Manlio Boutique

Dodici i cortometraggi teatrali in gara nella rassegna diretta da Gianmarco Cesario, che conferma la sua attenzione verso un genere che preserva, inalterato nel tempo, il suo valore.

di Ileana Bonadies

i cortiPiccoli eppure con alle spalle già 20 anni circa di esperienza: sono i Corti della Formica che da domani 2 dicembre a sabato 4 celebreranno la loro XVI edizione per la direzione artistica di Gianmarco Cesario, che sin dall’inizio cura con determinazione e coraggio il festival.
Trampolino di lancio per molti artisti del nostro panorama affermatisi, poi, nel tempo, la rassegna per la seconda volta consecutiva sarà ospitata dal Teatro Cortese e vedrà la partecipazione in concorso di 12 compagnie giudicate da 11 allievi provenienti da 8 tra le scuole di teatro più attive e longeve di Napoli (Bellini Teatro Factory, Laboratorio Teatro Elicantropo, Giuliart, Global Eventi, Mind the gap, Scuola Beniamino Maggio, Talìa, Theatre de Poche).

Quattro gli spettacoli in scena ogni sera a partire dalle 20:30 – ad eccezione di sabato quando il sipario si aprirà alle ore 18 – secondo il seguente calendario:

GIOVEDÌ 2 DICEMBRE
BAR di  Roberta Frascati
con Roberta Frascati
foto di scena Davide Visca
regia Francesco Antonio Nappi
SINOSSI
Anni ’60, è sera, le luci basse di un locale ci dicono che un altro giorno sta finendo. Al bancone una donna, non più giovane, non ancora anziana, che sistema le ultime cose prima di tirare giù la serranda e tornare a casa. La sorprende, neppure troppo, l’arrivo di avventori ritardatari. Non dice loro che sta chiudendo, anzi, li accoglie come vecchi amici venuti a farle compagnia. E come si fa con gli amici di sempre, prende a raccontare. Un fiume di parole, ricordi, consigli velati, speranze, sapientemente unite alla musica che viene fuori da una vecchia radio e all’odore del mare.
Bar è uno spettacolo che si incentra sul racconto e sul viaggio. Innanzitutto un viaggio nel tempo: negli anni ‘50-‘60 che vengono raccontati da una scenografia scarna ma ben inquadrata dal punto di vista dell’identità cronologica. Ma il viaggio è soprattutto un viaggio da raccontare e raccontarsi, al momento della sua conclusione, in un luogo preciso, un Bar, che si fa punto di partenza e di arrivo, crocevia di destini differenti, ciascuno con una sua storia e un suo vissuto.

OCCHI SOSPESI di Francesca Esposito
con Lucio De Cicco | Livia Berte’ | Carmela Ioime
costumi Michaela Castaldi
locandina e immagine Gilda Castello
regia Francesca Esposito
SINOSSI
Iride, un vecchio cieco, ossessionato dalla propria identità perduta, viaggia in compagnia della Muta, Sospiria e dell’Altra, Ieratica. La ricerca tormentata dell’identità è rivolta costantemente all’esterno. Iride ha un’idea dell’identità distaccata da sé, come se fosse un accessorio. La sua ricerca è inautentica e vana. In un clima da circo da quattro soldi, i tre personaggi falliscono puntualmente e ripetono le loro azioni giorno dopo giorno, in un  frustrante carillon di sterili tentativi.

IL DISCORSO DEL PORCO di Sal Cammisa
liberamente ispirato a “La fattoria degli animali” di George Orwell
con Sal Cammisa
scene e costumi Enzo-Tammurrièllo Esposito
aiuto regia Antonella Esposito
regia Sal Cammisa | Daniela De Falco
SINOSSI
Il discorso del porco è un monologo liberamente ispirato a La fattoria degli animali di George Orwell. Napoleon il maiale – capo della fattoria di cui è divenuto con violenza l’assoluto padrone – si presenta alla “sua” gente, in una domenica solitamente dedicata all’assemblea generale, per comunicare loro che da quel momento in poi le sedute dedicate al confronto e al dibattito sarebbero state sospese. Ne approfitta per celebrare i successi della fattoria, per informarli sulle ultime novità con l’esterno, per ripetere i 7 comandamenti. Ma qualcosa turberà la sua rigida sicurezza da capo di governo: anche il potere, ha le sue, nascoste, debolezze.

