Teatri e ripartenze: con quale spirito? [INTERVISTE]
Timidamente riprende l’attività teatrale in presenza dopo lunghi mesi di fermo. Per conoscere lo stato d’animo con cui teatri e compagnie si apprestano a rincontrare il proprio pubblico, abbiamo chiesto a tre realtà del territorio come stanno affrontando il momento. Qui di seguito le loro risposte, tra speranza e preoccupazione.
di Ileana Bonadies
TEATRO CIVICO 14 | Luigi Imperato
Ripartenza: tanto agognata in questi mesi, sembra sia arrivata. Con quale spirito e prospettive la state affrontando?
La ripartenza è di certo una grande boccata d’aria. Ho davanti agli occhi la grande emozione di Ilaria e Roberto che sono andati in scena sabato scorso dopo la lunga pausa. Nonostante, rispettivamente, 20 e 30 anni di esperienza di palco, sembravano emozionati come fosse il primo giorno. Ed effettivamente era “un” primo giorno. La speranza è che tutto questo possa essere una rinascita e anche un’occasione di rinnovamento, una sospensione dolorosa, faticosa ma non attraversata invano. La speranza è che questo periodo sia stato un trattenere il respiro prima di un nuovo e più efficace ritorno al soffio vitale, all’aria che entra nei polmoni e che, a teatro, si fa parola, relazione e incontro.
Come si immagina, ora, uno spettacolo da mettere in scena? Drammaturgia e recitazione quali evoluzioni subiscono?
Ci sono due aspetti da tenere in considerazione. L’uno è pratico, e ha a che fare con il rispetto delle misure di sicurezza durante le prove. In un primo periodo abbiamo dovuto rispettare l’uso delle mascherine, delle distanze etc.. I protocolli aggiornati hanno poi permesso alle compagnie di lavorare in deroga alle misure, facendo uno screening regolare degli attori impegnati, attraverso i tamponi. Sostanzialmente ora il lavoro in sala torna ad essere più o meno quello solito. L’altro aspetto è invece poetico: come questa rivoluzione socio-sanitaria ha influenzato la nostra percezione? Cosa sta significando per noi fare a meno del contatto da più di un anno? Cosa significa sottrarre all’”animale sociale” per eccellenza la possibilità di interazione e relazione? Cosa significa dire al proprio figlio di cinque anni “Non avvicinarti troppo al signore, a papà”, cercando di far capire, sia a tuo figlio che allo sconosciuto, che non si tratta di aver paura del prossimo ma solo di usare una temporanea prudenza reciproca? Cosa significa veder cadere un anziono davanti a te e pensarci alcuni secondi prima di intervenire per paura che il tuo intervento possa creargli fastidio invece che sollievo? Ecco, la risposta a queste domande ancora non l’abbiamo. Ci sarà bisogno probabilmente di un tempo di sedimentazione delle emozioni prima di poter fare di tutto ciò materia narrativa e teatrale.
Quando l’emergenza sarà terminata, quali le buone prassi assunte in questa circostanza (se ce ne sono) che varrà la pena salvare e quali invece i punti di forza confermati che neppure la pandemia è stata in grado di scalfire?
Una buona pratica messa in campo in questo periodo è di certo un maggiore uso delle tecnologie, per la fruizione di contenuti a distanza. Io stesso in prima persona ho potuto raggiungere, per alcuni corsi di drammaturgia, allievi a chilometri e chilometri di distanza o seguire seminari e festival on line. Non tutto può viaggiare sulla rete, e aggiungerei per fortuna, ma di certo abbiamo scoperto che alcuni contenuti hanno la capacità di essere portati a molte più persone senza perdere la loro essenze. Laddove è possibile, dunque, laddove non si snatura completamente il contenuto benvenga la trasmissione e la condivisione a distanza.
It’s a match!
Sabato 15 maggio 2021 ore 18:00 e 20:00 – Domenica 16 maggio 2021 ore 18:00 | Teatro Civico 14, Caserta
scritto da Michele Brasilio e Marina Cioppa; adattamento Antimo Navarra
con Roberto Solofria, Antimo Navarra e Ilaria Delli Paoli
musiche Paky Di Maio; elementi scenici Antonio Buonocore
una produzione mutamenti/Teatro Civico 14
“It’s a match!” è la storia di Ivana, Andrea e Luigi, che si conoscono su Tinder e si accordano per incontrarsi per una notte di passione, in un gioco di ruolo che li vede mascherati. In una atmosfera molto movimentata e piena di colpi di scena, si scopriranno le relazioni e le intenzioni dei personaggi, con un finale a sorpresa.
