In fin dei “corti”
Rush finale per “I Corti della Formica”: terminati i quattro giorni di rappresentazione, a partire da stasera i 16 lavori in gara saranno nuovamente sottoposti a giudizio, stavolta del web. Fissata per martedì 25 ottobre la premiazione finale che si terrà a Pozzuoli, a Palazzo Migliaresi.
di Domenico Ascione
E così, dopo quattro intensissime serate all’insegna del teatro d’autore al TRAM, si avvia alla conclusione la diciassettesima edizione de “I Corti della Formica”. In barba alla cabala e alla scaramanzia del suo direttore artistico Gianmarco Cesario, tutt’altro che sfortunata; anzi…
Sedici i corti in gara, quest’anno, e ce n’è davvero per tutti i gusti: si va dal “dramma storico” di Aloysia – Storia di una Janara a Itria, scritto e interpretato da una gigantesca Aurora Miriam Scala, che ripesca dal dimenticatoio il cosiddetto “eccidio di Avola”, lo sciopero di braccianti del siracusano durante il quale l’intervento delle forze dell’ordine provocò 48 feriti e 2 morti (tra cui il marito della protagonista Giuseppe Scibilia). Con Occidente sono invece l’estremismo religioso e le sue nefaste implicazioni ad essere messi in scena, mentre La Tenerezza ci sprofonda nei tetri meandri della mente di quelli che spesso e troppo frettolosa-mente definiamo gli insani, di mente. C’è però anche spazio per la “riflessiva leggerezza” de La Notte prima delle Ferie, spumeggiante ma profonda riflessione sul nostro senso di responsabilità di fronte alla violenza a cui quotidianamente, complicemente assistiamo senza spesso batter ciglio, e forse per la “leggerezza e basta” di USB, improbabile, tarantiniano dialogo tra “un criminale da strapazzo ed una prostituta su di un pianerottolo di un condominio qualunque”.
La storia, impastata con la leggenda, è invece ancora in scena con Teodora degli Spiriti – Suite per un eccidio, mentre Vaporosa Nebbiolina ci fa nuovamente ripiombare negli abissi della psiche, nel caso di specie quella di Romeo, ex attore di teatro il quale, a causa di una malattia mentale degenerativa, trascorre i suoi giorni in un ospedale psichiatrico in compagnia delle sue ansie, dei suoi turbamenti, dei suoi deliri, delle sue pillole, e della sua Giulietta immaginaria che pare essere l’unica a non abbandonarlo.
In Fonès è Napoli stessa a far sentire la propria voce, anzi piuttosto lo sono le sue mura, testimoni di una Storia millenaria imbevuta della miriade di microstorie che l’hanno attraversata. Tempismo sbagliato, Destino cambiato? è la scoperta/confessione amorosa di due ignari amici, mentre Jastemma, scritto, diretto ed interpretato da un superbo Antonio Vitale affronta la più che mai attuale tematica del lavoro: sfruttato, sottopagato, snervante, svilente, spersonalizzante.
Il Pitone della Malesia (di e con Simone Miglietta; segnatevi questo nome, ne sentirete parlare), fra citazioni eduardiane, echi pinteriani, rimandi all’assurdo di Ionesco, mette brillantemente in scena un D’Annunzio che ricorda assai da vicino quello parodiato da Martone in Qui rido io: “un poeta ed un’attrice sono impegnati nell’analisi di un componimento erotico”, leggiamo dalla sinossi, ma in realtà si tratta più semplicemente “d’un marito e d’una moglie che, spinti da un terapista, recitano copioni pseudo-erotici per riscoprire un fremito perso.”
La domenica non poteva che concludersi con… Domenica, dove in una soleggiata mattinata come tante, due sconosciuti su una panchina si prendono la briga di raccontarsi, di comprendersi, di ascoltarsi. Benzocaffeine tratta poi con tatto e sensibilità lo spinoso, talvolta scabroso problema degli attacchi di panico, mentre C’è una Prima Donna in quel Ragazzo! prende le mosse dalla poco nota “sindrome del gemello scomparso” per affrontare, in maniera scanzonata, spassosa eppure efficacissima, il tema dell’accettazione di sé tout court. Il tutto si conclude, e forse non è un caso, con Madrioska, nell’interpretazione da brividi di Valentina Elia, che come per l’appunto la famigerata bambola di legno cava contiene in sé le domande universali che l’Arte pone alla vita e la vita all’Arte: “Chi siamo noi? Chi è Dio? Cosa è reale? Cosa è finzione?”.
Adesso la palla passa al “pubblico a casa”, ché da stasera si vota (tutti i corti teatrali saranno visibili sul sito itineraridinapoli.com e sulle pagine social di itinerari della Campania, segnatamente su facebook.com/itineraridellacampania e su youtube/itineraridellacampania; la cerimonia di premiazione è invece fissata per martedì 25 ottobre alle 18:00 a Palazzo Migliaresi, Pozzuoli), però una cosa è certa: il Teatro, quello vero, ha già portato i tre punti a casa.