Il Nuovo Teatro Sanità mette in “Circle” la cultura
Dal respiro europeo si presenta la nuova stagione del teatro diretto da Gelardi che conferma la sua vocazione per la formazione e si apre a connessioni che raggiungono la Spagna, la Grecia e la Germania, senza dimenticare Napoli e il quartiere che lo ospita.
di Ileana Bonadies
Punta a una dimensione internazionale e politica fatta si scambi, collaborazioni, prese di posizioni chiare – contro i fascismi, l’omofobia, l’emarginazione -, e sguardi rivolti al altri Paesi europei – nello specifico, Spagna, Germania, Grecia – la nuova stagione del Nuovo Teatro Sanità, per il sesto anno diretto da Mario Gelardi con la collaborazione del giovane collettivo di attori ma non solo che lo segue e coadiuva nell’operazione di ridefinizione del luogo in cui operano: la Sanità. Fatta di vicoli, storia, monumenti e sempre più teatro e creatività.
O forse potremmo ancora meglio dire: “cultura” e “comunità”, che insieme a “casa” costituiscono le tre parole fondamentali entro cui è possibile racchiudere l’esperienza del Rione, così come ben spiega don Antonio Loffredo.
Il padre (spirituale) di questo gruppo di lavoro e dell’intero quartiere che esplicita il senso dei tre termini chiave ricordando quanto per crescere si importante «cooperare insieme e non contrapporsi», rispondendo alle esigenze sociali del territorio attraverso anche il «recupero a nuova vita dei luoghi abbandonati», senza dimenticare che «non si fanno le cose per qualcuno, ma con qualcuno».
Del resto come dice Carlo Borromeo nel libro di prossima uscita “Vico esclamativo” di Chiara Nocchetti, l’arricchimento culturale passa attraverso il recupero sociale, ma perché ci possa essere sviluppo bisogna investire, solo così la sfida del cambiamento potrà essere vinta.
Ed è proprio in quest’ottica, allora, che l’Nts’ sceglie di investire, mettendo in circolo competenze (da qui il nome “Circle” scelto per questa edizione) e aprendosi oltre la piccola piazzetta San Vincenzo, verso il mondo di fuori.
Da qui, la suddivisione del fitto calendario in due parti: la prima dedicata al Circle Festival, progetto nato col sostegno di MIBAC e SIAE allo scopo di diffondere la drammaturgia europea coinvolgendo under 35, e che comprenderà cinque titoli; la seconda più attenta alla produzione indipendente nazionale, che vede protagoniste compagnie da più parti d’Italia, per la prima volta a Napoli.
E poi ancora spazio ai progetti – due quelli di quest’anno che vedranno coinvolte da un lato le ragazzine del quartiere nel lavoro people-specific di Eleonora Pippo, e dall’altro un gruppo di drammaturghe under 40 per il lavoro che Gelardi firmerà a maggio, “Le spose” – e alla formazione, fulcro centrale della mission del Nuovo Teatro Sanità che, forte del successo ricevuto, dà seguito alla Bottega TeatrAle realizzata grazie alla Fondazione Alessandro Pavesi, e vi affianca Professione teatro, il percorso finanziato dal Fondo di Beneficenza Intesa-San Paolo che si pone l’obiettivo di formare figure professionali in specifici settori al fine di creare una compagnia teatrale al cui interno vi siano autori, registi, tecnici, organizzatori e addetti stampa.
Si parte immediatamente il prossimo 28 settembre (con repliche il 29 e 30) con Brucia l’Europa, scritto da Mario Gelardi (che ne cura anche la regia), Alessandro Palladino e Davide Pascarella con Federica Aiello, Annalisa Direttore, Alessandro Palladino, Riccardo Ciccarelli interpreti in cinque episodi di temi di grande attualità quali il terrorismo, la paura del diverso, le fake news; per continuare con un evento in musica La sirena di New York (il 6 e 7 ottobre) a firma di Alessio Arena, accompagnato dalla voce di Cristina Donadio e i violoncelli di Arcangelo Michele caso e Giovanni Sanarico, per ripercorre la vita di Gilda Mignonette; e a seguire ancora debutti – come quello di Ma come si fa? di Luciano Melchionna in scena da 2 al 4 novembre , o ancora di 100 volte si con Roberto Azzurro diretto da Peppe Fonzo (17 e 18 novembre); ritorni – la nuova produzione di BEAT Teatro, Patroclo e Achille, regia di Gennaro Maresca (dal 19 al 21 ottobre) ; Il caso Braibanti di Massimiliano Palmese in calendario il 24 e 25 novembre; omaggi a significative ricorrenze come i 40 anni dalla legge Basaglia a cui sarà dedicato Scarti di paradiso per la regia di Gianfelice Imparato e, infine, messinscene di autori stranieri – è il caso di Il viso di un altro dell’autore greco Jannis Papazoglou, regia di Gianni Spezzano (dal 12 al 14 ottobre); del testo di Philipp Löhle, I kiwi di Napoli, frutto della residenza tenuta dal drammaturgo tedesco durante “Cities on the Edge” e diretto da Carlo Geltrude (in programma il 23 dicembre), o ancora di La testa sott’acqua della catalana Helena Tornero per la regia di Riccardo Ciccarelli.
E poi ancora, una produzione Teatri Uniti, Eternapoli, con Enrico Ianniello (1, 2 e 3 marzo); il nuovo testo di Tino Caspanello, Sira, in scena con Tino Calabrò (16 e 17 marzo); lo spettacolo del Colletivo LunAzione vincitore della residenza artistica “Emergenze romane 2018 – Teatri di Roma”, Ave, di Eduardo Di Pietro (dal 29 al 31 marzo); il doppio lavoro di Costantino Raimondi, Prove (5, 6 e 7 aprile) e Monologo con valigia (dal 12 al 14 aprile), incentrato sul tema dell’immigrazione e dell’erranza; Di un Ulisse e di una Penelope per la regia di Roberto Solofria a confermare il gemellaggio con il Teatro Civico 14 di Caserta (4 e 5 maggio).
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