Di un ulisse, di una penelope
5 giugno 2021 | San Leucio, Caserta – 12 giugno 2021 | Benevento
Mutamenti/TeatroCivico14
Di Marilena Lucente
Progetto sonoro Paky Di Maio
Regia Roberto Solofria
Con Roberto Solofria, Ilaria Delli Paoli e Paky di Maio
Guerra d’amore, guerra per amore. Tutto cambia dopo il ritorno ad Itaca. Mare in tempesta. Odio. Sangue. Il rosso, il blu, l’oro. Amore. Amore? L’incontro, il rincontrarsi, il ritrovarsi, stringersi le mani, sentire l’odore, il sapore. É questo che cercavo, é questo che non trovavo. É più facile conoscersi o riconoscersi? Memorie, lontane, e ancora presenti. Ecco l’amore più forte del tempo, più forte dell’uomo, più forte del mare, più forte di guerre, più forte di viaggi, di incontri, di altri amori. Ma l’amore di lui non vince su tutto, non è così forte, non è così certo. L’amore di lei, sì che combatte, sì che ti aspetta, é lei che ti chiede del prossimo viaggio.
COMPAGNIA NEST | Giuseppe Miale di Mauro
Ripartenza: tanto agognata in questi mesi, sembra sia arrivata. Con quale spirito e prospettive la state affrontando?
Innanzitutto la speranza è che la ripartenza sia definitiva e soprattutto che si possa estendere a tutti i teatri e a tutte le compagnie. Sappiamo che ci vorrà tempo ma sentiamo la profonda esigenza di essere ottimisti. Detto questo, la nostra felicità è che la ripartenza della Compagnia Nest coincida con uno spettacolo dei Giovani ‘ONest. Loro sono quelli che hanno subìto maggiormente la destabilizzazione di questo periodo, hanno sentito il terreno sprofondare sotto i piedi e svanire il loro sogno. Ricominciare con uno spettacolo in cui sono proprio loro ad andare in scena ci riempie il cuore di gioia. Poi toccherà anche a noi nell’ambito del Campania Teatro Festival.
Come si immagina, ora, uno spettacolo da mettere in scena? Drammaturgia e recitazione quali evoluzioni subiscono?
Non crediamo ci sia un modo diverso di messa in scena di uno spettacolo dovuto alla pandemia. Tuttalpiù c’è una voglia e un’energia rinnovata che ricorda quella degli inizi. Si dice che il valore di una cosa lo capisci solo quando non ce l’hai più. Ecco, noi per un anno non abbiamo avuto il teatro e abbiamo capito (se mai ce ne fosse stato bisogno) il suo valore nelle nostre vite. Per quanto riguarda la nostra Compagnia non stiamo pensando a drammaturgie che raccontino il periodo né tantomeno crediamo che la recitazione ne risentirà. Ci sono dei problemi tecnico-burocratici da affrontare ma lo facciamo con la consapevolezza che sono momentanei. Certo, con i ragazzi facciamo uno spettacolo che s’intitola Positivo, ma solo per rimarcare l’accezione concreta del termine che in questo periodo si è comprensibilmente persa.
Quando l’emergenza sarà terminata, quali le buone prassi assunte in questa circostanza (se ce ne sono) che varrà la pena salvare e quali invece i punti di forza confermati che neppure la pandemia è stata in grado di scalfire?
L’unica e fondamentale novità di questa pandemia è stata l’unione delle forze. Finalmente la categoria ha capito che non ci si salva da soli e sigle come UNITA per gli attori o R.A.C. per i registi (ne cito solo due ma ce ne sono tante altre) miglioreranno le condizioni dei lavoratori dello spettacolo anche in futuro. Il punto di forza che la pandemia non è stata in grado di scalfire è una massima di Peter Brook: un uomo attraversa uno spazio vuoto mentre qualcun altro lo guarda, quello è teatro.
