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Per il suo esordio al cinema la regista scozzese di 35 anni sceglie il tempo di un viaggio, rivissuto a distanza di anni attraverso i ricordi, per raccontare la storia di un padre e di una figlia, e il loro legame d’amore tra tenerezza, risate e dolore.

di Francesco Niglio

La locandina

La locandina

Se non avete sentito parlare di “Aftersun” non è colpa vostra, anche se si tratta del film rivelazione dell’anno. L’opera d’esordio di Charlotte Wells, sceneggiatrice e regista scozzese è stata presentata a Cannes, durante la settimana della critica e da lì non ha fatto altro che incontrare pareri positivi. Uno dei rari casi in cui un film, grazie al passaparola e alle critiche positive, riesce ad ottenere un guadagno al box office a dir poco insperabile.
Paul Mescal e la giovanissima Francesca Corio sono Calum e Sophie, padre e figlia che poco prima dell’inizio della scuola trascorrono due settimane in Turchia, pensionano in una piccola struttura tra l’alberghetto e il villaggio turistico e con una piccola telecamera fanno un’affettuosa e divertita cronaca del loro viaggio. Sophie compirà 11 anni durante questa vacanza e Calum, che di anni ne ha 31, sembra essere diventato padre troppo presto; la madre non c’è, i due danno l’aria di essersi separati da tempo.
L’intesa tra i due attori è ottima: i due protagonisti durante le prove, ha raccontato l’autrice a Cannes, hanno passato molto tempo in un luogo di villeggiatura proprio per agevolare dinamiche autentiche nel loro rapporto. La cosa ha aiutato Mescal “a sviluppare un mindset da papà”, spiega l’attore, che di anni ne ha solo 26.
L’aggiunta delle riprese meta-cinematografiche, in un riuscitissimo found footage, l’equivalente cinematografico del “ready-made”, non solo dimostra la grande padronanza di mezzi e tecniche cinematografiche dell’esordiente Wells ma soprattutto conferisce al film una nostalgia mai stucchevole, visto che comunque la storia si sviluppa in maniera “archeologica”: c’è una Sophie adulta che guarda il filmato di quella vacanza. Il modo in cui il detto e il non-detto sono ricamati fa sì che ci si trovi davanti un coinvolgente mosaico emotivo, che rapisce e stringe il cuore.
In Italia la distribuzione è stata curata da MUBI, la piattaforma di cinema d’essai sui cui, al momento, è possibile vedere il film e che oltre a proporre la migliore (da un punto di vista qualitativo) offerta streaming di cinema, ha anche il merito di aver sostenuto e scovato nuove promesse; un caso su tutti, quello dell’esordio alla regia di Emma Seligman e del suo “Shiva Baby” (2020), “commedia dell’anno” secondo il New York Times. La promozione di “Aftersun”, semplice ed efficace, si è incentrata sul far girare commenti, recensioni e critiche dell’opera, che sono state tutte sempre positive. Ciliegina sulla torta del successo di questo battesimo cinematografico, la meritatissima nomination all’Oscar per l’attore protagonista.
Insomma, se non avete sentito parlare di “Aftersun” forse è un po’ anche colpa vostra.

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