sam e Gabe nel capitolo VIII della seconda stagione.

Il capitolo VIII della seconda stagione è un dolorosissimo pugno in faccia al riguardo e andrebbe rivisto almeno una volta al mese.
Se, da bianchi, non siamo pronti a far saltare in aria le nostre rassicuranti convinzioni, se non siamo abbastanza woke, ossia politicamente coscienti, non meritiamo Giancarlo Esposito di Breaking Bad che ci narra Dear White People con la sua voce suadente. E che [SPOILER ALERT] compare in carne e ossa alla fine della seconda stagione.
Meritiamo, invece, di inondare di reazioni-cuore quei post su Facebook che non fanno altro che confermare quello che sappiamo già o quello che vorremmo sentirci dire, senza mostrarci nulla di nuovo o, peggio, di diverso.
Dear White People è stato rinnovato per una terza stagione. Datevi una chance e imparate qualcosa, signore e signori.

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