JINNIE di Jenny Brascio
con Jenny Brascio | Orazio Picella
regia Jenny Brascio | Orazio Picella
SINOSSI
Jinnie è una donna moderna. Una donna che desidera una carriera, un lavoro una soddisfazione personale. Tuttavia è debole e ancora non lo sa. Jinnie vuole un amore integro, totale che si dedichi solo a lei e viceversa.
E qui che comincia la fregatura. Perché nella ricerca di quell’amore “ideale” si tuffa a capofitto in un progetto matrimoniale dimenticando se stessa. Si sposa e, moglie entusiasta, si dedica completamente al coniuge come una geisha. E’ allegra, canta, gioca, si diverte. Il marito però, dal canto suo, la tiene segregata come in una bottiglia di vetro dalla quale Jinnie osserva il mondo. E’ un uccellino in gabbia, una lucertola sotto ad un bicchiere.  Jinnie si sente ingannata, non ha avuto ciò che gli era stato promesso: una vita piena, dei figli, la felicità. Da qui i primi screzi, litigi, verbalmente violenti, che fanno impazzire Jinnie.  Oramai come un animale in cattività vaga nella sua casa-bottiglia cercando una via di uscita. Sbatte da un lato all’altro, perdendo il lume della ragione. Ce la farà a liberarsi? Ce la farà a “rompere” la sua bottiglia? Lo sketch vuole accendere un “lumino” su un tipo di violenza sulle donne di cui non si parla MAI. Non la violenza fisica, di cui visibilmente le donne portano evidenti segni corporei bensì quella psicologica, più subdola e meschina.

VENERDÌ 3 DICEMBRE
AUTOGRILL di Tiziana Beato
adattamento teatrale di Pier Paolo Palma da “Lettera 3”  dal libro “Tra tutti i miei bisogni ci sei tu”
con Selene D’Alessandro
aiuto regia, costumi e make up Georgia de’Conno
regia Pier Paolo Palma
SINOSSI
Una lettera, ma sarebbe più corretto dire una confessione.
In una notte scelta per non dormire, in un luogo scelto per non restare, una voce rimbomba tra porte automatiche e mattonelle.
È una voce profonda, è la voce di chi ha scelto di conoscere gli uomini indagandoli attraverso il sesso, accudendo tutte le loro paure.
È una donna che sceglie di spogliarsi per raccogliere nudità che il corpo non vede.
È una voce di fredda concretezza e riflessioni che aspirano al lirico, in un vorticoso bathos di  sincerità.
Se è vero che la poesia si incontra in determinate periferie e in date ore, tra pensieri malinconici e grandi, dobbiamo ascoltare il racconto di una voce, troppo reale per accedere ad un bar sotto il mare.

L’AMORE PERFETTO di Valentina Varrella
con Livia Bertè | Ciro Scherma
regia Roberta Misticone
SINOSSI
Una  donna sulla cinquantina, Iris, incontra il suo amante, Marcello, anche lui cinquantenne, nella nuova garçonniere di lui. Sono allegri, complici e appassionati. Lui è un ospite impeccabile: le ha inviato un vestito da sera a casa, quello stesso pomeriggio, affinché lo indossasse, le ha preparato dei regali e le ha ordinato la sua cena preferita, annaffiata da copioso champagne. Lei si sente accolta e protetta e può confidare a Marcello il proposito di intentare presto la causa di divorzio verso il marito, a sua volta fedifrago, che nel frattempo ha sorpreso con la giovane amante, seguendolo in strada, qualche giorno prima. Marcello la ascolta e la coccola, paziente, soprattutto quando lei ha un passeggero momento di nevrosi e si lascia andare al pianto, pensando alla sua vita andata in pezzi ed alla giovinezza perduta.
Quando la serata volge al termine, con calma e pacatezza Marcello chiede ad Iris di saldare i suoi servigi, e da qui si comprende che la relazione tra i due è solo un accordo basato sul danaro e che lui non fa altro che “accompagnarla”, prezzolato, in questa delicata fase della vita, così come fa con altre donne, senza preoccuparsi di celarlo. Iris sembra quasi non dare peso alla cosa. Nel mondo perfetto che ha creato, Marcello è un amante appassionato ed i loro incontri sono reali parentesi amorose, in una vita deprimente.

COMANDAMENTO OTTAVO di Salvatore Vitale
con Vincenzo Canoro, Francesco Raucci, Aniello Santonastaso, Alessandra Totaro, Tommaso Tuccillo, Filomena Zahora
regia Salvatore Vitale
SINOSSI
Passeggiando per i vicoli nel cuore di Forcella, capita di osservare delle targhe, che ai più possono apparire insignificanti, ma che in alcuni casi racchiudono una vera e propria storia di vita vissuta. E’ il caso di una targa che si può notare a via San Nicola dei Caserti, proprio nelle vicinanze di quella che indica il nome del vico, uno dei vicoli che incrociano la più nota via dei Tribunali. La targa recita la seguente espressione “Dio m’arrassa da invidia canina, da mali vicini et da bugia di uomo dabene” (che più o meno si traduce in “Dio mi salvi dall’invidia cieca, dai mali vicini e dalle bugie di un uomo perbene”), una scritta che risale a secoli fa, e che racconta le sventure di un povero calzolaio che, calunniato da un vicino di casa, fu condannato per un omicidio che non aveva mai commesso. La storia, risalente all’incirca alla metà del cinquecento, fu ricostruita da Giovanni Garruccio, un architetto e storico napoletano di inizio ottocento, e fu ripresa poi da Benedetto Croce, nel suo famoso libro “Storie e leggende napoletane.

