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Attilio Fontana, nel ruolo del frate di Pietrelcina, protagonista del musical diretto da Bruno Garofalo, andato in scena a Napoli al Maschio Angioino.

di Giuseppe Giannelli

Fonte  foto Ufficio stampa

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Immaginare di mettere in scena un musical su Padre Pio è già di per sé una sfida che sembra persa in partenza, soprattutto in Italia. Ma d’altra parte c’è la storia di un uomo umile, sofferente, con un pragmatismo fuori dall’ordinario.
E allora anche se da subito sofferta è stata la gestazione per la realizzazione di Actor Dei, diretto da Bruno Garofalo,  mai smettere di crederci è stata la forza che ha spinto gli autori a proseguire affrontando le avversità susseguitesi: in primis l’approvazione dai parte dei preti che gestiscono la figura di Padre Pio, non da meno le condizioni climatiche della serata a cui assistiamo. Infatti il previsto inizio dello spettacolo alle 21:30 è posticipato alle 22:35 per una fastidiosissima pioggia cominciata dopo una splendida giornata di sole verso le 21:00 e finita dopo più di un’ora con tutte le difficoltà del caso che non hanno però fermato la positiva energia del gruppo in scena né scoraggiato il pubblico che ha atteso curioso e paziente. Piccolo ma singolare fatto accaduto il 4 settembre al Maschio Angioino di Napoli.
Ciò premesso, è sicuramente l’umiltà, unita a una delicata semplicità intrisa di poesia, a fare grande un progetto. Assistere ad Actor Dei significa ritrovare tali ingredienti ben amalgamati e generare in chi assiste una empatia emotiva non comune. Modernità, tecnologia visiva e ricostruzioni mai dissonanti o invadenti, si susseguono all’interno di un adeguato contesto che rivive anche grazie agli splendidi costumi di Maria Grazia Nicotra. Tutto ciò conferisce ad Actor Dei una marcia in più in cui a fare la differenza è la passione con cui si approccia la lavoro, così come del resto dovrebbe essere per ogni messinscena e che ancor di più diventa indispensabile in un progetto del genere.
Senza inutili virtuosismi, ogni cosa finisce per essere al posto giusto.
Trattandosi di un musical il testo si fa musica e gli autori, tra cui lo stesso protagonista Attilio Fontana insieme a Mariagrazia Fontana, Francesco Ventura, Antonio Carluccio, Michela Andreozzi, Federico Capranica, creano uno coerente percorso fatto di poesia, riferimenti all’attualità e suoni che riproducono con efficacia gli stati d’animo attraversati dai personaggi, mentre ritmi meridionali come la taranta salentina ne esaltano alcuni passaggi vincendo una sfida non scontata.

Fonte foto Ufficio stampa

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Non serve essere credenti per assistere ad Actor Dei, sebbene poteva essere facile tracciare la linea attraverso la quale si sarebbe creata un’autostrada tra i devoti, come del resto già successo per spettacoli di questa tematica; ma in questo caso c’è dell’altro. Si racconta di una comunità indigente, una comunità del sud, quel sud sempre bistratto, offeso e abbandonato, dove la luce di un uomo provato da pene fisiche e lotte spirituali riesce a donare speranza e perseguire obiettivi, come la costruzione dell’ospedale, ammutolendo l’arroganza e la superficialità della politica italiana.
La storia si snoda attraverso i tre momenti fondanti della vita dell’umile frate di Pietrelcina: la difficile infanzia e il mistico rapporto con la madre, interpretata dalla splendida voce di Raffaella Carotenuto; il delicato momento della comparsa delle stimmati, rappresentato senza alcuna enfasi, insieme alla maturazione spirituale, e per finire l’articolato e complesso percorso ostracizzato della realizzazione dell’ospedale. Interessanti, moderne e razionali  scene di lotta col male, con un magistrale quanto diabolico Lello Giulivo ad occupare la scena, danno inizio e successivamente si sovrappongono in una naturale cornice onirica al racconto: uno spettacolo corale in cui al Padre Pio di Attilio Fontana – in fase di costante crescita professionale – si affiancano giovani danzatori, cantanti e un cast attoriale formato da Maurizio Murano nel ruolo del popolano, Antonio Melissa, in quello dell’avvocato, e ancora l’imponente Giovanni Saccà che interpreta il priore, per un risultato complessivo convincente, che emotivamente coinvolge e in cui la presenza di una orchestra dal vivo avrebbe prodotto un effetto decisamente più forte e incisivo.

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