Ficarra e Picone: “Le rane” una sfida che ci ha fatto crescere [INTERVISTA]
Il duo siciliano noto al grande pubblico, per la prima volta alle prese con un testo di Aristofane quanto mai attuale e per questo in grado di azzerare ogni distanza temporale e parlare a tutti, mettendo al centro politica, cultura e società.
di Ileana Bonadies
Dopo il debutto di successo al Teatro greco di Siracusa lo scorso anno, con un nuovo allestimento pensato per i teatri all’italiana, “Le rane” di Aristofane per la regia autorevole di Giorgio Barberio Corsetti ha inaugurato ieri la stagione 2018-19 del Teatro San Ferdinando di Napoli dove rimarrà in scena fino al 18 novembre.
Nel ruolo del dio Dioniso e del suo servo Santia rispettivamente Salvo Ficarra e Valentino Picone, alle prese con quella che loro stesso definiscono una scommessa per mettersi alla prova in rapporto ad un ambito – quello del teatro classico – indubbiamente lontano dalla tv e dal cinema di cui sono invece indiscussi protagonisti da vent’anni.
Alla vigilia della prima napoletana, li abbiamo raggiunti telefonicamente per una intervista doppia all’insegna dell’evoluzione del significato di commedia nei tempi, del ruolo della cultura oggi e del valore della contaminazione.
La sfida lanciata con questo progetto per la regia di Corsetti è far ridere e riflettere con un testo del 405 a.C. Dall’accoglienza che vi sta riservando il pubblico sembra la stiate vincendo. Grazie a chi e a cosa? Su quale aspetti credete stia facendo breccia?
Salvo Ficarra: Grazie ad Aristofane, questo giovane autore che stiamo cercando di lanciare, alla regia di Giorgio e a una compagnia straordinaria fatta di grandi professionisti straordinari. Poi sicuramente il lavoro sta colpendo anche perché spesso siamo abituati a vedere lo spettacolo classico fermo nel tempo, quasi come se non ci parlasse più e invece, al di là delle risate, del divertimento che c’è nella commedia dato che Aristofane mette in campo tutti gli artifizi comici che si usano ancora oggi, c’è una seconda parte in cui Eschilo ed Euripide si parlano, si lanciano accuse e sembra che parlino dei giorni nostri tant’è che io ho chiesto alla traduttrice Olimpia Imperio se effettivamente una battuta in particolare fosse farina del sacco di Aristofane – quella in cui c’è Plutone che dice “Questo cappio portatelo ad Archenomo che cambia sempre partito” – perché mi ha colpito come 2500 anni fa già c’erano i volta gabbana, a dimostrazione di come l’uomo in realtà sarà pure passato dalla luce delle candele ai cellulari, ma è rimasto sempre lo stesso.
Valentino Picone: Il merito va innanzitutto al regista, Barberio Corsetti, che ha messo su tutta questa macchina. Poi alla modernità, cioè al fatto che all’interno di questa commedia oltre ad esserci cose divertenti ci sono anche cose che pur se parlano di un tempo lontano sono riferibili al nostro presente tant’è che si fa riferimento a politici che cambiano casacca, a cittadini che non riflettono prima di votare e di scegliere i propri rappresentanti: insomma è una commedia attualissima allora come oggi.
Il testo di Aristofane si focalizza sul tentativo del dio Dioniso di salvare la città distrutta di Atene attraverso gli unici strumenti ritenuti degni: il teatro e la poesia. E in ciò sta tutta la sua attualità se si pensa che ancora oggi c’è chi vuole masse sempre ignoranti e dall’altro chi invece lavora affinché il baluardo della cultura resista e insegni a sviluppare un proprio pensiero critico. Se voi foste Dioniso chi riportereste in vita dall’Ade?
Salvo Ficarra: Non credo sia una questione di masse: ho grande rispetto del pubblico in generale e credo ci sia una cultura più diffusa di quanto si possa immaginare e la prova sono le trasmissioni di Alberto Angela che racimolano un incredibile entusiasmo fino a poco fa insospettabile; quello che invece forse manca è il contributo degli intellettuali – quelli che un tempo erano i Pasolini, i Sciascia, gli Ezra Pound – che erano dei liberi pensatori, che – certo – rappresentavano poi anche delle fazioni politiche, ma erano innanzitutto dei pensatori liberi che a volte andavano anche contro gli interessi stessi della loro area culturale di riferimento, ponendosi come un confronto obbligato per i politici del loro tempo. A grandi intellettuali corrispondevano grandi statisti. Oggi forse mancano queste figure, tranne rare eccezioni: tra queste penso a Erri De Luca.
Se fossi Dioniso porterei di nuovo in vita Sciascia che manca tanto all’Italia e alla mia Sicilia in particolare.
Valentino Picone: Più che dire chi potrebbe ritornare oggi – sarebbero tanti e potrebbe essere arduo anche solo nominarne qualcuno -, sicuramente c’è da dire che Aristofane mette al centro della sopravvivenza della polis la cultura e questo aspetto è importantissimo che venga sempre preso in considerazione anche ai nostri tempi, sdoganando la dicitura per cui con la cultura non si mangia: non solo non è così ma addirittura Aristofane ci vuole salvare un’intera civiltà. A tal proposito cito una battuta della commedia in cui si dice: “Questi politici buffoni che ammiccano… “, ecco pensa quanto sono attuali queste parole oggi e quanto lo saranno sempre perché ci sarà sempre qualche politico che, abusando della propria posizione, ammiccherà continuamente al popolo. Da qui l’esigenza fondamentale che la cultura venga sempre messa al centro del dibattito politico.
