Puglia Showcase Kids 2019: il racconto della 2° giornata
Prosegue la rassegna interamente dedicata al teatro ragazzi organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, ospite del NTFI diretto da Ruggero Cappuccio.
di Ileana Bonadies
Con la semplicità poetica di “Tutina e il cervo”, di e con Maristella Tanzi e Francesca Giglio, associazione QuaLiBò, si apre il secondo giorno di programmazione del Puglia Showcase Kids 2019. Rivolto ai bambini dai 2 ai 5 anni, lo spettacolo, si affida al solo movimento delle protagoniste e alla musica che accompagna i loro passi per raccontare, con uno stile che punta all’immediatezza espressiva, la scoperta e lo stupore, e con l’ausilio di semplicissimi oggetti – un fiore, una casa di cartone – trasportare i piccoli spettatori in un mondo in cui sono la curiosità e l’empatia a tracciare il percorso, in cui ciascuno può ritrovare ciò che la fantasia più gli suggerisce.
Intorno al tema diversità/identità ruota, invece, il lavoro scritto e diretto da Tonio De Nitto (sulla cui poetica già nel 2016 avevamo fermato la nostra attenzione con questa intervista), “Diaro di un brutto anatraccolo”, una produzione Compagnia Transadriatica che partendo dalla favola di Andersen ne scrive una nuova versione, racconto di un viaggio introspettivo che porta alla conquista della consapevolezza di sé. Interpretato dagli ottimi Ilaria Carlucci, Francesca De pasquale, Luca Pastore e Fabio Tinella, lo spettacolo prosegue quanto iniziato con le precedenti produzioni – “Cenerentola” e “La bisbetica domata” -, ovvero quel percorso che intende raccontare le fragilità di un tempo, di una società andando oltre gli stereotipi. Coniugando il fantastico con la denuncia; la bellezza delle scene con, come in questo caso, la drammaticità dei sentimenti evocati. Il risvolto altamente educativo che sottende la messinscena con la poeticità propria del teatro. Per un pubblico che solo sulla carta è identificato come minorenne, ma che in realtà non conosce età. Forse, anzi, è doveroso non conosca etichette e confini anagrafici (che potrebbero erroneamente indurre a una classificazione limitante), contenendo un significato universale che in assenza di parole fa dialogare le emozioni. E attraverso esse sollecita il pensiero, la riflessione, costringendo a guardare oltre le apparenze. Alla ricerca della propria identità, di quel “Io sono” a cui finalmente giunge la protagonista al termine e che si staglia sul fondo della scena in tutta la sua potenza e importanza, commuovendo.
Infine, una commistione tra danza e teatro di figura è “Operastracci”, di cui per noi di QuartaParete ha così scritto la piccola Greta, 13 anni, alle cui parole e al cui sguardo affidiamo il racconto di ciò che è andato in scena:
Nel suggestivo sito del palazzo reale, nell’ambito della rassegna per i ragazzi organizzato dal N.T.F. è andato in scena “Operastracci o dell’educazione sentimentale” di Koreja, da un’idea di Enzo Toma e Silvia Ricciardelli. È uno spettacolo di movimento corporeo e musicale che racconta, come suggerisce il sottotitolo, vari tipi di sentimenti che ognuno di noi, prova nel percorso della propria vita. In questa rappresentazione sono presenti, appunto, stracci, bianchi, che grazie alla maestria delle mani degli attori (Emanuela Pisicchio, Andjelka Vulic, Fabio Zullino) vengono trasformati in pance, seni, palloni, pupazzi e guantoni. Per quanto riguarda la musica sono presenti famose arie d’opera che accompagnano i vari quadri. In questo spettacolo prendono luogo scene simpatiche, che fanno comparire sul viso un sorriso, ma anche riflessive poiché ci fanno ragionare su ciò che ci si può aspettare dalla vita. Molto ironico il momento in cui il pupazzo creato e “guidato” dagli attori si aggirava sul palcoscenico sulle note del “Barbiere di Siviglia”. Suggestive le luci di Lucio Diana. In generale questo spettacolo l’ho trovato interessante ed originale.