Nei prossimi giorni a teatro…
Gli spettacoli in programma in Campania da oggi 26 febbraio a domenica 3 marzo.
di Irene Bonadies e Gabriella Galbiati
Socrate il sopravvissuto / come le foglie
dal romanzo Il Sopravvissuto di Antonio Scurati con innesti liberamente ispirati a Platone e a Cees Nooteboom e Georges I. Gurdjieff
Quando: 26 febbraio
Luogo: Teatro Politeama
Orario: ore 21:00
Interpreti: Marco Menegoni, Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D’Amore, Piero Ramella, Margherita Sartor, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi, Francesca Scapinello/Viviana Callegari/Eliza Oanca
Regia: Simone Derai
Note: Con un mix di videoproiezioni, maschere, costumi, musica e azione scenica per oltre quindici interpreti, nel segno di un teatro in cui dialogano performing art, filosofia, letteratura e scena ipermediale, “Socrate il Sopravvissuto” unisce il romanzo Premio Campiello “Il sopravvissuto” di Antonio Scurati (in cui lo studente Vitaliano Caccia fa strage di professori all’esame di maturità salvando solo quello di storia e filosofia) al racconto di Platone delle ultime ore di vita di Socrate, condannato a morte da Atene «per aver corrotto i giovani». Nella drammaturgia vi sono poi altri innesti liberamente ispirati a Cees Nooteboom e a Georges Ivanovich Gurdjieff.
Lo spettacolo entra in una classe per affrontare la questione educativa, «diventata nel nostro Paese – scrivono gli Anagoor – un tema marginale e sempre aggirato per mezzo di riforme scolastiche dannatamente parziali che mortificano insegnanti e ragazzi e con loro il processo stesso della conoscenza». In questa pièce «si consuma tutta la battaglia al pensiero occidentale dalle sue origini ai suoi inevitabili e tragici esiti storici; ma non solo: si rinnovano infatti anche due eterni interrogativi: la domanda di senso, ingombrante punto di domanda rivolto al maestro, e la questione stessa della posizione del maestro rispetto al sapere e ai discepoli».
Info e prenotazioni: 081 5851096 | info@teatriassociatinapoli.it
Un ballo in maschera
Di: Giuseppe Verdi
Quando: fino al al 28 febbraio
Luogo: Teatro San Carlo
Orario: martedì 26 febbraio ore 20.00; mercoledì 27 febbraio ore 18.00: giovedì 28 febbraio ore 18.00
Regia: Leo Muscato
Direttore: Donato Renzetti
Note: “Ognuno può facilmente immaginare quanto invasive possano essere state le ingerenze censorie, ma fino a che non le si tocca con mano non si riesce davvero a capire quali enormi compromessi dovevano accettare i compositori, poeti e letterati. Quello che sembra giusto e necessario fare, spesso non è quello che un compositore può permettersi. E nemmeno potremo capire fino in fondo quanto realmente si modifichi il senso dell’opera cambiando ambientazione ed epoca”. Queste le riflessioni di Leo Muscato, il regista che firma Un ballo in maschera, prossima opera in scena al Teatro di San Carlo da venerdì 22 a giovedì 28 febbraio.
Questa produzione del capolavoro verdiano dalla Malmö Opera e dal Teatro dell’Opera di Roma, ripristina sia l’ambientazione originaria dell’azione in Svezia nell’anno 1792, che i nomi del primo libretto di Antonio Somma proposto da Giuseppe Verdi al Teatro San Carlo agli inizi del 1858. La versione originale, quella precedente ai pesanti tagli dettati dalla censura, era basata sul testo di Eugene Scribe, ovvero Gustave III, ou le bal masque (Parigi 1833), che a sua volta si ispirava al ferimento mortale subito dal re di Svezia, Gustavo III – uomo illuminato e di grande finezza culturale – in occasione di un ballo mascherato la sera del 16 marzo 1792.
Per le note e già citate vicende legate alla censura, Verdi fu costretto a presentare lo spettacolo a Roma, l’anno dopo, con una nuova ambientazione, Boston alla fine del XVII secolo.
“Ci è sembrato doveroso – continua Muscato – conservare la distanza temporale voluta da Verdi che ambienta la sua storia nel 1792, in una corte sfarzosa e divertente. Ballo, inoltre ha tutti gli archetipi delle favole. C’è il Re, la sua amata, il suo migliore amico, la strega cattiva, il bosco pericoloso, il castello, il ballo. Ci sono l’amore, l’odio, il tradimento, l’onore, il tragico, il romantico. Per questo il nostro incipit è C’era una volta…”.
Info e prenotazioni: 892.234 | www.teatrosancarlo.it
La notte poco prima delle foreste
Di: Bernard-Marie Koltès
Quando: dal 26 febbraio al 4 marzo
Luogo: Teatro Bellini
Orario: feriali ore 21:00; sabato ore 17:30 e 21:00; domenica ore 18:00; lunedì 4 marzo ore 17:30
Interpreti: Pierfrancesco Favino
Regia: Lorenzo Gioielli
Note: l Teatro Bellini presenta La notte poco prima delle foreste, il monologo di Koltès reso celebre da Pierfrancesco Favino che ne ha presentato un piccolo estratto al grande pubblico, sul palco del Festival di Sanremo, suscitando un vero e proprio fenomeno social. La regia firmata da Lorenzo Gioielli propone uno spettacolo dalla scena scarna ed essenziale, costituita esclusivamente da una sedia e da luci al neon intermittenti nascoste da un velatino a rappresentare una pioggia battente ed incessante. Sotto il temporale si muove Pierfrancesco Favino nelle vesti del “diverso”, dello “straniero”, dell’“immigrato” dalla postura inclinata dal dolore e dalla voce che sembra sempre essere ad un passo dall’infrangersi nel pianto. Le parole struggenti di Koltès danno vita ad un monologo al tempo stesso caloroso e crudo che esprime e denuncia l’oppressione del diverso, il suo dolore e la sua ribellione. «Mi sono imbattuto in questo testo – spiega Favino – un giorno lontano, mi sono fermato ad ascoltarlo senza poter andar via e da quel momento vive con me ed io con lui. Mi appartiene, anche se ancora non so bene il perché. È uno straniero che parla in queste pagine. Non sono io […] eppure mi perdo nelle sue parole e mi ci ritrovo».
