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Scritta e diretta da Mirko Di Martino, la pièce affronta con amara comicità il dramma della migrazione, e attraverso esso racconta di una civiltà occidentale sull’orlo del collasso.

di Anna Fiorile

Antonio Buonanno, Orazio Cerino, Marco Mario De Notaris

Antonio Buonanno, Orazio Cerino, Marco Mario De Notaris

Ad inaugurare la nuova stagione del Teatro Tram di via Port’Alba è “Buco nell’acqua”, lo spettacolo scritto e diretto da Mirko Di Martino, in scena fino al 28 ottobre.
Già vincitore del Premio “Emma Sorace” alla drammaturgia nel 2016, sin dal titolo il lavoro lascia intuire come lo scottante tema affrontato non riserverà al suo pubblico un messaggio di speranza, una luce alla fine del tunnel di sofferenza ed emarginazione per coloro che partono alla ricerca di una vita migliore. Senza nome e senza tempo, accompagnati solo dal personale bagaglio di miserie, i tre protagonisti, incarnati dagli attori Antonio Buonanno, Orazio Cerino e Marco Mario De Notaris, attendono il pubblico già in sala, incastrati all’interno, o meglio, al di sopra dell’ottima cornice scenografica di Gilda Cerullo, realizzata con l’impegno degli allievi dell’Accademia di Belle Arti di Napoli: una pedana oscillante al centro del palco, che riproduce così i movimenti di un barcone in navigazione.
Nessuna stabilità dunque per i tre uomini che affrontano il viaggio, assumendo ciascuno rispetto ad esso l’atteggiamento proprio del carattere e dell’esperienza personale, accomunati da un terribile passato e, si augurano, da un futuro migliore. “Cosa troveremo?” si chiedono, pensando al termine di quel travagliato tragitto per mare, che resta intanto fermo nel tempo, scandito da un orologio da polso che ha interrotto il suo giro alle 9 e 36 e dallo scorrere dell’acqua sulla quale il barcone galleggia.
Al centro della pedana una piccola radio, da cui a tratti si ascolta una musica di speranza per i tre, che presto si perde nel gracchiare della cassa che resta senza frequenza: sequenza questa che nel suo ripetersi, scandisce il ritmo della messinscena, chiudendosi poi con le battute “Siamo in mezzo al mare”, “Siamo in mezzo al nulla”.
La radio è a sua volta tenuta in alto al centro della scena da un’asta, elemento scenografico che diventa emblematico per la croce presente sulla sua estremità legandosi ad un’altra battuta che frequente ritorna, ovvero il ringraziamento a Dio: non a caso, quello religioso diverrà il tema chiave della seconda parte dello spettacolo. Superate infatti le iniziali scontrosità, uniti in una ritrovata fratellanza e solidarietà, i tre scoprono il buco sulla superficie del barcone e rivolgono la loro preghiera al Signore: ma quale Dio potrà aiutarli?
La difficoltà che potrebbe portarli al disastro diventa certezza di fallimento, dal momento che la micro realtà della barca viene ridotta al principio dell’homo homini lupus in nome del pregiudizio e dell’intolleranza religiosa.
L’ironia del linguaggio e la bravura degli attori coinvolgono gli spettatori nella vicenda dei tre migranti col panciotto, ben vestiti nei costumi realizzati da Annalisa Ciaramella. A vederli così non sembrerebbero disperati come la loro parola comunica ma è proprio questo il gioco scenico con cui il regista vuole intrigare e intricare il suo spettatore, che sorride amaramente.

 

Teatro TRAM
Via Port’Alba, 30 – Napoli
date e orari di rappresentazione:
18,19, 20, 24, 25, 26 ottobre ore 21,00
21, 28 ottobre, ore 18,00
contatti: www.teatrotram.it

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