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Al via domani con “Malacrescita” la quarta edizione della rassegna diretta da Mimmo Borrelli, che ieri al Parco Cerillo ha unito le testimonianze di chi reinventa se stesso in connubio con la comunità circostante, per resistere. E non desistere.

di Ileana Bonadies

Cimmino Photo

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Storie di re-esistenza. Ovvero di esistenze resilienti che nascono a nuova vita, per assecondare emotività, passioni, sogni che nel mentre diventano poi strategiche alleate per tracciare percorsi. Per porsi in ascolto della realtà circostante e provare a imprimere un solco, un cambiamento, uno “scuotimento” che coinvolga in primis se stessi con l’auspicio, successivamente, che diventi contagioso.
Sono loro le protagoniste della’anteprima con cui Efestoval – Festival dei vulcani, diretto da Mimmo Borrelli, si apre alla sua quarta edizione al via domani (QUI il programma completo). E sono coloro che queste storie le hanno fatte diventare tali, le voci e le testimonianze che ascoltiamo ospiti del Parco Cerillo di Bacoli, esso stesso archetipo di una rinascita, al verde e alla fruizione, grazie al lavoro della cooperativa sociale Tre foglie dopo un lungo periodo di abbandono.
E così ecco la storia di padre Antonio Loffredo della Sanità, che col suo lavoro con i ragazzi del territorio – fatto di recupero dei luoghi, di valorizzazione delle preesistenze, di arte e cultura –  prova ogni giorno a illuminare di nuova luce un quartiere ancora troppo spesso noto per fatti di cronaca nera, anticipare il racconto della giornalista di guerra Francesca Borri, testimone dei crimini perpetrati nelle zone di conflitto della Libia, della Siria, tra Israele e Palestina, diventata reporter per scelta dopo essersi occupata lungamente di diritti umani e ora desiderosa – ogni volta che scrive – solo di riuscire a portare nelle “sue” storie chi legge, perché non ne rimanga estraneo, perché se le senta proprie, senza che alcun confine possa sussistere. E ancora le parole dello stesso Borrelli (GUARDA VIDEO) narrare di un sogno mancato, il suo, che anziché portarlo ad essere giocatore di calcio, lo ha trasformato in drammaturgo (di successo, aggiungiamo noi), in perpetua simbiosi con i luoghi natii, col patrimonio nel quale è nato è che anche attraverso la rassegna che dirige intende far conoscere, perché non se ne disperdano i saperi, le tradizioni, le memorie.
Quelle stesse memorie che con alchimie diverse esalta in cucina Marianna Vitale, una laurea in Lingue in tasca e una stella Michelin sul petto grazie all’impegno profuso nel suo ristorante Sud. Un nome non casuale che riflette la filosofia sposata da questa giovane donna, minuta nell’aspetto ma – come nella suggestiva similitudine che lei stesso fa – possente albero che nelle terra, la propria, affonda le sue radici rifuggendo l’idea di andare via e scegliendo di restare. Per crescere e consentire ai frutti che ne deriveranno di essere semi di altrettanto costruttive evoluzioni.
Ancora di un viaggio verso sud parla la storia di Andrea Chisesi, artista e fotografo trasferitosi da Milano ad Ortigia alla ricerca di una dimensione che gli consentisse di essere se stesso, e di dar voce alla sua arte che fonde linguaggi diversi, esempi di fusioni evocative. Nella fotografia, nella pittura così come nella vita.

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Mentre di un ritorno alle origini, quelle paterne, traccia le fila Vinicio Capossela (GUARDA VIDEO) che a Calitri – dove da bambino con malavoglia trascorreva le vacanze – ora dirige con grandissimo successo lo Sponz Fest, di cui si è da pochi giorni conclusa la VI edizione, e che sul concetto di “cambiamento” focalizza il suo intervento, quale occasione per rinnovarsi, per vincere l’omologazione, per mettere in moto quella resistenza culturale necessaria, che nel suo caso è attraverso la musica che si attua divenendo lo stimolo per nuovi di punti di vista. Che non possono cambiare la vita ma certo offrire l’opportunità, arricchente, di osservare la medesima cosa da differenti angolazioni.
Al termine, in coerenza con il concetto di evoluzione ampiamente indagato, la proposta di una “parmentata” rinnovata a cura della stessa chef Vitale che con la sua “Sud scampagnata”  riprende un antico rituale culinario, successivo un tempo allo svolgimento delle fatiche da parte dei contadini, trasformandolo in una occasione di convivialità, in cui cibo, musica e performance (GUARDA VIDEO) si sono incontrati dopo il lavoro di organizzazione compiuto aprendosi a chi ieri sera ha accolto l’invito ad esserci, prima che il sipario ufficialmente si alzi sulla rassegna itinerante flegrea, in programma fino al 10 settembre.

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