Info e prenotazioni: 081 5499688 | botteghino@teatrobellini.it
REPLAY pressing logorroico per attrice sola e cane
Di: Antonio Marfella
Quando: fino al 3 marzo
Luogo: ridotto del Mercadante
Orario: feriali e domenica ore 21:00; sabato e martedì ore 17:00
Interpreti: Angela Pagano
Regia: Antonio Marfella
Note: Angela Pagano confessa una parte di sé del tutto inedita. «Che una Signora della Scena coltivi, con la passione per il teatro, quella per lo sport e per il calcio in particolare, può anche sorprendere», dichiara Antonio Marfella nelle sue note. «Che tale passione l’abbia indotta a rinunciare a scritture estive in occasione dei Mondiali di Calcio, perché non le basta vedere soltanto l’Italia, a ben giudicare, sorprende un po’ meno, essendo le grandi attrici capaci di passioni estreme. Ciò che invece scandalizza è il fatto che, la suddetta Signora della Scena, si dichiari orgogliosamente romanista! Eppure, su una parete del soggiorno del suo appartamento a Monte di Dio, campeggia un bigliettino incorniciato con su scritto: “Bentornta a casa tua. E.”.
“E.”, così si firmava Eduardo De Filippo, che ne battezzò l’ingresso in arte quand’era poco più d’una ragazzina e che vergò quel biglietto quando, attrice già matura, rientrò in compagnia dopo aver lavorato con altri nomi illustri del teatro. “Ma comme signo’? Eduardo, Viviani, Patroni Griffi… e tifate p’ ‘a Roma?!”, le rimproverò il suo salumiere quando lo scoprì. Ma il tifo non è una banale formalità anagrafica, è passione, e la passione è sregolata, se no che passione è? Passione che la donna preferisce coltivare in solitudine davanti alla tv, perché è difficile trovare la giusta compagnia con la quale poter condividere una partita. Un ultrà che ha giurato di non mettere più piede allo stadio, dopo aver scoperto che non vi trasmettono il replay dei gol: si tribola tutto il tempo nell’attesa d’un momento di gioia e, quando arriva, non solo rischi di non accorgertene, ma non puoi neanche riviverlo come ti pare e piace, perché la partita va inesorabilmente avanti. Meglio la tv, allora. Senza mezze misure – preferendo “ringhio” Gattuso a Gigi Riva, i tornanti ai centravanti, lo sci di fondo allo slalom – il rutilante emergere di ricordi e considerazioni di un’attrice scappata dalla prove di Ecuba, per poter guardare fra le mura di casa, una partita che potrebbe invece non cominciare mai.
Info e prenotazioni: 081292030 | 081291878 | biglietteria@ teatrostabilenapoli.it
Enrico IV
Di: Luigi Pirandello
Quando: dal 26 febbraio al 3 marzo
Luogo: Teatro Mercadante
Orario: 26 febbraio e 1 marzo ore 21:00; 27 e 28 febbraio ore 17:00; 2 marzo ore 19:00; 3 marzo ore 18:00
Interpreti: Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Roberto Trifirò, Gigio Morra
Regia: Carlo Cecchi
Note: Dramma in tre atti scritto nel 1921 e considerato il capolavoro di Pirandello assieme al suo Sei personaggi in cerca d’autore, ENRICO IV è una tragedia vibrante, amara, di assoluta bellezza, che infrange gli schemi della drammaturgia. Un testo che attinge alla tensione interiore di un protagonista che diventa tensione di segno universale, fino a trasformare la tragedia in farsa.
«Si recita con Pirandello e anche contro Pirandello – annota Carlo Cecchi –, si prendono alla lettera la famosa formula “teatro nel teatro” e l’altrettanto famosa opposizione “finzione/realtà” e le si spingono oltre l’asfittico dibattito “vita/forma”, verso un gioco di specchi in alcuni casi vertiginoso. Si recita contro Pirandello, quando il contenuto e/o la forma della sua “tragedia” regrediscono ai luoghi comuni del teatro naturalistico della fine dell’Ottocento (per esempio: “la commozione cerebrale” come causa della pazzia del protagonista; o l’intero terzo atto che Pirandello precipita in un confuso e melenso melodramma con tanto di “catastrofe” finale). Questo doppio gioco con l’autore e con la pièce – doppio gioco che prende Pirandello molto sul serio, e lo affronta criticamente – conduce “la tragedia” a uno spettacolo il cui tema è il teatro, quello di oggi: specchio frantumato che riflette la vita della nostra epoca che è (citando Beaudelaire) “un deserto di noia” con “oasi d’orrore” che crescono e sempre più si moltiplicano nel mondo. “Enrico IV” fu scritto per Ruggero Ruggeri, “grande attore” dei primi decenni del Novecento di stile liberty e di scuola dannunziana (pare che stesse recitando “Amleto” quando Pirandello pensò di scrivere per lui Enrico IV: un Amleto moderno!!!). Dopo di lui, tutti i “grandi attori” si sono “cimentati” con questo ruolo, fino agli ultimi superstiti. Esso è infatti un lungo, sterminato monologo, dove la funzione degli altri personaggi si riduce spesso a quella di dare la battuta al “grande attore” perché possa continuare il suo estenuante monologo. Ho ridotto drasticamente la parte di Enrico IV, dando in questo modo spessore drammatico agli altri personaggi, così da permettere un gioco di insieme. La prima scena, quella dei consiglieri, immette immediatamente nel teatro: si tratta infatti di un provino che i tre fanno al nuovo arrivato; si gioca fra Pirandello e l’improvvisazione, entro dei limiti che non la conducano a quel teatro gratuito, arbitrario, delle cosiddette “attualizzazioni”.