Positivo
28 maggio 2021 | Museo Ferroviario di Pietrarsa, Napoli
della Compagnia #GiovaniONest’
drammaturgia e regia Andrea Vellotti
con Giuseppe Cirillo, Chiara De Silva, Daniela De Vita, Leonardo Di Costanzo, Gennaro Lucci, Alessandra Mantice
elementi di scena Vincenzo Leone | light designer Desideria Angeloni | costumi Sara Oropallo
assistente alla regia Marica Palmiero
Il progetto nasce come prosecuzione del percorso effettuato dai ragazzi dei Giovani ‘oNest negli ultimi anni. Abbiamo deciso di indagare il momento storico attuale, con una pandemia in corso e il cambiamento di punto di vista di molti aspetti quotidiani, anche del linguaggio. Siamo partiti dalla parola “Positivo”, che dà anche il titolo alla pièce, di come sia cambiato il suo significato e di quanto spaventi. Attingendo da alcuni classici, sia della letteratura che del teatro, da Sofocle a Ionesco a Saramago, abbiamo immaginato un lazzaretto teatrale, dove tutti gli occupanti si dichiarano “positivi” per non essere posti in quarantena, e proclamatisi residenti permanenti, reagiscono attivamente: lavorano provano giocano a delle scene, si mettono in gioco, si denunciano, lottano, amano, muoiono in scena e soprattutto reagiscono e vivono. L’obiettivo è provare a dare un nuovo sguardo, o meglio, un altro sguardo a ciò che stiamo attraversando: se l’abitudine ci porta a guardare sempre dritto, di faccia, noi vogliamo stimolare il pubblico a guardare di lato, di fianco, dietro, sotto, sopra… come accade con i bambini: quando sono piccoli, ma proprio piccoli piccoli, se provi a metterti alla loro “altezza” scoprirai un mondo totalmente nuovo, a misura loro, a volte molto più grande di come ti appare normalmente, a volte molto più largo, a volte più intimo, più necessario.
Bufale e Liùne
2 -3 luglio 2021 | Capodimonte, Napoli
Di Pau Miró
Traduzione e adattamento Enrico Ianniello
Regia Giuseppe Miale DI Mauro
Con Francesco Di Leva, Giuseppe Gaudino, Adriano Pantaleo
Da tempo pensavamo – come Compagnia – di affrontare la drammaturgia di Pau Mirò. Ne avevamo parlato spesso con Enrico Ianniello e tramite lui avevamo letto alcuni testi, poi un giorno Enrico ci ha detto: “Ho un testo perfetto per voi ma mi dispiace farvelo leggere perché avrei voluto tanto farlo io, solo che è proprio il testo vostro.” Dopo averlo letto abbiamo capito cosa intendeva, questa storia sembra scritta per noi: quella di una famiglia proprietaria di una lavanderia che vive nel ricordo di un fatto tragico avvenuto molti anni prima: la perdita di un figlio.
La bellezza della scrittura di Pau Mirò consiste nel non voler mai sciogliere il nodo dell’ambiguità, sia della storia che dei personaggi che la vivono e la attraversano con il loro carico di delusioni e collera. Pau Mirò ha scritto una trilogia incentrata sulla storia di questa famiglia che ha messo in scena con grande successo in Spagna e in Francia in forma di tre spettacoli a se stanti. Noi, invece, abbiamo proposto a Pau, in collaborazione con Enrico Ianniello, di unire due di questi tre testi facendolo diventare un unico testo con due forme diverse di messa in scena: stralci monologanti tratti da Bufale racconteranno al pubblico ciò che è avvenuto alla famiglia in passato e s’intersecheranno con l’azione scenica di Liùne che, invece, racconta il presente.
Un’altra occasione per la Compagnia Nest di parlare del territorio in cui agisce da anni affrontandolo da un punto di vista nuovo e inedito.
NUOVO TEATRO SANITÀ | Mario Gelardi
Ripartenza: tanto agognata in questi mesi, sembra sia arrivata. Con quale spirito e prospettive la state affrontando?
Lo spirito che contraddistingue questo periodo per noi è la preoccupazione. Attualmente non possiamo aprire al pubblico o produrre spettacoli nel nostro teatro a causa dei limiti imposti dalla legge. Speriamo di poterlo fare a partire da ottobre e in quel caso la nostra parola d’ordine sarebbe “cambiamento” o meglio, rivoluzione, come il progetto che stiamo portando avanti in questo momento.
Come si immagina, ora, uno spettacolo da mettere in scena? Drammaturgia e recitazione quali evoluzioni subiscono?
Negli ultimi anni, come teatro abbiamo lavorato a molte produzioni e personalmente in passato ho realizzato spettacoli con molti attori, ma ormai questo non è più possibile, per ovvie ragioni. Stiamo lavorando, per questo, a progetti che coinvolgano pochi attori. Il nostro sguardo resta sempre rivolto alla drammaturgia contemporanea favorendo la messa in scena di testi che in qualche modo diano testimonianza del presente. In questi mesi abbiamo ospitato molti progetti di spettacoli che stanno vedendo la luce, per esempio Notte Bianca di Tatiana Motta, vincitrice del premio Riccione, oppure Meridiani di Carlo Galiero, con la regia di Chiarastella Sorrentino che è in finale al Premio Scenario.
Quando l’emergenza sarà terminata, quali le buone prassi assunte in questa circostanza (se ce ne sono) che varrà la pena salvare e quali invece i punti di forza confermati che neppure la pandemia è stata in grado di scalfire?