leuchos zophosLEUKÓS ZÓPOHS di Luigi Parlato
con Rossella Castellano | Luigi Parlato
regia Rossella Castellano
SINOSSI
Leukós Zóphos, sono flebili scie luminose nella più impenetrabile oscurità, fuochi fatui, corpusanti nel mare in tempesta, moscerini neri che ronzano intorno alla fiamma della candela. Leukós Zóphos è una storia che si ripete all’infinito. Leukós Zóphos sono due anime, quella di Mammà e Tummasino, marchiate e maledette, condannate a reincarnarsi un innumerevole numero di volte e a subire sempre lo stesso ineluttabile destino. Mammà è una donna che ha perso l’uso delle gambe ed ha visto più di quanto gli occhi umani possano sopportare, Tummasino ha perso la vista e gran parte dei ricordi. Nelle loro parole risuonano voci ed echi lontani di popoli del passato, mentre viaggiano, nei secoli dei secoli, alla continua ricerca di una spiegazione alla malvagità dell’animo umano, una risposta che forse non troveranno mai…

SABATO 4 DICEMBRE
ENRICU ‘U CURTU di Cristina Gennaro e Davide Migliorisi liberamente ispirato all’”Enrico V” di William Shakespeare
con Cristina Gennaro | Davide Migliorisi
canzoni composte da Cristina Gennaro e Davide Migliorisi
costumi Debora Pirruccio
audio-luci: Giorgio Baglieri
scenografia: Peppe Busacca
regia Davide Migliorisi
SINOSSI
Due cuntisti cuntano e arricuntano le gesta del Re Inglese che conquistò la corona di Francia.  Divenuto re di Inghilterra, il giovane e acerbo Enrico si imbarca sullo Stretto della Manica, alla testa di un esercito di pochi soldati. Alla vigilia della campagna di Azincourt le parole eroiche pronunciate dal re Enrico incoraggiano l’esercito tanto da procurare la vittoria. Tema del dramma è l’orgoglio di essere pochi, felicemente pochi, per vincere. E pochi, felicemente pochi, sono Davide e Cristina sul palco, moltiplicati dalla fantasia del pubblico che vedrà interi eserciti.

la pasura comincia dai piediLA PAURA COMINCIA DAI PIEDI di Angela Villa
con Milena Pugliese
scene Peppe Ronga
aiuto regia Marco Fandelli
regia Milena Pugliese
SINOSSI
“Sei stato tu, adesso lo dici, perché?”
Il brano si apre con una domanda, è una domanda che ogni donna vorrebbe rivolgere ai carnefici, a chi vive nell’ombra a chi considera ogni vita come un semplice oggetto da calpestare, distruggere, bruciare… Una donna racconta gli ultimi giorni della propria vita. È una testimone di giustizia e attraverso di lei parlano tutte le donne che si ribellano all’obbedienza nei confronti dei clan per amore dei figli. In alcune parti del brano si possono ritrovare alcuni eventi riferiti alla vita di Lea Garofalo. Simbolo, suo malgrado, della lotta di ogni donna nei confronti di tutte le mafie.le donne che si ribellano all’obbedienza nei confronti dei clan per amore dei figli.  Ispirato alle vicende di Lea Garofalo. Simbolo, suo malgrado, della lotta di ogni donna nei confronti di tutte le mafie.

OMBRE di Antonio Torino
con Antonio Torino
regia Angela Rosa D’Auria
NOTE DELL’AUTORE
Un uomo è come una città, ma se la città parlasse come un uomo? Se raccontasse delle sue strade, dei suoi monumenti, dei suoi parchi, delle finestre, delle case, dei luoghi più interni, poco frequentati, delle sue periferie buie e solitarie di cui essa stessa può aver timore? Ognuno di questi luoghi significano un ricordo, un sentimento, un’ora potente della vita, della nostra vita. Il pubblico/visitatore incontrerà l’unico abitante di questa città, sotto la luce della luna creatrice di ombre misteriose.
La drammaturgia inedita è stata scritta pensando a un racconto di Dino Buzzati, intitolato “La città personale”.

SPECCHIO di Patrizia Di Martino
con Vincenzo Coppola
regia, scene e costumi Vittorio Passaro
SINOSSI
Nell’Italia fascista, un giovane ragazzo benestante è in conflitto con la sua sessualità e con tutta la famiglia di appartenenza mussoliniana. Si confronta con il suo corpo che sente estraneo, si osserva ogni giorno nudo allo specchio, si guarda si tocca, si nasconde il membro, non si piace. Ogni giorno si affaccerà allo specchio, si truccherà, si struccherà, la sensazione è che non si piacerà mai. Uno scontro con sé stesso e contro le idee social politiche educative impostagli da piccolo, che lo farà crescere, ribellare e conquistare la propria libertà vivendo eccessi, estremizzando tutta la propria vita e le proprie scelte fino alla fine.

 

Costo biglietto unico per ogni serata : € 14,00
Prenotazioni presso il botteghino del Teatro Cortese al numero 3339978383
Telefonate dalle 16 alle 19,30
Messaggio Whatsapp dalle 10,00 fino a due ore prima della rappresentazione

Print Friendly

Manlio Boutique