La scena dei Signori in visita è all’apparenza più “canonica” – ma “il canone” viene continuamente spiazzato da irruzioni metateatrali, che alla fine riducono “il canone” a una lunga citazione. Il personaggio di Enrico IV riassume nella sua recitazione quella delle scene precedenti: “canone”, “citazioni”, “improvvisazione”, eccetera, esaltandoli e deridendoli nello stesso momento».
Info e prenotazioni: 081292030 | 081291878 | biglietteria@teatrostabilenapoli.it
Mamma mia!
Musiche e Testi: Benny Andersson, Bjorn Ulvaeus, Stig Anderson
Quando: fino al 3 marzo
Luogo: Teatro Augusteo
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Luca Ward, Paolo Conticini, Sergio Muniz e Sabrina Marciano
Regia: Massimo Romeo Piparo
Note: è la storia della giovane Sophie che, tra le bellezze di un’isoletta greca del Mar Mediterraneo, al ritmo travolgente della musica degli Abba, sta organizzando il suo matrimonio. Ma prima di vivere il suo sogno d’amore, vuole realizzare il suo più grande desiderio: essere accompagnata all’altare dal padre che non ha mai conosciuto prima. Per questo chiama sull’isola i tre fidanzati storici di sua madre per scoprire chi è l’uomo giusto.
Un cast di oltre 30 artisti e un’orchestra dal vivo in una ricca e spettacolare messa in scena, che ricrea le atmosfere tipiche di un’incantevole isoletta con 11mila litri di acqua, pedane girevoli, una locanda dai caratteristici colori nelle sfumature del bianco e del blu, e cascate di bouganvillea.
E quando chiuderà il sipario, il pubblico potrà scatenarsi sulle note in versione ‘disco‘ della celebre colonna sonora degli Abba.
Info e prenotazioni: botteghinoaugusteo@libero.it
Look Like
Di: Francesco Ferrara
Quando: dal 27 febbraio al 1 marzo
Luogo: Piccolo Bellini
Orario: feriali ore 21:15, giovedì ore 19:00, domenica ore 18:30
Interpreti: Chiara Celotto, Rosita Chiodero, Salvatore Cutrì, Simone Mazzella, Manuel Severino
Regia: Salvatore Cutrì
Note: Look Like, scritto, diretto e interpretato dagli allievi della Bellini Teatro Factory, tratta, con un tono agrodolce e ironico, l’ossessione di apparire propria della società contemporanea. Francesco Ferrara scrive la storia di Chiara, che aspira a essere bellissima perché convinta che solo la perfezione estetica possa condurla al successo; dunque, si rivolge ad Arturo Marras, il chirurgo estetico delle showgirl. Il consulto, i dubbi, le paure, le illusioni e, infine, l’intervento. Ma dopo? Cosa resta di Chiara e dei suoi diciotto anni? Il regista Salvatore Cutrì ha creato dei personaggi che vivono in posa, con le labbra sempre apparecchiate, pronti a un ininterrotto selfie. Una metafora che sottolinea, come spiega il regista, che oggi tutti noi siamo «inconsapevolmente all’interno di una perenne cornice virtuale e gettati, anche involontariamente, in una continua esibizione alla quale sembra impossibile sottrarci».
Info e prenotazioni: 081 5499688 | botteghino@teatrobellini.it
Reality
Ideazione e performance: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Quando: dal 27 febbraio al 1 marzo
Luogo: Sala Assoli
Orario: ore 21:00
Note: La filosofia di Reality – in cui si incrociano i temi della realtà in un reality senza show – prende spunto dall’essere anonimi e unici, speciali e banali, avere il quotidiano come orizzonte: è racchiusa tutta qui l’esistenza di Janina Turek.
Questa donna polacca per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente ‘i dati’ della sua vita. La mole incredibile di ‘informazioni’ era racchiusa in 748 quaderni, trovati alla sua morte nel 2000 dalla figlia ignara ed esterrefatta. Questi appunti sono stati rivisti dallo sguardo di Mariusz Szczygieł, nel reportage che ci ha fatto scoprire la storia. Scrivevano Daria Deflorian e Antonio Tagliarini sette anni fa: “Per noi partire da quest’opera colossale e misteriosa che sono i quaderni di Janina Turek è un passo naturale. Non si tratta di mettere in scena o di fare un racconto teatrale attorno a lei, ma di dialogare con quello che sappiamo e non sappiamo di Janina e di creare una serie di corto circuiti tra noi e lei e tra noi e il pubblico attorno alla percezione di cosa è la realtà”. Per Reality Daria Deflorian ha vinto il premio Ubu 2012 come miglior attrice.
Info e prenotazioni: 3454679142 | info@casadelcontemporaneo.it
… Mi chiamano Mimì
Di: Sarah Falanga.
Quando: da giovedì 28 febbraio a domenica 3 marzo
Luogo: Teatro Sancarluccio
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Sarah Falanga, Christian Mirone, Francesca Morgante, Giusy Paolillo, Marco Gallotti e Damiano Agresti
Regia: Sarah Falanga.
Note: “…mi chiamano Mimì” è una celebrazione al mito di Mia Martini, letta attraverso il ricordo di un uomo che l’ha amata, la ama e l’amerà per sempre, pur non vivendo mai quell’amore in maniera totale, mai riconoscendolo, mai nella pienezza e nella sua importanza. Non a caso il titolo dello spettacolo riprende il celebre verso della romanza pucciniana, “mi chiamano Mimì” de La Bohème. La Romanza “mi chiamano Mimì”, appunto, è cantata da Mimì, mentre sta per morire e Rodolfo, il suo amato che non ha saputo riconoscere il loro amore, si rende conto che la MORTE è la separazione totale tra i due…Interviene quindi, l’elemento della MORTE, altissimo, assoluto, utilissimo a dare spessore e valore all’AMORE, poco riconosciuto dagli “umani mortali”. Lo spettacolo, tra prosa e musica, di Sarah Falanga consegna al pubblico una trama semplice e profonda: la storia di un uomo che ha amato Mimì, forse a sua insaputa. Ora Franco senza di Lei è un Sole senza luce…Poi la scoperta di un amore, la sua illusione e l’ingombrante ed ossessionante ricordo.