La nostra aspirazione è quella di diventare una residenza, anzi, un rifugio per artisti. Abbiamo provato ad agire come tali, in questi mesi ed è una cosa che vogliamo continuare a fare. Dal nostro percorso ci porteremo senza dubbio il laboratorio di formazione di drammaturghi, riconosciuto dal MIC, che tante soddisfazioni ci sta dando, siamo fieri dei risultati che gli allievi stanno riscuotendo, vincendo premi e partecipando a molti festival teatrali. Sicuramente porteremo avanti i nostri progetti internazionali che ci vedono collaborare con Sardegna Teatro, Primavera dei Teatri e Scena Nuda, la nostra collaborazione sarà sicuramente foriera di buone pratiche e, ci auguriamo, di buoni spettacoli.
Le regole del giuoco del tennis
4 giugno 2021 | Catacombe di San Gennaro, Napoli
scritto da Mario Gelardi
regia di Michele Brasilio
con Gaetano Migliaccio ed Enrico Pacini
produzione Vulie Teatro e Nuovo Teatro Sanità
Una partita a tennis come metafora per raccontare le dinamiche del rapporto d’amicizia tra Matteo e Guido. Prendendo spunto dalle regole da manuale di una partita a tennis, i due amici ne approfittano per raccontarsi cose che in una normale conversazione non avrebbero avuto il coraggio di dirsi. E allora la partita diventa uno scambio serrato di battute volte a mettere alla prova l’altro, fino a ridefinire i contorni di un’amicizia, che forse è qualcosa di più. La partita a tennis diventa un modo ironico per raccontare tutti i luoghi comuni sull’omosessualità.
La paura è dei conigli
5 giugno 2021 | Catacombe di San Gennaro, Napoli
scritto da Giordano Bassetti
con Anna De Stefano e Ciro Burzo
regia Carlo Geltrude
produzione Le Scimmie
Siamo ad aprile del 2020. Due giovani conigli affrontano il lockdown dal loro punto di vista. Spiazzati dal silenzio e dall’improvvisa scomparsa di quelli che loro chiamano “giganti”, i due conigli si interrogano sull’accaduto e sul da farsi. Inconsapevoli della minaccia del virus, escono dalla propria tana che da sempre è stato l’unico posto sicuro e protetto, per esplorare uno spazio stravolto. Assaporano un senso di libertà inedito, che se da una parte li inebria, dall’altra li spaventa a morte.
Lettere d’amore alle Catacombe di Sangennaro
6 giugno 2021 | Catacombe di San Gennaro, Napoli
progetto di Mario Gelardi e di autori vari
con Annalisa Direttore, Gennaro Maresca, Davide Mazzella, Gaetano Migliaccio, Chiarastella Sorrentino e Carlo Vannini
produzione Nuovo Teatro Sanità
Le lettere d’amore sono qualcosa che ormai, tocca ammetterlo, appartiene al passato. La comunicazione immediata e diretta permessa dai social ha sostituito le lettere anche per le dichiarazioni d’amore più importanti. Ma chi di noi non vorrebbe riceverne una? Poeti, pittori, grandi scrittori, uomini di cultura hanno sempre dedicato lettere alla loro amata o al loro amato, e spesso queste lettere si sono trasformate in poesia o in musica per raccontare le grandi storie d’amore nella storia dell’arte e della letteratura
La rosa del mio giardino
29, 30 giugno 2021 | Capodimonte, Napoli
Di Claudio Finelli, Mario Gelardi
Regia Mario Gelardi
Con Simone Borrelli, Alessandro Palladino
Musiche dal vivo di Arcangelo Michele Saso (violoncello)
Produzione NTS
È il 1923. Alla Residencia de Estudiantes, famoso collegio a Madrid che ospitava rampolli dell’alta borghesia spagnola, arriva un giovane impacciato, con l’aria un po’ trasognata e l’aspetto singolare. Ha diciotto anni e fa il pittore. Il suo nome è Salvador Dalí.
Il giovane attira subito l’attenzione di un poeta di poco più̀ grande di lui e molto in vista alla Residencia: Federico Garcia Lorca. Tra i due nasce subito un’amicizia fatta soprattutto di intesa intellettuale.
Della fitta corrispondenza tra loro sono sopravvissute quaranta lettere scritte dal pittore a Lorca, mentre sono rimaste solo sette lettere di Lorca a Dalì. Mario Gelardi e Claudio Finelli, partendo dalle lettere ritrovate di Salvador a Federico, hanno immaginato le lettere in risposta del poeta all’amico pittore. Poesia, pittura, amicizia, sentimenti che sfiorano l’amore, in un rincorrersi di parole e disegni. Nove anni di lettere reali e immaginarie.
INFO E BIGLIETTI:
Pietrarsa 3317370289 | Catacombe 3396666426 | Caserta 3391873346 | Benevento 3381457688