“Heroides vs Metamorphosys” o la fusione tra musica e poetica [ROMA]
Penelope, Arianna, Canace, Medea, Ipsipile rievocano la condizione femminile coniugata al presente, e le parole di Ovidio tornano a parlare affidate all’interpretazione di Manuela Kustermann e al piano di Cinzia Merlin.
di Elvira Sessa
“Andrò dove mi porterà l’ira. Forse mi pentirò del mio operato, come mi pento di avere avuto cura di un marito infedele. (…) Di sicuro la mia mente sta meditando non so che di spropositato.” Mentre Manuela Kustermann con voce vibrante di rabbia e passione pronuncia le allarmanti parole della Medea di Ovidio, irrompe la Fantasia-Improvviso di Chopin, interpretata magistralmente al pianoforte da Cinzia Merlin. Allo stesso tempo, sul velino che separa il palcoscenico dalla platea, vengono proiettate le immagini delle sculture di Canova, realizzate da Mimmo Jodice.
Lo spettacolo Heroides Vs Metamorphosys, andato in scena al teatro Vascello di Roma dal 28 gennaio al 6 febbraio 2022, produzione de La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello, si gioca su questo magico incontro tra arti figurative, visive, parole del poeta latino Ovidio e musica – una miscela di note classiche e jazzistiche di Bach, Chopin, Schubert, Scarlatti, Debussy, Prokovief, Bartok e Piazzolla – con interventi del coro fuori scena (il quartetto vocale di Paola Giovani, Chiara Guglielmi, Stefano Osbat, Giulio Iermini, registrazione delle musiche originali di Massimiliano Tisano).
I testi di Ovidio, tratti dalle Eroidi, una raccolta di strazianti lettere immaginarie che eroine del mondo classico, abbandonate, rivolgono al loro amato per riconquistarlo, sono affidati alla interpretazione di Manuela Kustermann. L’attrice, protagonista dell’avanguardia teatrale romana tra gli anni Sessanta e Settanta, dà così voce a Penelope, Arianna, Canace, Medea, Ipsipile, con una gestualità efficace ed essenziale – posizione inginocchiata o eretta con braccia lungo i fianchi– e un pathos incentrato sulla espressività vocale. La voce ora si confonde ora si scontra ora dialoga con le composizioni pianistiche eseguite da Cinzia Merlin, tratte dal suo album Metamorphosys che, come si legge nelle note di regia, “è un viaggio di trasformazione attraverso la musica, oltre il tempo. Una profonda riflessione artistica sul concetto di mutamento, di cambiamento e trasformazione attraverso l’arte musicale classica”.
A sottolineare frustrazione, speranza, paure ed ira delle eroine, contribuiscono le luci di Paride Donatelli, che si fanno ora lame affilate, ora carboni ardenti.
E la rappresentazione che ne deriva, sia nel conflitto che nell’armonia tra le molteplici espressioni artistiche, arriva diritta a colpire il cuore dello spettatore, forse stordendolo, ma certamente non lasciandolo indifferente.