E pensare che Mimì ha sempre creduto di non essere mai stata amata “a modo suo”! Lo spettacolo è dedicato alle DONNE ed a quegli uomini che ancora non si sono accorti del loro valore. È anche dedicato a quegli uomini, che riconoscono nelle loro donne, un segreto e prezioso dono di vita, che si rinnova. È un continuo input, è il voler risvegliare non solo il ricordo, ma la possibilità che ogni donna ha, o deve darsi, nel cambiare un percorso doloroso, scegliendo la sua storia!
Info e prenotazioni: 081 410 44 67
Quatt’ Manc’ Tre
Di: Mauro De Simone
Quando: dal 28 febbraio al 3 marzo
Luogo: Teatro Elicantropo
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Mauro De Simone, Alessio Sordillo, Alessandro Tedesco
Regia: Alessandro Tedesco
Note: Un giovane alunno in scienze e lettere, deciso a presentarsi all’esame per docente universitario, si reca a casa di un celebre professore per alcuni corsi intensivi di preparazione. Accolto da Camillo, il maggiordomo, attende il professore alla scrivania, che, una volta sopraggiunto, inizia l’amabile lezione affrontando banali soggetti come la geografia e le stagioni dell’anno.
Quatt’ Manc’ Tre denuncia l’assurdità della vita e dei rapporti sociali grazie e in ragione dell’universo della parodia, attraverso una forma scenica spoglia, azioni semplici, a favore di dialoghi-monologhi, sotto forma di dramma comico.
L’incontro fra il professore e lo studente, dopo i primi convenevoli, prosegue ed entra nel vivo della lezione, affrontando i rudimenti dell’aritmetica, l’addizione e la sottrazione. L’incapacità dell’alunno a comprendere ragionamenti semplici urta la sensibilità e la pazienza del docente, che, però, rimane sorpreso dall’alunno quando riesce a risolvere una complessa operazione.
Dopo l’aritmetica, i due affrontano la linguistica e la filologia comparata, fino a quando il maggiordomo interrompe bruscamente la lezione con inquietanti raccomandazioni al professore, il quale, ignorando gli avvertimenti, si cala in una spiegazione assurda sulla differenza delle varie lingue.
La prima parte della conversazione è incentrata sugli aspetti e i segni del divertimento. I giochi di parola si moltiplicano all’infinito, come le frasi o le deduzioni basate su ragionamenti “assurdi”, che nella messa in scena in napoletano conferiscono al testo un carattere quasi malinconico.
Il ritmo incalzante e la veemenza del professore fanno si che l’alunno sia vinto dall’apatia, fino a estraniarsi completamente, complice un insopportabile mal di denti, provocando l’impetuosità del professore che, da quale momento, inizia a perdere il controllo.
Dinanzi all’impassibilità dell’alunno, il professore non arresta il suo folle e brutale percorso, arrivando a illustrare la comprensione delle varie lingue con l’aiuto di un coltello e creando un clima di tensione che preannuncia il tragico epilogo.
Info e prenotazioni: 3491925942 (mattina), 081296640 (pomeriggio)
Gli onesti della banda
Da: Petito
Quando: dal 28 febbraio al 3 marzo
Luogo: Teatro Diana
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Riscrittura: Diego De Silva e Giuseppe Miale Di Mauro
Regia: Giuseppe Miale Di Mauro
Interpreti: Ivan Castiglione, Maria Chiara Centorami, Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo, Luana Pantaleo, Anna Stabile con la partecipazione di Ernesto Mahieux
Note: Tonino è un giovane di 35 anni, laureato a pieni voti in filosofia che, dopo aver cercato lavoro invano per anni, decide di ereditare la portineria del padre defunto. Sposato con l’avvenente Angela, ha un fratello che fa il finanziere a Milano, Michele. Un giorno il Ragioniere Casoria, amministratore del palazzo in cui Tonino fa il portiere e uomo losco in bilico tra legalità e illegalità, si presenta con una valigia nella quale c’è un cliché originale, nonché della carta filigranata per stampare banconote da 10 euro. Tonino non ne vuole sapere e lo mette alla porta. Il Ragioniere lo informa però che il condominio vuole vendere la casa dove vivono Tonino e Angela per pagare i lavori di ristrutturazione dei balconi. L’unico modo per non perdere la casa diventa allora accettare la proposta di malaffare. Ma Tonino accetta solo se al suo fianco c’è l’amico Peppino, che anche lui, dal canto suo, è disperato. Ogni mese deve versare il pizzo a Mimmuccio, manovale della camorra, che lo inquieta. I due non hanno scelta, e dopo una furtiva riunione notturna danno vita a una piccola banda di falsari. Ma poi Michele, il fratello di Angela, viene trasferito a Napoli proprio nella sezione tributaria: le cose sono destinate a cambiare.
