Puglia Showcase Kids 2019: il racconto della 3° giornata
Con tre spettacoli dedicati alla fascia d’eta dai 6 ai 14 anni, prende vita il terzo giorno di programmazione della rassegna organizzata dal Teatro Pubblico Pugliese, con il sostegno della Regione Puglia, ospite della nuova sezione, rivolta al Teatro ragazzi, del Napoli Teatro Festival Italia 2019.
di Ileana Bonadies
È l’ opera comico-musicale per burattini su musiche di Gioacchino Rossini, “Pulcilele… Omaggio a Emanuele Luzzati”, scritto e diretto da Paolo Comentale, in scena con Giacomo Dimase, a dare inizio, giovedì 4 luglio, al Teatro Nuovo di Napoli alla la terza giornata del Puglia Showcase Kids 2019. Prodotto dall’associazione Granteatrino che nel 1988 ha fondato a Bari il teatro stabile di burattini e marionette la Casa di Pulcinella, lo spettacolo ruota intorno alla figura di Pulcinella e alle creazioni del maestro scenografo genovese, candidato due volte all’Oscar, e trascina i giovani spettatori in un caleidoscopico mondo animato da personaggi fantastici, mentre il nostro eroe protagonista si abbandona al sogno, così sfuggendo ai rimbrotti della moglie che lo vorrebbe meno scansafatiche e più realista.
Delle atmosfere oniriche e colorate della messinscena, ci racconta Nadia, 6 anni di pura spontaneità:
Nel pomeriggio tocca allo straordinario “Cappuccetto Rosso” (Eolo 2019) di Michelangelo Campanale, con Claudia Cavalli, Marco Curci, Erica Di Carlo, Francesco Lacatena e Roberto Vitelli, rapire letteralmente grandi e piccini che al ritmo di una musica travolgente, tappeto sonoro di ogni azione in luogo delle parole, tra acrobazie e danza, rivive, così, la celebra favola, qui non affatto edulcorata, ma anzi, proiettata a contemplare anche il tema non facile della morte. Affidando al lupo il compito di fungere da metafora del male, che se da un lato non riesce a vincere, dall’altro non viene neppure sconfitto del tutto, ritornando in agguato ogni volta. Eccezionale nel suo equilibrio di luci, spettacolarità, coinvolgimento e interazione non verbale con gli spettatori in sala, il lavoro si impone per la sua bellezza estetica, drammaturgia di azioni che grazie agli interpreti si fa battuta silenziosa senza per questo perdere di comunicatività, ma anzi ottenendo un effetto maggiorato, che sarebbe riduttivo destinare a un solo pubblico di ragazzi: se infatti è una fiaba per bambini il motore da cui tutto ha inizio, è un perfetto meccanismo di precisione quello che il regista col suo cast mette in piedi, senza mai avere cali di tensione e attenzione, ma con una costante cura del ritmo, nella narrazione così come nei movimenti attraverso cui quest’ultima si dipana con il supporto di pochi ma essenziali elementi di scena.
E che, al termine l’entusiasmo sia alto e scandito da fragorosi applausi lo dimostrano le parole di Giorgia e Marco, che dall'”alto” dei loro 11 anni così commentano a caldo, con l’immediatezza emotiva ed espressiva che li contraddistingue, la messinscena:
E nel solco di un teatro che vorremo non subisse qualifiche di genere, col rischio di sotto classificazioni che non darebbero il giusto merito a lavori di grande efficacia e bellezza, in cui non si fanno sconti nella cura dei dettagli, delle scene o del disegno luci, così come nella ricerca di forme espressive che affabulano e affascinano a volte tradendo in nome di sguardi nuovi testi classici di riferimento, si colloca di diritto un altro Eolo, “Zanna bianca”, liberamente ispirato ai romanzi e alle avventure di Jack London, a cui Francesco Niccolini dà forma di monologo a più voci, affidando a Luigi D’Elia, il ruolo di instancabile e appassionato protagonista. Sulla scia delle sue parole agite percorriamo la storia del famoso lupo, dal suo uscire dalla tana per la prima volta ancora cucciolo, al suo imbattersi nelle insidie della vita e della natura, accanto o contro i suoi simili, e in contatto con l’uomo da cui riceverà violenza ma anche salvezza. E i suoi occhi, diventeranno i nostri e nella neve o nella notte ci imbatteremo con lui, lasciando che quanto descritto prenda forma nella mente e si visualizzi come reale, tangibile, mentre la musica che tutto sottende si fa parte integrante della narrazione, accrescendo le emozioni di chi ascolta e osserva. Mentre il tempo inesorabile scorre, la vita ricomincia nella sua ciclicità, e nuovi lupi si preparano ad attraversare il Grande Nord.