Cosa ha significato lavorare con un regista visionario come Corsetti, emblema di un teatro di ricerca di grande rilievo che fa della contaminazione dei linguaggi, compreso quello video, la sua cifra?
Salvo Ficarra: Si è trattato di un momento di crescita enorme, come se avessimo fatto 5 anni di scuola in poco tempo. Ci ha fatto crescere, ci ha messo in scena in una maniera per noi nuova, ci ha fatto confrontare con una compagnia di altissimo livello costringendoci quindi a dare il meglio di noi per non sfigurare. Gli saremo sempre grati per tutto ciò.
Valentino Picone: È stato naturalissimo, come quando ci si innamora e si ha la sensazione di aver conosciuto quella persona da sempre; ci siamo intrecciati col suo percorso in maniera quasi semplice, oserei dire. Si è trattato di una fortuna, a volte infatti può anche succedere che nella testa degli attori ci sia una visione diversa rispetto al lavoro da compiere e dunque non ci sia armonia, invece questo spettacolo è armonico; le parti divertenti si alternano a quelle serie ed è lo stesso Aristofane a dirlo mediante il corifeo, e allora se lo dice lui che è il papà della commedia lo si accetta e basta.
Siete il volto di una comicità longeva e intelligente, che trova non solo a teatro ma anche in tv e al cinema il suo luogo ideale. Quale è il vostro rapporto con la cultura popolare e quale l’apporto che immaginate state dando e avete dato finora ad essa?
Salvo Ficarra: Su “intelligente” ho delle riserve, è il segno del decadimento del Paese (scherza). Per quanto riguarda l’apporto credo siano questi bilanci che non spetta a me fare: se lo diamo o lo abbiamo dato sono gli altri a doverlo dire. Noi semplicemente ci nutriamo di quello che viviamo giorno per giorno insieme ai nostri amici che magari hanno perso il lavoro o ai parenti che vivono a stento di pensioni, ed è questo che ci piace portare in scena così come ci piace – come nel caso de Le rane – metterci alla prova, rischiare, rimescolare le carte, affrontare novità, sbagliare. Il bello è anche questo. Poi ritorneremo a “Striscia la Notizia”, ai nostri film ma intanto abbiamo affrontato progetti come quello attuale.
Valentino Picone: Noi proprio nel DNA abbiamo tutte le maschere popolari, non siamo tra quelli che pensano che meno siamo e meglio è e se ci capiamo solo noi stiamo bene lo stesso. Ed essendo così, Aristofane ci invita paradossalmente a nozze: nella sua commedia, infatti, ci sono cose molto popolane e si parla anche di cose scurrili: era questo il modo di fare ridere allora e lo è ancora oggi. Esiste un modo sofisticato e un modo non sofisticato di fare le cose, ambedue hanno pari di dignità ma non capisco perché se lo fa Aristofane va bene e se lo fanno i film di Natale non va più bene. Bisognerebbe avere l’accortezza di dire mi piace e non mi piace senza entrare nel dettaglio e giudicare a priori.
Un grandissima soddisfazione in tal senso è stata la scelta di Rai Uno di trasmettere lo spettacolo in prima serata a gratificazione di una scommessa che sapevamo ci avrebbe portato a fare qualcosa di diverso, ma della quale sentivamo prima noi il bisogno, la necessità e chissà che questo nostro entusiasmo, questa nostra volontà di indagare qualcosa che non conoscevamo prima di incontrarla non incuriosisca e contagi anche altri.
Se per un attimo poteste non essere voi, al termine dello spettacolo vorreste che ad acquisire un nuovo fan fosse il teatro greco antico o il duo Ficarra e Picone?
Salvo Ficarra: Entrambe le cose, perché no? E a tal proposito racconto con piacere un aneddoto fonte di grande soddisfazione: un genitore che da tempo provava a convincere la figlia a iscriversi al Liceo classico dopo averla portata a vedere il nostro spettacolo è riuscito nell’intento. E questo perché evidentemente alla ragazza non le è sembrata più una letteratura morta, antica, ma viva, che si rifletteva nelle figure stupide di Salvo e Valentino e pertanto l’ha sentita più vicina.
Valentino Picone: Il duo Ficarra e Picone! Ti aspettavi più altruismo? (ride) Ci piace moltissimo far vedere che la parola spettacolo comprende tanti aspetti: chi conosce “Striscia la notizia” potrebbe rimanere spiazzato nel vedere Aristofane, così come chi vede un nostro film lo potrebbe rimanere vedendo altro, ma personalmente questo fatto di essere polifunzionali mi piace molto, del resto lo spettacolo è questo. Ciò che conta è mai mettere in dubbio l’amore che si mette nel fare le cose: già solo questo riempie tutto di bellezza.
Teatro San Ferdinando
piazza Eduardo de Filippo, 20 – Napoli
contatti: www. teatrostabilenapoli.it | biglietteria: 081.292030 – 081.291878 – biglietteria@ teatrostabilenapoli.it
Orari: 7, 9, 13, 16 nov. ore 21.00; 8, 14, 15 nov. ore 17.00; 10, 17 nov. 19.00; 11, 18 nov. ore 18.00
Prossime date:
20/25 novembre Genova
27 novembre – 9 dicembre Roma
11 dicembre – Empoli
12/16 dicembre Brescia
18/19 dicembre Pescara
20/23 dicembre Ancona