Info e prenotazioni: 3208681011 – info.teatronest@gmail.com
I fiori del latte
Di: Eduardo Tartaglia
Quando: dal 28 febbraio al 10 marzo
Luogo: Teatro Cilea
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Biagio Izzo, Mario Porfito, Angela De Matteo, Stefano Jotti, Ivan Senin e Stefano Meglio
Regia: Giuseppe Miale Di Mauro
Note: “I fiori del latte” è il nome dl un caseificio campano di prossima apertura scelto tra un inconsapevole rimando baudelairiano e un più probabile errore di declinazione (Ma esisterà mai il plurale del fiordilatte? E allora le mozzarelle, le provole. le ricotte. le scamorze? … ). Un nome che è tutto un programma per quello che sarà “…il fior fiore dei fiori all’occhiello di Casaldisotto scalo!…” Un Caseificio modernissimo in linea con le nuove tendenze ecologiche, una sorta di vera e propria oasi “biologica”. Tutti prodotti assolutamente genuini, puri. Bufale allevate secondo rigorosissimi metodi naturali; di mangimi animali neanche l’ombra; pascoli incontaminati…
Questo il progetto, nuovo ed antico, dl Aniello Scapece: anni di sacrifici, impegni, fatiche, aspirazioni che, finalmente, sembrano vedere la luce. Ma…
Un bidone arrugginito! Inopinatamente dissepolto da un cane fin troppo vivace, proprio lì, vicino al recinto delle bufale. Sospetto. Molto sospetto. Troppo! Che fare?..
Approfondire? Denunciare? Verificare? Andare fino in fondo? Col rischio di veder naufragare il desiderio di una vita? Oppure sottrarsi a quell’imperativo morale che seppur non categorico, ma solo sonnecchiante, pur sempre alberga nel più profondo del cuore dl ognuno?
Quando il desiderio legittimo cessa di essere una aspirazione sana e trascolora verso le cupe tinte della cupidigia, della ambizione, della bramosia.
Quando la capacità dl far tacere la propria coscienza per il raggiungimento di posizioni di potere, siano esse economiche. politiche o sociali (ove mai esistesse ancora in una società plutocratica una possibilità d1 distinguo) corrompe l’anima potenzialmente “pura” di un personaggio.
Ecco che la Commedia rischia di trasformarsi in Tragedia.
Info e prenotazioni: 3397020849 | 333315241
Bollari – Memorie dallo Jonio
Quando: 1 marzo
Luogo: Asilo Filangieri – TCM-Teatro Civile Meridionale
Orario: 21:00
Interpreti: Carlo Gallo
Note: Sulle coste desolate del Mar Jonio, immersi nel silenzio tra i colori della macchia Mediterranea, è divenuto sempre più raro assistere a quel miracolo che avveniva tra i pescatori e il mare, un fenomeno che veniva indicato col il termine “Bollari”.
Una parola antica tradotta nel suono gutturale dei pescatori per annunciare l’avvistamento dei tonni a largo delle coste, un urlo di gioia a cui seguivano lanci e fragori di bombe in mare, una pratica illegale diffusa tra i pescatori dello Jonio al fine di ricavare più pesce possibile in poco tempo e sopperire ai lamenti dello stomaco.
Lo spettacolo è una storia di mare che narra la contesa tra due anziani pescatori e le vicissitudini di quella che fu la “Cecella”, il miglior peschereccio dello Jonio, negli anni del fascismo fino alle porte della seconda guerra mondiale.
Sottofondo è il rumore languido della spuma del mare, quel mare di gioie e di dolori sul quale i personaggi rinnovano il proprio spirito e battono i remi alla conquista – forse – della propria libertà.
Info e prenotazioni: https://www.facebook.com/events/643521599415233/
Tanti guai per Felice Sciosciammocca
Da: Petito
Quando: dal 1 al 3 marzo
Luogo: Teatro Sannazzaro
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Benedetto Casillo, Virginia Patrizia Capuano, Marco Lanzuise, Luciano Piccolo, Gennaro Morrone, Enza Barra
Note: “Don Felice Sciosciammocca creduto guaglione ‘e n’anno”, “Tutti avvelenati”, “Inferno, Purgatorio, paradiso” sono tre comicissime farse di Antonio Petito, padre del teatro popolare napoletano e non solo. Benedetto Casillo le ha intrecciate in un’unica storia che rappresenta le rocambolesche avventure del nostro Sciosciammocca.
Qui Don Felice, fantasioso ma squattrinato avvocato, si imbatte in un manesco e fumantino scarparo, padre di una bella fanciulla e di un pargoletto di appena un anno, avuto da una seconda moglie passata a miglior vita dopo che anche la prima consorte aveva prematuramente lasciato questa terra. Galeotto fu un paio di scarpe rotte da risuolare. Felice si innamora fulmineamente della bella ragazza e viene da essa ricambiato. Ma il focoso ciabattino è assolutamente contrario al fidanzamento della figlia con lo sgangherato avvocato, il quale giunge finanche a sostituirsi al neonato nella culla, pur di essere accanto alla bella fanciulla. Un affronto troppo grande per lo scarparo. Inizia in lungo inseguimento per le vie di Napoli. Don Felice avanti, e dietro di lui lo scarparo, la figlia dello scarparo e una comare dello scarparo con in braccio il più piccolo della famiglia. Sette giorni e sette notti sempre di corsa. Ma le disgrazie per Felice non finiscono mai. Si ritrova scambiato per un cane randagio e portato al canile comunale. E qui viene inseguito dalle guardie municipali che si accodano alla rincorsa dello scarparo e della sua combriccola. Quando Sciosciammocca crede di poter trovare un po’ di pace, sposando, contro la sua più intima volontà, una ricca racchia, ben presto deve scoprire che si tratta solo di un beffardo equivoco.
E intanto la caccia dello scarparo sembra giunta a compimento… ma finalmente un raggio di sole splende per il nostro eroe grazie ad una fortunatissima disgrazia. Non tutti i mali vengono per nuocere.
Info e prenotazioni: 081 411723 | 081 418824 | info@teatrosannazaro.it
Eternapoli
Di: Giuseppe Montesano e Enrico Ianniello
Quando: dal 1 al 3 marzo
Luogo: Nuovo Teatro Sanità
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Enrico Ianniello
Regia: Enrico Ianniello
Note: In una comica moltiplicazione di voci e personaggi, Roberto, il giovane segretario-discepolo del dandy Cardano ci conduce nella villa settecentesca dei Negromonte, imprenditori napoletani senza scrupoli che godono dei favori della politica e di un seguito di ecclesiastici, precettori e fedeli sottoposti che s’inchinano al loro potere. Padroni indiscussi della città, i Negromonte sono pronti a trasformare Napoli, tutta Napoli, in Eternapoli, una sorta di enorme parco tematico, in cui tutto è concesso, anche creare una nuova scellerata economia di rapina che non conosce limiti, e che trasforma Napoli, il Golfo, il Vesuvio in merce da poter vendere. Distruggere e ricostruire sono le parole d’ordine dell’efferata famiglia, che con la sua ricchezza ricalca un presunto fasto borbonico. Sopraffazione, celebrazione del denaro, trionfo dello spreco dominano gli interminabili pranzi nei quali si riuniscono i membri della famiglia, come quello pasquale che però culmina nella ribellione del più giovane dei Negromonte, Andrea. Contro gli spietati progetti dei fratelli Negromonte, il degrado e la volgarità del potere, il saccheggio legalizzato di chiese e musei, il vilipendio del patrimonio culturale e il collasso dei valori, si leva anche la voce militante di un gruppo di disobbedienti capeggiati dall’archeologo Scardanelli. alla ricerca di una possibile salvezza da quell’inferno grottesco, mentre la città comincia a scricchiolare sotto i colpi degli interventi ricostruttivi di Eternapoli.
Info e prenotazioni: 339 666 64 26 | info@nuovoteatrosanita.it
Ecce virgo
Drammaturgia: Angela Di Maso
Quando: dal 1 al 3 marzo
Luogo: Teatro La Giostra
Orario: feriali ore 20:30; domenica ore 18:00
Interpreti:
Regia: Angela Di Maso
Note: Presentato da SoundFly Produzione, Ecce Virgo, testo vincitore del premio nazionale di drammaturgia “Fabrizio Romano”, narra di una monaca di clausura che ha una grave colpa da confessare e sente il bisogno di essere assolta.
Assoluzione che per lei non significa remissione o liberazione dal peccato commesso, come da precetto cristiano, ma comprensione, condivisione dello stesso, accettazione.
Sa che un prete qualsiasi non la assolverebbe mai per la gravità delle sue azioni, che vanno ben oltre l’impudicizia, ma l’allontanerebbe immediatamente dall’Ordine di appartenenza: da fuori dal mondo, per chi vive protetto dalle mura conventuali, ritornerebbe così fuori nel mondo.
Paradossalmente, la libertà è proprio la condizione che più spaventa la donna, e l’unico modo per ottenere la remissione dei suoi peccati è l’essere ascoltata da chi è come lei. Se non lei stessa. Se non lui stesso.
Il disvelamento mette a nudo le coscienze e il loro peso, insopportabile da reggere nella solitudine di vite deprivate del necessario amore.
“In una costruzione minimalista, atonale, matematica, geometrica, unisona, d’immobilità in cui il teatro è parola – sottolinea Angela Di Maso – la regia è a specchio. I protagonisti, Lamagna e Rondinella, meglio noti e conosciuti a livello nazionale per essere straordinari interpreti del bel canto, abbandonano la melodia del suono per diventare dissonanza intrisa d’intimistico silenzio”.
A metà tra gli incubi prodotti dalla coscienza e l’amara realtà in cui i due consacrati sopravvivono da morti, comincia il racconto di una parte della storia della chiesa, che mai è rimasto confinato alla sola fantasia.
È perversa fantasia, racconto ordinario, ma proprio in quest’ordinarietà risiede un male che, dalla notte dei tempi, è ancora di grande attualità, denuncia, scandalosa vergogna. Le torbide confessioni dei due consacrati sono però anche pretesto per indagare altro e oltre: le conseguenze del non amore.
Info e prenotazioni: 3492187511 | 3488100587 | lagiostrateatro@gmail.com
Peppe Diana – Il coraggio di avere paura
Di: Gaetano Liguori e Ciro Villano
Quando: dal 1 al 3 marzo
Luogo: Teatro Totò
Orario: feriali ore 21:00; sabato ore 17:30 e 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Ciro Liucci e altri 20 attori dell’Accademia delle Arti teatrali del Teatro Totò, con la partecipazione del bravissimo Ciro Esposito
Regia: Gaetano Liguori
Note: Siamo nella chiesa di San Nicola a Casal di Principe, sono le 7:25 del 19 Marzo 1994 è san Giuseppe. Don Peppino Diana dirà messa molto presto quella mattina, poi si recherà ad Aversa all’ITIS A. Volta dove insegna.
Per il pomeriggio i suoi amici gli hanno preparato una piccola festa per il suo onomastico, ma quella festa e quella messa annunciata per le 7:30 non saranno mai celebrate. I killer della camorra spezzeranno la sua vita con quattro colpi di pistola sparati a bruciapelo con rara ferocia in pieno viso. Peppino tre giorni prima della sua morte, era stato interrogato in procura sui rapporti d’affari tra politica e camorra. Solo qualche mese prima aveva organizzato una fiaccolata anticamorra che aveva coinvolto però solo poche persone. Aveva firmato un documento di denuncia contro la malavita organizzata, si dava da fare per aiutare gli extracomunitari, lavorava con una comunità che si occupava dei tossicodipendenti e seguiva con passione il gruppo dei giovani scout. Un prete molto scomodo quindi, per chi fa del malaffare una regola di vita.
Ecco perché muore a soli 36 anni Don Peppe. Voleva educare i giovani alla legalità, al rifiuto della convivenza con la camorra ed al suo sistema di potere. Probabilmente questa azione civica quotidiana gli è costata la giovane vita. Ecco quindi che il modo migliore per rendere onore alla sua memoria ci è sembrato quello realizzare uno spettacolo teatrale che ci parlasse di lui, della sua vita, dei suoi dilemmi, dei tanti dubbi che Don Peppe aveva avuto anche sull’atteggiamento della stessa chiesa nei confronti dei camorristi.
Info e prenotazioni: 081296051 | info@teatrototo.it
Do not disturb
Il teatro si fa in albergo: frammenti d’amore
Format di: Mario Gelardi e Claudio Finelli.
Quando: 2 e 3 marzo
Luogo: Teatro Civico 14 presso Royal Hotel di Caserta
Orario: sabato ore 18:30 e 20:00; domenica ore 17:00 e18:30
Interpreti: Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli, Antimo Navarra e Marina Cioppa
Note: Nelle lussuose stanze del Royal Hotel di Caserta si trasferisce il Teatro Civico 14 con il format ideato da Mario Gelardi e Claudio Finelli. Pochissimi spettatori, come intrusi, ogni sera varcano l’intimità dell’amore, ascoltando e spiando i personaggi.
Do not disturb – Il teatro si fa in albergo porta il pubblico e gli attori nelle camere dell’hotel in Viale Vittorio Veneto per il quarto anno consecutivo, con storie nuove e scritte appositamente per l’occasione. Tre episodi, della durata di circa venti minuti ciascuno, renderanno visibile quello che accade solo a porte chiuse.
Info e prenotazioni: 0823 441399 | info@teatrocivico14.it
Caipirinha Caipirinha
Di: Sara Sole Notarbartolo
Quando: 2 e 3 marzo
Luogo: Teatro Nostos (Aversa)
Orario: sabato ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Giovanni Granatina, Peppe Papa e Fabio Rossi
Regia: Sara Sole Notarbartolo
Note: Intorno al bar di Bob, a Roccapaduli, gravitano tre grandi amici. Bob, il barman, ricco, colto, elegante, irresistibile. Ama Wilma e Wilma ama lui. Walter, l’empatico. Progressista, poetico, dolcissimo, ha un lavoro precario e nient’altro. Ama Wilma e Wilma ama lui. Vincenzo, l’uomo per bene. Ha un lavoro a tempo indeterminato, una bella casa, è cattolico, reazionario ma buono, soffre di attacchi di collera violenta. Ama Wilma e l’ha sposata. E Wilma ama lui.
“Aiutata e anche guidata dalle estenuanti improvvisazioni dei tre attori che sono sulla scena, ho messo davanti ai miei occhi, e a quelli del pubblico, una cosa indicibile, teneramente indicibile, assolutamente indicibile: il tradimento per amore di qualcuno che si ama” spiega l’autrice e regista Sara Sole Notarbartolo. “Il femminile narrato in Caipirinha è raro: la protagonista, assente e presentissima, incarna quello che da sempre hanno incarnato nel nostro immaginario letterario e sociale i vari Don Giovanni, conte Vronsky, Casanova. E non so se il suo destino sia legato più allo status di eroe o a quello generico di donna. Ma, come in ogni narrazione che nasce dall’osservazione stupita della vita, le cose prendono il loro corso naturale e, alla fine, la chiave del discorso non è nel fatto che Wilma sia una donna libera o una zoccola, né se Bob e Walter e Vincenzo siano realmente amici, né se la verità sia meglio saperla o lasciarla occultata. La chiave, semplicemente, non c’è. C’è solo la porta. E la porta è quella di un bar”.
Info e prenotazioni: 081 19 169 357 | 389 24 714 39 (anche WhatsApp) | info@nostosteatro.it
Quartieri Jazz Orkestrine
Quando: 2 marzo
Luogo: Museo Nazionale ferroviario di Pietrarsa (Traversa Pietrarsa) Portici
Orario: ore 21:30
Interpreti: Alessandro De Carolis ai flauti, Mario Romano alla chitarra classica, Alberto Santaniello alla chitarra acustica, Luigi Esposito al piano, Ciro Imperato al basso ed Emiliano Barrella alla batteria
Note: Il valente chitarrista e compositore napoletano Mario Romano ha dato vita al progetto Quartieri Jazz giunto nel gennaio 2013 (ed. GRAF) al felice esordio discografico intitolato “E strade cà portano a mare”. Un’intensa attività concertistica nei luoghi d’arte della città, contraddistingue il tema della band che sfocia in questa produzione in cui si fondono ed incontrano in maniera originale il jazz manouche del caposcuola Django Reinhardt e la tradizione napoletana nel suo ricco retaggio classico e contemporaneo dando vita al Neapolitan Gipsy Jazz, con cui percorrere “E strade cà portano a mare”, luogo dove non a caso da sempre si sono incontrate varie culture. Un sound ricco, con contaminazioni partenopee, latin Jazz, un file rouge jazzistico, un pizzico di Francia ed una emozionante e gioiosa malinconia tutta Napoletana. A salire sul palco sarà la formazione Orkestrine al completo, talenti che come Mario Romano provengono dai “Quartieri Popolari” di Napoli e che nel loro sound frizzante e sanguigno hanno saputo riprodurre colori e umori di quella magica e vivace realtà.
Info e prenotazioni: 340 4893836 | quartierijazz@live.it
Chaos – Humanoid B12
Di: Daniele Ronco
Quando: 2 e 3 marzo
Luogo: Napoli Est Teatro
Orario: feriali ore 21:00; domenica ore 18:00
Interpreti: Jacopo Trebbi, Daniele Ronco e Costanza Frola
Regia: Daniele Ronco
Note: Chaos – Humanoid B12 trasporta il pubblico nel 2026, in un mondo in cui il progresso tecnologico è talmente avanzato che l’uomo si è dimenticato di sé stesso. Agli inizi del XXI secolo si auspicava un mondo in cui le differenze non sarebbero più state causa di divisioni. La perdita di valori, un feroce relativismo unito allo smarrimento di rapporti umani veri, hanno alimentato falsi ideali e modelli pericolosi. L’integrazione rimane un problema irrisolto, con la nascita di forme di intolleranza nostalgiche di un passato che ritorna. In questo contesto si intreccia la storia di due personaggi opposti, un biancaliano e una verdiana, costretti a convivere in un campo di sterminio costruito dagli Humanoid B12, i robot di ultima generazione, che dichiarano guerra all’umanità intera. Uno spettacolo per riflettere sulla guerra, sulla migrazione e sull’integrazione. Uno spettacolo che sogna la Pace.
Info e prenotazioni: 3208681011 | info.teatronest@gmail.com
Sounds Cool in concerto
Quando: 2 marzo
Luogo: Sala Ichòs (San Giovanni a Teduccio)
Orario: ore 21:00
Interpreti: Valentina Ranalli, Voce, Violoncello e Cajon, e Aldo Capasso Contrabbasso e basso elettrico
Note: Un nuovo progetto musicale fatto di due persone, cinque strumenti e la ricchezza espressiva di una band.
Un sound ricco, in perfetta sintesi tra classico e moderno, il cui repertorio si articolerà tra standard jazz e pop elegante, proponendo e arrangiando in maniera originale famosi brani della storia della musica, come Love of my life dei Queen, Overjoyed di Steve Wonder, The book of love di Peter Gabriel e Back it up di Emerald.
Info e prenotazioni: 335 765 2524 | 335 7675 152 | 081275945 (dal lunedì al sabato dalle 16 alle 20 – domenica dalle 10 alle 17)
Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni
Un progetto di: Daria Deflorian e Antonio Tagliarini
Quando: 2 e 3 marzo
Luogo: Teatro Nuovo
Orario: sabato ore 21:00; domenica ore 18:30
Interpreti: Daria Deflorian, Monica Piseddu, Antonio Tagliarini e Valentino Villa Note: Punto di partenza e sfondo di Ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni è una immagine forte, tratta dalle pagine iniziali del romanzo L’esattore dello scrittore greco Petros Markaris, scritto nel 2011.
Siamo nel pieno della crisi economica greca quando vengono trovate le salme di quattro donne, pensionate, che si sono tolte volontariamente la vita.
“…Abbiamo capito che siamo di peso allo Stato, ai medici, ai farmacisti e a tutta la società – spiegano in un biglietto – Quindi ce ne andiamo per non darvi altre preoccupazioni. Risparmierete sulle nostre pensioni e vivrete meglio”. Come hanno ordito queste quattro donne anziane questo singolare complotto contro la loro società in crisi? Deflorian/Tagliarini hanno circoscritto il loro immaginario tra il momento in cui prendono i sonniferi e quello in cui una ad una lasciano la vita nell’immacolato piccolo appartamento di periferia.
“Ma chi ce l’ha fatto fare?” dice una delle nostre figure alle sue amiche e complici e scoppia in una fragorosa risata mentre è già distesa sul letto aspettando l’effetto delle pasticche ingoiate con della vodka, “uno dei modi più sicuri di fare una morte tranquilla nel sonno”.
Info e prenotazioni: 0814976267 | botteghino@teatronuovonapoli.it
Totò che padre!
Di: Roberto Giordano
Quando: 2 marzo
Luogo: Il Teatro cerca Casa in zona Vomero (Napoli)
Orario: ore 20:30
Interpreti: Roberto Giordano e Federica Aiello
Regia: Roberto Giordano
Note: In scena i due attori interpretano un marito e una moglie, che, tra piccoli battibecchi e scaramuccie di coppia, rappresenteranno uno spaccato dell’amatissimo comico: i primi debutti, le prime macchiette, il rapporto con le donne, la morbosa gelosia, le canzoni inedite. Il poliedrico artista Totò viene rappresentato da tutti i punti di vista possibili, nelle sue sfaccettature poetiche e umane. Ma soprattutto, emerge il racconto umano di una parte della sua vita, vista con gli occhi della figlia Liliana: «(…) gli unici, credo, che abbiano saputo guardare oltre il sipario che nascondeva la sua anima». Antonio Ghirelli, uomo di cultura, napoletano, scriveva: «Totò non è solo un attore immenso, ma è anche la figura forse più conosciuta e, per certi versi, insostituibile dell’Italia contemporanea e, con ogni probabilità, vivrà finché sarà viva la tradizione culturale e sociale che l’ha generata».
“Totò, che padre!” vuole essere un viaggio nella vita del Principe De Curtis attraverso alcuni aneddoti significativi, un contributo artistico alla memoria di uno degli interpreti più significativi della nostra cultura, indimenticabile artista della nostra storia. A proposito del suo lavoro, spiega il regista Roberto Giordano: «Lo spettacolo a lui dedicato, si propone di onorare, con una rivisitazione storica, sotto forma di spettacolo teatrale, la vita e la carriera di un’artista unico, che ha fatto ridere generazioni di italiani, prima in teatro, poi al cinema ed infine in televisione».
Info e prenotazioni: 334 334 7090 | 081 5782460
Trattato di Economia
Due straordinari performer per un coreocabaret paradossale sul denaro
Progetto, drammaturgia, regia: Roberto Castello e Andrea Cosentino
Quando: 2 e 3 marzo
Luogo: Teatro Area Nord
Orario: sabato ore 20:30; domenica ore 18:00
Interpreti: Roberto Castello e Andrea Cosentino
Note: Spettacolo di coreocabaret confusionale, tra parola e azione performativa, con la videopartecipazione di Attilio Scarpellini, si interroga sul denaro e sulle leggi di mercato per giungere a esiti paradossali e a una risata liberatoria.
Trattato di economia è l’incontro fra due artisti di generazione e percorso artistico diversi, che hanno voluto realizzare una pièce sull’economia che intende «liberare l’umanità dalla schiavitù del bisogno», scrivono gli autori-interpreti. Il denaro, in particolare, è visto nella sua «invadente onnipresenza e nella sua sostanziale mancanza di rapporto con la realtà». «Porsi ai margini del contratto per renderne palesi i paradossi è il modo per riprendere possesso, almeno simbolicamente, di ciò che non si capisce e non si controlla». Tra giochi linguistici e coreografici, e una cifra stilistica definita futurista, Trattato di economia fa riflettere e divertire.
Info e prenotazioni: 081 585 10 96 | info@teatriassociatinapoli.it